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Il calcio negli Usa, stadi pieni e qualità in crescita

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-01-2015 - Ore 19:26

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Il calcio negli Usa, stadi pieni e qualità in crescita

Dopo giorni di perplessità, arrivate in gran parte da chi non ha idea di cosa sia la Major League Soccer, a confortare la scelta di Sebastian Giovinco di trasferirsi a Toronto sono arrivate le parole del CT Antonio Conte in un’intervista a Tuttosport: “Ma che doveva fare Giovinco? Non lo biasimo affatto, quei soldi lì qui in Italia non te li dà nessuno e poi l’esperienza all’estero è molto formativa, pure io l’avrei accolta al volo. Tra qualche anno in America il calcio diventerà lo sport di riferimento e allora per l’Europa sarà molto dura. Certo che per Giovinco la strada azzurra diventa più tortuosa ma non escludo a priori. Lo terremo d’occhio e se meriterà lo chiameremo”. L’affare Giovinco: le cifre vere - E proprio in relazione ai soldi, arriva chiarezza sulle cifre dell’affare Giovinco. Il Toronto Sun ha precisato (la MLS per policy non rilascia cifre ufficiali) che il contratto dell’attaccante bianconero sarà di 5,6 milioni di dollari (5 milioni di euro al cambio attuale) annui più un contratto per i diritti di immagine sul milione di dollari (al momento circa 892mila euro). Un totale quindi di circa 6 milioni di euro. Giovinco costerà quindi a Toronto un totale di 31,5 milioni di dollari (28 milioni di euro) per 4 stagioni e mezza. Cifre non certo eccessive, considerando che la Juventus ha pagato l'ex Parma 2,2 milioni (4,4 lordi) per 3 anni, più gli 11 per metà cartellino: un totale di 24,2 milioni in 3 anni. E cifre non nuove per la Major League Soccer, il cui campionato numero 20 prenderà il via a marzo con l’arrivo di due nuove squadre – New York City FC (di proprietà del City Football Group e dei NY Yankees) e Orlando City SC - che porta il totale a 20, e di campioni quali David Villa e l’ex Pallone d’Oro rossonero Kakà, che saranno raggiunti a luglio da gente quale il capitano del Liverpool Steve Gerrard, l’ex capitano del Chelsea Frank Lampard (decisivo quest’anno col Manchester City) e appunto Giovinco. Un gruppetto di stranieri che si accompagnerà ai nazionali USA che vedono finalmente la MLS come un possibile punto d’approdo: dall’ex romanista Michael Bradley e l’attaccante Jozy Altidore a Toronto, a Clint Dempsey (ex Spurs, a Seattle) e il giovane Mix Diskerud al NYCFC.

Il confronto col passato e i numeri del presente - A differenza di quanto pensano molti osservatori, la MLS non è la NASL degli anni '70, che arruolava (tranne Giorgio Chinaglia e forse Franz Beckenbauer, che aveva vinto il Pallone d'Oro solo 6 mesi prima di andare in America, oppure gli allora giovanissimi Mark Hateley, Peter Bearsdley e Trevor Francis) solo vecchie glorie. Da dieci anni almeno infatti, è un campionato in continua crescita, come dimostrano chiaramente i numeri. Dal 1999 al 2010 il numero dei calciatori è raddoppiato, e tra i giovani tra i 12 e i 24 anni il calcio è il secondo sport preferito dopo il football americano della NFL. Nel 2000, dopo l’uscita di Miami e Tampa Bay decisa dal Commissioner Don Garber, l’uomo che l’ha rilanciata, c'erano 10 squadre. Oggi sono 20, e nel 2020 saranno 24, sparse su tutti gli USA. Squadre che per l'ingresso nella lega, nel 2004 il Toronto pagò 10 milioni di dollari, negli ultimi due NYCFC, Atlanta e LAFC han pagato 100 milioni di dollari ognuna, a testimonianza di un valore in crescita esponenziale. Si pensi poi alla TV: nei primi anni la MLS era costretta ad acquistare spazi per trasmettere le partite, mentre nel 2014 ha firmato un contratto da 720 milioni di dollari in 8 anni con ESPN, Fox e Univision (canale in lingua spagnola) cui vanno aggiunti altri milioni in arrivo dal Canada e dal resto del mondo (in Italia i playoff della scorsa stagione sono stati trasmessi da Fox Sports).

