Rassegna stampa

Cassano si rimette in gioco: “Voglio far venire un dubbio a Conte”

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 22-04-2015 - Ore 08:26

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Cassano si rimette in gioco: “Voglio far venire un dubbio a Conte”

Il luogo dell’appuntamento non è esattamente quello che speri: piazza del Duomo davanti al battistero, oppure il teatro Regio. Invece no, una rotonda dal fondo sconnesso sulla tangenziale, periferia disordinata di Parma che la luce della primavera non riesce ad addolcire. Ma ai bordi della strada c’è il centro Wellfit. È il posto scelto da Antonio Cassano per preparare l’ennesima rincorsa: «Voglio arrivare a Parigi. Perché? Dove sono i prossimi Europei?». Il sorriso è il solito, lo sguardo un po’ languido. Indica la moglie Carolina Marcialis: «Se non ci fosse lei a tirarmi giù dal letto al mattino...». Ancora Cassano: «Ma fisicamente sto molto bene, devo solo mettermi sotto. Dopo aver lasciato il Parma avevo bisogno di assoluto riposo per un po’. Ora ricomincio, non faccio nemmeno ferie. La prossima sarà la stagione più bella della vita mia». Dunque obiettivo l’azzurro?

«Quello sempre. Un dubbio voglio farglielo venire a Conte. Fosse solo anche per una notte, fosse soltanto anche per un’ora. Un’ora di dubbio, ma voglio fargliela venire. Per me sarebbe una soddisfazione enorme. Un conto è conquistare la Nazionale a vent’anni, un altro è riconquistarla alla mia età».

Sì ma per andare in Nazionale ha bisogno di giocare. Dove?

«La mia squadra è la Sampdoria. È la squadra del mio cuore, sono innamorato della Sampdoria, l’ho detto mille volte e lo ripeto ancora. È l’ultima però. Questa è l’ultima offerta, non posso essere io a insistere. Io posso dire che vorrei giocare nella Sampdoria la prossima stagione e che i soldi non sono un problema». Sarebbe disposto a rinunciare a cosa?

«Quando dico che non è un problema di soldi significa che sarei disposto ad allineare il mio ingaggio a quello degli altri giocatori. Del resto a gennaio avevo promesso che sarei venuto anche gratis».

Prego?

«Ci siamo incontrati con il presidente Ferrero e avevamo trovato l’accordo. Fino a giugno venivo gratis, poi mi avrebbe fatto un biennale. Ma a un certo punto è saltato tutto, francamente non so perché, non so se è stato l’allenatore o chi. L’importante è che lui faccia andare bene la mia squadra come sta facendo». Con Mihajlovic che rapporto ha?

«Gli ho solo mandato un messaggio. Ma non mi ha risposto, evidentemente non era il numero giusto...». Molto probabilmente andrà via a giugno da Genova. Lei chi prenderebbe se fosse Ferrero?

«Prandelli. Ha profilo internazionale, lavora bene con i giovani, sa farli crescere. È l’ideale».

È un altro tecnico con cui ha un buon rapporto. A Parma invece cosa è successo?

«È diventato complicato. Non era più possibile restare. Si perdeva di continuo, non si parlava più di calcio. L’ambiente era malato. Mi dispiace perché la città e i tifosi non lo meritano. Qui c’è gente eccezionale». Quando si è capito che sarebbe finitamale?

«Da subito, questa stagione».

Da subito non vi pagavano gli stipendi?

«Sì, ma per me non è quello il problema principale. Io gioco perché mi diverto: io gioco per fare il tunnel, l’assist. Voglio fare spettacolo, e lo farò ancora».

Con la sua generazione questo tipo di giocatore sta scomparendo. Vede qualche giovane che può sostituire lei o Totti?

«L’unico italiano giovane di talento è Roberto Soriano. Poi ci sono tanti buoni giocatori ma il talento, per come lo intendo io, ce l’ha soltanto lui».

Ha addosso gli occhi di mezza Bundesliga...

«Li portano via, altro problema nostro. I giocatori buoni vanno via, quelli stranie

Fonte: La Stampa - GIAMPIERI

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