Rassegna stampa

Concetti da ribaltare. Apriamo ogni spazio allo spettacolo

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 08-04-2015 - Ore 12:30

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Concetti da ribaltare. Apriamo ogni spazio allo spettacolo

Lo striscione di Roma vale la squalifica della curva romanista. Benitez sostiene che non le curve, ma interi stadi andrebbero chiusi al pubblico. È un’opinione che non condivido. Nel calcio abbiamo represso molto e represso male. Puniamo tutti perché non riusciamo mai a punire davvero i colpevoli. Questo non è civile. Il calcio in Italia è uno spettacolo costoso e unico: per entrare bisogna mostrare un documento, passare i tornelli, venire perquisiti, aprire le borse, lasciare sigarette e accendini e far sì che il rapporto con chi perquisisce fili liscio, cosa non sempre facile nemmeno per gli innocenti. Con queste soluzioni da paese militare qualcosa abbiamo ottenuto: negli stadi adesso si discute di striscioni, gli incidenti gravi sono diventati rariOggi si discute dei «buuu» razzisti, dei giocatori che accettano il processo pubblico davanti alla curva, ma lo spazio della battaglia è stato spostato un chilometro-due prima dello stadio. È una soluzione? No, una garza su una ferita, ma la criminalità è sempre contenuta, mai risolta, qualunque sia nel mondo.  Il concetto di giustizia nel calcio è però stato rovesciato. Più che la caccia al bandito, si tende a punire tutti. A pagarne le conseguenze è nella stragrande maggioranza dei casi chi non ha commesso niente. Nella vita si punisce chi altera l’ordine delle cose per proteggere chi vive normalmente. Nel calcio perde chi paga il biglietto e non ha fatto niente. Dopo quarant’anni di stadio penso sia l’ora di ribaltare il concetto, esattamente l’opposto di quel che pensa Benitez. Provo a dire, apriamo lo stadio a tutti, togliamo i tornelli e le perquisizioni, magari facciamo stadi nuovi pensando alla comodità della gente, senza rubare troppo sugli appalti, torniamo in sostanza a essere normali e vediamo cosa succede.

La curva adesso è un tunnel buio e angusto in mano a un centinaio di delinquenti professionisti, riducibili, ma diciamo la verità, ineliminabili. Allarghiamo tutto, lasciamolo territorio libero. Succederà ancora qualcosa, ma allora sarebbe chiaro chi è la causa e come intervenire direttamente, sul posto. Forse siamo tutti ormai maturi per provare. Se non altro perché abbiamo già provato tutto l’opposto e nel complesso sappiamo che è stato una vergogna.

 

Fonte: Corriere della Sera – M. Sconcerti

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