Un’altra grande differenza rispetto alla NASL è poi negli stadi. I Cosmos e gli altri club erano costretti all’epoca a giocare negli enormi stadi football, assolutamente fuori misura. Un fato necessario anche per i club MLS agli esordi, ma che doveva essere cambiato per garantirsi la sopravvivenza. E dal 2000, quando venne aperto il primo soccer specific stadium a Columbus, oggi ve sono 13, più Washington (dove gioca il DC United di Erick Thohir) in arrivo e Seattle che è da football ma sempre pieno con quasi 45mila spettatori di media. Media spettatori che nella lega è salita da 13,756 nel 2000 a 19,151 nel 2014 (+50%!). In Italia abbiamo uno stadio di proprietà, uno in arrivo (Udine) e una media in triste calo da anni. Il tutto grazie ad investimenti continui su strutture certo, ma anche sull’aspetto tecnico - con l’arrivo di David Beckham e Thierry Henry ad accendere i riflettori sulla lega – come dimostrato dall’avvio dei settori giovanili, una novità assoluta in un paese dove si pagava per giocare a pallone (mentre in Italia si inizia a vedere un preoccupante trend opposto), e con l’ingaggio di un sempre maggior numero di giocatori di buon livello tecnico. Non per niente erano ben 31 i calciatori provenienti dalla MLS agli ultimi Mondiali brasiliani (contro i soli 6 del 2010), anche grazie a una Nazionale Usa che dal 2002 ha aiutato a trascinare buona parte del paese verso il calcio (e che negli ultimi due Mondiali il primo turno lo ha superato, a differenza dell’Italia).

A marzo al via la nuova stagione MLS - In sintesi Giovinco è solo la punta dell'iceberg di un movimento in cerca di tecnica, che ha deciso di puntare su giocatori ancora come lui comunque capaci di lasciare un’impronta importante. Una scelta la sua – come quella di Lampard e Gerrard, e prima di loro l’ex interista Robbie Keane, miglior giocatore del 2014 coi Galaxy - che ha già attratto l’interesse di tanti colleghi. E chissà che qualche club non capisca che magari sarebbe meglio spedire i propri giovani a giocare in America, dove crescerebbero anche umanamente e culturalmente oltre a valorizzarsi giocando in ambiente internazionale? Nel frattempo la MLS tornerà in capo il prossimo 4 marzo (anticipata di qualche giorno dai quarti di Concacaf Champions League 2014/15) per una nuova stagione che vedrà favoriti ancora una volta i Los Angeles Galaxy campioni in carica, che pur perdendo la loro stella Landon Donovan (ritiratosi a soli 32 anni stanco dei riflettori) hanno preso Gerrard e non solo, seguiti dai Seattle Sounders di Oba Oba Martins e dal Toronto FC, che però in otto anni ha sempre fallito persino la qualificazione ai playoff a causa di una gestione pessima di società e squadra. Ma la realtà è che ogni pronostico è impossibile. La bellezza della MLS sta infatti proprio nella “parity” dovuta ad un salary cap (attualmente in fase di revisione, era di 3,1 milioni di dollari sino al 2014, oltre al costo dei tre Designated Players a parte) che consente alle squadre meglio gestite di vincere, e magari a chi era ultimo l’anno prima di terminare in testa quello dopo (come accaduto al DC United tra il 2013 e il 2014). Ma forse proprio la mancanza di un sistema di promozioni e retrocessioni e ciò che manca al calcio nordamericano per compiere il salto definitivo. Un qualcosa che però, come detto dal commissioner Garber, non accadrà ancora per molti anni: “Di quello che succederà da qui a 50 anni non intendo preoccuparmi, dato che non ci sarò”. Più chiaro di così.

Fonte: ilvelino.it

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