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Stadio della AS Roma - La Storia della "Rigenerazione Urbana"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 31-03-2014 - Ore 18:30

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Stadio della AS Roma - La Storia della

Il direttore di Insideroma, Francesca Ceci, aveva intervistato l'ingegnere Raffaele Giannitelli, eravamo nella primavera del 2013, rileggendo l'intervista di Giannitelli, ed avendo ascoltato le parole del Sindaco Marino, durante la presentazione della Stadio della Roma di mercoledì scorso, dove più di una volta, Ignazio Marino ha parlato di rigenerazione urbana, pertanto, abbiamo chiesto all'ingegnere di scriverci un articolo, proprio sul tema della Rigenerazione Urbana, articolo estratto da un pubblicazione che a breve vedrà la luce sul tema, a cura dell'associazione "Urban Ground", quindi una vera e propria anticipazione per i lettori di Insideroma.

 


 

Rigenerazione Urbana – la storia

La storia urbanistica contemporanea delle grandi città occidentali è facilmente leggibile attraverso gli interventi che hanno portato alla valorizzazione e rigenerazione di aree, interne al perimetro cittadino, che conoscevano periodi di decadenza economica e sociale anche se poste nella città consolidata, ricche di potenzialità e fortemente presenti nella stori e nell’identità del centro urbano di appartenenza.

I primi interventi di “Rigenerazione Urbana” possono essere riscontrati a New York alla fine degli anni settanta, proprio quando l’Amministrazione Municipale di quella città conobbe la sua peggiore crisi finanziaria, arrivando al default finanziario quando il Governo Centrale degli Stati Uniti rifiutò di sovvenzionare il debito metropolitano.

Per NY fu l’inizio di una vera e propria rinascita urbana e sociale con la valorizzazione di aree “sfortunate”, pur se interne a Manhattan quali Tribeca e Soho, dove l’Amministrazione iniziò a favorire l’insediamento, anche a carattere abitativo, di spazi per artisti nei loft ormai inutilizzati dai laboratori industriali che prima occupavano quell’area. Fu sufficiente una piccola modifica al regolamento edilizio cittadino, che consentisse agli artisti di vivere all’interno dei loro studi, per favorire un forte ricambio ed arricchimento del tessuto sociale e molti “creativi” si stabilirono nel quartiere, dove inevitabilmente aprirono locali pubblici molto frequentati e spazi commerciali di elevato livello qualitativo, così che nel quartiere si avviasse quella “gentrification” che nel giro di pochi anni ha valorizzato tutto il patrimonio immobiliare del quartiere consentendone il rinnovamento e la rigenerazione.

Sempre a New York si sono potuti osservare altri importati processi di rigenerazione in quartieri come Brooklyn a Williamsburg e successivamente anche ad Harlem.

Il caso di Harlem è decisamente emblematico, infatti nell’immaginario collettivo Harlem è sempre stato sinonimo di un quartiere difficile e con uno scarso “appeal” insediativo, anche a causa di una diffusione molto forte dei reati di strada ed una qualità della vita decisamente scadente.

Per poter intervenire su una situazione di questo tipo la Municipalità, attraverso la UMEZ (Upper Manhattan Empowerment Zone), ha coinvolto una importante istituzione religiosa, con un grosso carisma sui residenti  per attivare un ufficio che potesse concedere finanziamenti a chi avesse voluto avviare attività imprenditoriali nell’area di Harlem. Successivamente l’Amministrazione si è insediata ad Harlem la sede principale della Clinton Foundation, che con i suoi dipendenti e funzionari ha contribuito alla rigenerazione del quartiere stimolando una forte richiesta di sicurezza, locali pubblici di buon livello ed anche una nuova residenzialità che ha portato al recupero di edifici residenziali di pregio, ma in stato di abbandono, quali le vecchie case di arenaria su due piani. Ad Harlem infatti era possibile acquistare, a prezzi vantaggiosi, immobili di grandi dimensioni da ristrutturare in un quartiere che stava evidentemente migliorando i suoi standard insediativi. Infine questa rinascita ha avuto come conseguenza la riscoperta della storia e della gloria di Harlem che negli anni 30 era la culla delle più importanti band di musica Jazz di New York (come ha raccontato Kareem Abdul-Jabbar nella sua storia del rinascimento di Harlem). Questo processo ha poi portato anche importanti imprenditori di colore e musicisti molto legati alla tradizione culturale di Harlem ad insediare nel quartiere studi di registrazione, produzioni di abiti alla moda, negozi griffati, contribuendo ad una riscoperta e valorizzazione dell’identità ed autenticità di questo storico insediamento.

In questo, come altri casi analoghi in città americane ed europee, l’urbanistica e l’attività edilizia è stata solo una conseguenza, oltre che il catalizzatore, di un fenomeno tutto culturale e sociale il cui esito è comunque stato una importante trasformazione della configurazione urbana ed una forte valorizzazione degli immobili con una rivitalizzazione del mercato immobiliare dell’area.

