Rassegna stampa

Day Roma: il capitano all’ultimo saluto «Impossibile dormirci su...» Totti

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 28-05-2017 - Ore 07:59

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Day Roma: il capitano
all’ultimo saluto
«Impossibile
dormirci su...» Totti

GAZZETTA DELLO SPORT - ANDREA PUGLIESE - Hanno dormito in pochi ieri sera, è vero. «E figuratevi io», ha detto scherzando Francesco Totti, prima di immergersi nel bagno di folla di Trigoria. E allora chissà quante occhiaie gireranno oggi per l’Olimpico, ancora prima che le lacrime riempiano gli occhi di molti, quasi tutti. Tranne, forse, quelli di Luciano Spalletti, uno che difficilmente si lascia prendere dai sentimentalismi. «Totti giocherà un pezzo importante di partita, quello più importante – ha detto il tecnico della Roma – Ho avuto la fortuna di poterlo apprezzare da vicino, vedere la qualità delle sue giocate, i suoi tanti gol. In tutto questo c’è poi il suo sentimento: vorrei sentirlo contento della decisione da prendere per il suo futuro». Forse potrebbe succedere già stasera, quando probabilmente Totti prenderà il posto proprio di Spalletti e magari verrà a parlare anche in conferenza stampa. Spalletti, invece, lo farà domani o martedì, quando annuncerà il suo addio alla Roma (per ufficializzare poi la firma con l’Inter). «E mi piacerebbe farlo con la società al mio fianco per dirsi delle cose insieme».

GLI AFFONDI Dopo essersi preso le sue responsabilità sulle mancate vittorie («Avevo una squadra forte e se non abbiamo vinto niente la responsabilità è la mia, anche se con il secondo posto sono convinto che si rimetta a posto un po’ tutto»), Spalletti poi è tornato su Totti, ripercorrendo anche alcuni tratti degli anni passati insieme: «Il ricordo più bello del nostro rapporto è la qualità, la forza, la sua personalità. Il carattere è stato fondamentale, quel suo modo di dire: “Datemi la palla e vi faccio vedere io”, togliendo responsabilità agli altri calciatori. È un dono che ci è stato fatto, gli vogliamo tutti bene. Poi, però, ci sono stati anche dei momenti in cui non ho condiviso le sue prese di posizione. In qualcuna di queste qualità che lui ha deve ancora andare in profondità: essere leader di una squadra significa poi donare tutto quello che hai agli altri. Lui lo ha anche fatto, ma agli altri il messaggio a volte non è arrivato. È sempre stato messo davanti a tutto, annullando la qualità degli altri giocatori. Totti da solo non basta e se la Roma non ha vinto niente, c’è da mettere dentro anche il comportamento di Francesco». E l’esempio preso da Spalletti torna addirittura alla stagione 2006-07, quando Totti vinse la Scarpa d’oro: «Quell’anno lì sbagliò sei rigori, ma nessun altro voleva tirarli per rispetto suo. Magari se ne segnavamo qualcuno però si facevano più punti. E questa cosa non mi andò bene». In realtà quell’anno Totti di rigori ne sbagliò addirittura sette (tra campionato e coppe), ma uno solo determinò un danno reale alla Roma, nel pareggio (2-2) contro l’Ascoli. La Roma, alla fine, arrivò però a -22 dall’Inter. Insomma, errori ininfluenti, di certo meno pesanti della Scarpa d’oro.

IL FUTURO Di futuro, invece, Spalletti non ne ha voluto parlare, dribblando abilmente ogni domanda a riguardo: «Dobbiamo pensare solo ad arrivare fino in fondo, in questa partita c’è tutto quello che cerchiamo da un anno. Dobbiamo battere il Genoa, altrimenti la festa ce la fa in Napoli. Gli allenatori si cambiano, ho letto spesso tanti nomi, fa parte della nostra professione». Ne parlerà con Pallotta, magari stasera o domani mattina. E poi annuncerà lo sbarco all’Inter.

IL PRESIDENTE Già, Pallotta. Arriva oggi e starà qui fino a mercoledì. Ieri ha affidato il suo pensiero ad un lungo post sul sito del club: «Sarà un privilegio essere all’Olimpico per assistere alla fine del primo volume di una carriera leggendaria. Tutti mi hanno sempre insegnato che Francesco Totti non era solo il più grande attaccante della storia del calcio italiano, ma era di più: il simbolo di Roma. Da bambino anche io ho avuto i miei idoli, come Bill Russell che ha giocato per 11 anni con i Boston Celtics. Ma Francesco gioca con la Roma da 25 anni, qualcosa di incredibile. E sarà anche il Dio del calcio quando si allaccia gli scarpini, ma il Francesco che ho conosciuto io è umile, una splendida persona. La sua carriera è una sceneggiatura di Hollywood, il mio unico rimpianto è essere arrivato troppo tardi. Non ci sarà mai un altro Totti». Già, è vero. Capirlo adesso, però, forse è davvero troppo tardi.

Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT - ANDREA PUGLIESE

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