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Osvaldo: "Il prossimo anno si ricomincia da zero ma su una base solida. Il mio carattere? Forse sto antipatico a qualcuno" (AUDIO)

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 17-05-2013 - Ore 18:48

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Osvaldo:

Pablo Daniel Osvaldo ha rilasciato un'intervista esclusiva a Roma Channel. Ecco le sue parole

E' un momento positivo per te...
Per me ma anche per la squadra. Anche se qualche risultato non ci ha soddisfatto, abbiamo fatto delle buone prestazioni.

Cosa è successo in quel periodo in cui eri contestato dai tifosi?
Per un attaccante che vive di gol è difficile quando non si riesce a segnare. Ritengo però che, anche senza segnare, abbia fatto delle buone prestazioni. D'altro canto però è normale che se non segni il tifoso di contesti. E' stato un periodo particolare: sono successe delle cose che mi sono dispiaciute. Ormai è passato, io sono sereno e tranquillo con me stesso. Sono un professionista e do sempre tutto in campo. Sto sereno, il resto sono chiacchiere.

La tua più bella partita è stata quella con la Juventus...
Penso che ho finito quella partita ed ero contentissimo e soddisfatto. Era contento anche il gruppo: quella partita è stata perfetta e anche io mi sentivo in sintonia con la squadra. Penso che sia stata per tutti una partita che utile a prendere la strada giusta. Non è sempre facile ripetersi, ogni partita fa storia a sé però sono d'accordo: quella è stata una grande partita.

Si è parlato del tuo rapporto coi tifosi. A Firenze che sensazione hai avuto?
Io sono un po' particolare. A Firenze mi è uscito spontaneo andare sotto il settore ospiti. Ho segnato un gol al 92' e mi è venuto spontaneo andare da loro. Però sinceramente ti dico che per come sono fatto io è difficile che faccia una corsa sotto la curva. Io il rispetto me lo voglio guadagnare sul campo. Non bacio la maglia per fare il ruffiano. Magari chi sta in tribuna non lo capisce, ma io sono l'opposto di quello che si pensa. Non mi piace prendere in giro la gente. Io da bambino non ero un tifoso della Roma: sono fin troppo leale sotto questo aspetto. Deve succedere qualcosa di particolare in quel momento, per far sì che corra sotto la curva. A Firenze è stato ancor più particolare: i tifosi della Fiorentina mi avevano applaudito e avrei voluto esultare in maniera più composta, ma come si fa ad essere composti quando vinci al novantesimo?

Percepisci che i tifosi pensano di te che sei un giocatore molto forte?
Ti ringrazio dell'apprezzamento. Mi sono emozionato quando Totti ha parlato di me. Io mi ritengo un giocatore normale e quelle che sono le mie doti preferisco sentirle dagli altri. La gente mi mostra anche tanto affetto. A parte quel periodo un po' così, ora sento che la gente mi vuole bene.

Il gol contro il Catania è stato superato, nella nostra classifica, solo dal gol di Totti contro la Juventus...
Mi ricordavo del gol annullato l'anno prima e sono stato stato contento.

Ti sei portato il pallone a casa dopo la tripletta col Siena...
Me lo sono portato perché i miei compagni mi hanno detto che c'è questa consuetudine. Mi ha colpito vedere che loro erano più contenti di me.

Tu sei sempre sorridente, perché a volte passa un messaggio diverso?
Forse sto antipatico a qualcuno. L'importante è che le persone con cui ho un rapporto mi conoscano e ricevano da me il massimo rispetto. Il resto non mi interessa tanto sinceramente.

Sei un appassionato di musica. Ti sei mai esibito dal vivo?
Mi vergogno troppo. Non suono neanche davanti alla mia ragazza. Esibirmi in pubblico proprio no, io faccio il calciatore. Devo pensare al calcio. Poi la chitarra la suono a casa mia quando ho un po' di tempo.

Cosa ti affascina di Roma in particolare?
Credo che sia una delle città più belle del mondo. Il centro è spettacolare, come anche la gente, i ristoranti, tutto. Roma ti dà molto sotto il punto di vista personale. Somiglia a come siamo noi sudamericani.

La maglia numero 9 della Roma ha un significato particolare?
Non è facile portarla ma è bellissimo. Chiunque la porti, si sente onorato. Per me all'inizio era anche un po' difficile: ero teso, ma ora mi sento più tranquillo. Prima quando entravo all'Olimpico mi emozionavo tanto. Poi quando ci sono partite contro la Juventus o la Lazio diventa tutto spettacolare.

Il calcio che posto occupa nella tua vita?
Non so in che posizione sia ma è importantissimo. E' il mio lavoro e la mia passione. Prima forse guardavo molto di più il calcio, ora invece ho trovato anche altri interessi. Credo di aver trovato un giusto equilibrio e mi fa stare tranquillo quando sono fuori dal campo.

Molti dicono che avete grandi potenzialità come squadra. Perché non le avete espresse?
Ci vuole pazienza e questa in Italia manca. Abbiamo cambiato molti giocatori in questi due anni. Ogni volta è come ricominciare da zero e non è mai facile. Potevamo fare molto meglio quest'anno. Sicuramente dovevamo fare di più: partite che in teoria dovremmo vincere facillmente a noi riescono difficili ma non saprei dire perché. Credo che, presi singolarmente, noi siamo fortissimi. Mi auguro che rimangano tanti di noi a fine campionato e che l'anno prossimo si ricominci da zero un'altra volta ma si inizi a fare sul serio.

Cosa ci dici di Lamela?
E' esploso ed è fortissimo. Poi ci sono anche Pjanic e Marquinhos. Ha 19 anni e sembra che ha fatto già 300 partite in Serie A.

Cosa rappresenta ora Roma-Napoli?
Beh, la mente ti tradisce e cerca di scappare alla gara successiva. Però dobbiamo pensare che per far bene in quella dobbiamo prima far bene questa. E' giusto per noi e per la gente che prendiamo Roma-Napoli come una finale.

In chiave azzurra, sei stato convocato per la Confederations Cup. Che obiettivi hai?
Mi auguro di far bene con la Roma per continuare a indossare la maglia della Nazionale. E' un onore vestirla: anche i miei amici mi dicono che è un sogno.

Un tuo pensiero sul derby di Coppa Italia...
Non amo parlare quando ci sono gare così importanti. Per il momento sono tranquillo, dalla prossima settimana molto meno!

 

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