Rigenerazione Urbana – una proposta per Roma

Premesso che le città e gli spazi in cui viviamo sono il bene ed il valore comune che tutti condividiamo e su tali elementi occorre lavorare affinché aumenti il “bene” che ogni cittadino ne trae ed il “valore” che ne condividiamo in termini di produzione di ricchezza per le attività legate al territorio. A fronte di tale enunciato appare come Roma sia un territorio ricco di molteplici specificità ed identità, tutte altrettanto pregiate e di valore, che quasi mai riescono ad esprimersi attraverso attività economiche identitarie e qualità della vita dei residenti.

Rigenerazione urbana deve essere quindi, in prima istanza, narrazione dei territori e delle loro identità. La narrazione attraverso anche la partecipazione dei cittadini può regalare alla città idee e risorse enormi che la trasformazione (Rigenerazione) urbana deve solo assecondare e potenziare.

La Rigenerazione degli spazi fisici in cui operiamo deve porsi quindi due obiettivi:

1)    Valorizzare le energie presenti sul territorio consentendo loro di esprimere meglio ed in maniera più sostenibile tutte le proprie possibilità, attraverso un percorso sempre alternativo  alla trasformazione del suolo agricolo in suolo urbano;

2)    Migliorare la sostenibilità di tutte le attività presenti nei tessuti urbani della città, trovando all’interno di tali tessuti risorse e progetti per dare esito a nuove idee ed attuali necessità di chi oggi vive  nei territori urbanizzati di Roma.

Su questi due obiettivi è necessario che tutti i cittadini esprimano sempre le loro istanze, urgenze e desideri. L’azione deve essere catalizzatore, collettore e sintesi delle  proposte sia di chi la città la vive quotidianamente, sia chi intende in essa agire e progettare la propria vita o la propria attività. L’attività di governo del territorio può, attraverso attività normativa e di gestione quotidiana, migliorare la vita dei cittadini e, attraverso una corretta analisi di esigenze, criticità e valori, promuovere una reale valorizzazione degli spazi urbani, evitando un dilagante consumo di nuovo suolo che, spesso, consegue l’unico risultato di peggiorare la qualità ambientale delle nostre realtà urbane.

La gestione e la rivitalizzazione di contesti sempre più devastati dalla mancanza di obiettivi chiari ed improntati al miglioramento della qualità urbana, anche e soprattutto architettonica,  devono essere “milestones” imprescindibili nella gestione della città.

Tale programma deve passare attraverso una analisi forte dei territori che compongono Roma ed un ancor più forte progetto i cui obiettivi vanno condivisi, partecipati e raggiunti a condizione che tutte le trasformazioni proposte risultino sostenibili ed in grado di migliorare l’habitat ecologico dei cittadini romani, laddove valorizzazione sia un miglioramento condiviso, delle qualità del territorio e delle sue potenzialità economiche in relazione all’identità ed autenticità dei territori.

I temi di confronto che proporremo all’attenzione del processo dialettico messo in campo con i cittadini possono essere così riassunti:

  1. Mobilità sostenibile;
  2. Rigenerazione urbana;
  3. Efficienza energetica;

Mobilità Sostenibile.

La mobilità intesa come flussi di energia, investe diversi aspetti:

-regolamentazione della mobilità veicolare, del sistema di sosta, incentivazione della intermodalità;

-incentivazione ed ottimizzazione della mobilità ciclo-pedonale;

-Pianificazione del trasporto merci nel cosiddetto “ultimo miglio”;

-raccolta differenziata dei rifiuti urbani.

Rigenerazione urbana.

Rigenerazione urbana  come  interconnessione tra il costruito e  l’ambiente degradato :

-sostituzione urbana, con demolizione/ricostruzione;

-valorizzazione delle aree pubbliche e private dismesse;

-completamento e riorganizzazione dei servizi di quartiere;

-riqualificazione architettonica e funzionale degli spazi comuni di quartiere;

-attivazione di ambiti prettamente ambientali;

-sistema museale diffuso;

-sistema di verde-pedonale;

-sistema dell’agricoltura urbana.

Efficienza energetica.

-incentivazione degli interventi sull’esistente residenziale, anche di demolizione totale;

-incentivazione alla realizzazione di tetti verdi;

-recupero acque meteoriche;

-fotovoltaico ed efficientamento energetico per tutti gli edifici del patrimonio pubblico.

In un contesto di crisi, economica e culturale, come quella in atto, è doveroso nonché proficuo spostare l’attenzione dal singolo “pezzo” della città al tessuto della città, tessutointeso come  infrastruttura in grado di intervenire sulla realtà fisica, economica ed estetica della città stessa, nonché sul progresso sociale e diverse abitudini di vita.

In sostanza una nuova concezione culturale della città, più aperta ed includente a pieno vantaggio del senso di appartenenza di tutti gli attori in campo in maniera più equa.

Perseguire tutti questi obbiettivi subito è fondamentale per avviare a Roma un nuovo governo del territorio capace di contrastare il degrado del paesaggio, di elevare la qualità urbana e di contribuire al rilancio della nostra economia.

 

Testo di Raffaele Giannitelli

Associazione Culturale URBAN GROUND

 

 

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