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Stadio della Roma: una vergogna a "5 Stelle"

condividi su facebook condividi su twitter Di: Gabriele Nobile 14-01-2017 - Ore 12:00

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Stadio della Roma: una vergogna a

GABRIELE NOBILE  -  “Sì allo stadio, nei limiti di legge del piano regolatore” Il Sindaco Virginia Raggi ha poi aggiunto: “Come sapete ora è aperta la conferenza di servizi, quindi è lì che si parla e si decide” – Parole che denotano quell’enorme stato di confusione nella quale è precipitata la giunta guidata dalla Raggi, con il sindaco che in qualche modo deve giustificarsi nei confronti della “base” del suo movimento che, in questo momento, è in enorme fermento per provare a fermare l’operazione legata al progetto di “Tor di Valle”.

Non ci appassionano le “guerre” interne al movimento, con le mille anime “romane” che popolano il partito di Grillo & Casaleggio jr. dove sembra di essere ripiombati in quelle che erano le correnti politiche della peggior DC negli anni ’80, qui si tratta di analizzare l’eventuale danno, non solo economico, ma anche d’immagine, che questa amministrazione cittadina sta recando non solo alla AS Roma ma anche alla capitale.

In origine, eravamo nel 2012, il gruppo dei proponenti, con a capo il presidente della Roma, James Pallotta, ha portato in dote alla Capitale ed ai supporter giallorossi, un progetto che si può veramente definire a “5 Stelle” sì per la qualità dello stesso (riconosciuto in tutto il mondo) che per le firme della “archistar” impegnate nella realizzazione del nuovo complesso di Tor di Valle. con Daniel Libeskind e Dan Meis in prima fila. Un investimento stimato in oltre 1.600 milioni di euro che prevederà non solo molti posti di lavoro ma soprattutto un futuro meno incerto per il club giallorosso, che finalmente potrà allinearsi alle grandi squadre europee che, attraverso lo stadio di proprietà, già da molti anni hanno basato una delle parti più importante per quanto riguardo i profitti legati al bilancio, oltre alla patrimonializzazione del club stesso.

Al momento attuale ed in piena conferenza dei servizi presso la Ragione Lazio, con un progetto esecutivo sul quale i proponenti hanno già investito moltissimi quattrini, esiste ancora una sacca di movimentisti che vorrebbero buttarlo giù. Parliamo di attivisti di varie associazioni ambientaliste (sconosciute almeno fino alla presentazione del progetto stadio) ed una parte della base del movimento 5 stelle, con l’assessore all’Urbanistica Berdini in prima linea.  Paolo Berdini, ottimo accademico nel suo recente passato, ma probabilmente inadeguato nel guidare politicamente un assessorato così importante di una grande città europea come Roma; ed i suoi ripetuti “Niet” ideologici sono la prova provata di come alla città di Roma serva un progressista e non un attivista (se pur dal curriculum importante) chiuso nelle sue idee vetuste.

Per carità la democrazia è una cosa bellissima, il movimento 5 stelle ha vinto meritatamente le recenti amministrative di giugno 2016, Virginia Raggi è diventata il sindaco di Roma e molti di questi personaggi, fino a pochi mesi fa emeriti sconosciuti ai più, hanno iniziato il loro percorso politico utilizzando un non metodo, ovvero quello di boicottare ogni “opera” che in qualche modo potesse creargli difficoltà. Poi si scopre, nel corso dei mesi, che il sindaco è stato impegnato più nel rincorrere i propri errori sulle nomine (vedi caso Muraro, Marra etc) che nell’amministrare la città, ferma e paralizzata in misura incredibilmente superiore a quanto MarinoAlemanno & co hanno lasciato in eredità.

E’ incredibile che un progetto come quello dello stadio della Roma di Tor di Valle, dovrà essere giudicato da un gruppo politico che ha alla base della propria piramide decisionale un comico (Grillo) ed una società privata di marketing (la Casaleggio) ma soprattutto un gruppo di consiglieri comunali, ottimi cittadini per carità, ma che fino a 6/8 mesi fa erano occupati in altri settori, gente che non ha la giusta esperienza amministrativa e decisionale, per le pratiche “ordinarie” - figuriamoci per esaminare attentamente un progetto complesso come lo stadio di Tor di Valle.

Il loro motto dell’onestà a tutti i costi è un argomento meraviglioso, che fa onore ai movimentisti del 5 stelle, specialmente in questo momento storico, ma la realtà parla di altro: non è onesto fino in fondo chi uccide i sogni, ed in questo caso osteggiare in maniera così puerile il progetto dello stadio di Pallotta, risulta un killeraggio sistematico nei confronti anche dei tantissimi tifosi della Roma che hanno votato e sostenuto la Raggi alle recenti amministrative. Anche perché la stessa Raggi, in campagna elettorale, si era dichiaratamente esposta a favore del progetto stadio.

Un progetto a “5 Stelle” raffinato ed elegante, che andrebbe a ripulire un quadrante abbandonato della città e che porterà, nell’immediato, del sacro business e lavoro garantito, grazie ad investimenti (sempre più rari nella nostra città) di operatori stranieri, boicottato da un movimento che si chiama “5 Stelle” è un paradosso tutto italiano. 

 

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