Rassegna stampa

Amici? Le due verità di Gattuso e il Civ

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 21-12-2013 - Ore 10:23

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Amici? Le due verità di Gattuso e il Civ

CORSERA (C. DEL FRATE) - Porte aperte a Milanello, grande confidenza con tanti calciatori rossoneri, Gattuso compreso, con il quale usciva a cena e trascorreva tempo. Altro che questuante e scocciatore: Francesco Bazzani, per tutti il «Civ», l’allibratore a cui ci si rivolgeva per avere i risultati sicuri della serie A, descrive se stesso come un personaggio «pappa e ciccia» con il mondo dorato del pallone italiano. «Però di truccare le partite non se ne parlava nemmeno».

Parole di Bazzani stesso nel corso del primo interrogatorio dopo il suo arresto, condotto dal gip di Cremona Guido Salvini alla presenza del pm Roberto Di Martino. «Il mio assistito è un grande appassionato di calcio, anche di scommesse, non lo nascondiamo. Conosce un sacco di giocatori del Milan ma anche del Bologna, della Lazio; è in confidenza con loro, e trascorre tempo con loro anche fuori dagli stadi» ha riferito dopo l’interrogatorio il difensore del Civ, avvocato Settimio Biondi. Tutto lecito; solo che questa versione è ben diversa da quella che Gattuso ha raccontato in numerose interviste l’indomani della sua iscrizione al registro degli indagati. «Ringhio» aveva riferito di sapere chi è Bazzani, ma l’ha definito semplicemente uno dei tanti che girano al margine dell’ambiente dei club per avere biglietti gratis e soprattutto aveva sempre detto di non aver mai risposto alle chiamate del «Civ».

 

L’attrito tra i due racconti è tale che gli inquirenti cremonesi hanno già messo in calendario ulteriori interrogatori. Il 30 dicembre toccherà di nuovo a Bazzani, dopo le feste sarà il turno di Gattuso, ma non sono esclusi anche confronti tra i vari indagati. Durante l’interrogatorio del bookmaker, che risulta ufficialmente disoccupato ma distribuiva dritte per 300 mila euro al colpo e riceveva i suoi accoliti all’hotel Tocq di Milano, c’è stato spazio per digressioni su altri personaggi dell’inchiesta di Cremona. Una di queste ha riguardato Stefano Mauri, il capitano della Lazio che sta già scontando una squalifica a nove mesi (scadrà a maggio) e che proprio oggi comparirà davanti al Tnas (l’ultimo gradino della giustizia sportiva) per vedersi riformata la sanzione. Mauri ha sempre detto di aver effettuato scommesse su partite di basket americano e su incontri di tennis; tra i suoi contatti telefonici è comparso anche il numero del Civ proprio in corrispondenza di due partite sospette (Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del maggio 2011). Ebbene, ieri Bazzani ha confermato quei contatti con Mauri ma ha precisato che non si parlava di basket o tennis, ma proprio di scommesse calcistiche. Sempre ieri a Cremona ha risposto alle domande dei magistrati l’altro «mister X» del calcio scommesse, Salvatore Spadaro. Al termine del test istruttorio il suo difensore Alessandro Billè ne ha tracciato un ritratto ai limiti del naïf: «Il mio assistito non sa nulla di calcio. Ama scommettere e decide le puntate solo sulla base della sua esperienza di giocatore di poker o di frequentatore di casinò». Però Spadaro è quello che azzecca in anticipo 14 risultati giusti su 15 di incontri al vaglio dell’inchiesta. Come si spiega? Risposta dell’avvocato: «È un uomo molto fortunato…».

Fonte: corsera

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