Rassegna stampa

Conte sfida la Spagna e attacca Tavecchio: "Ho avuto solo promesse"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-03-2016 - Ore 07:36

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Conte sfida la Spagna e attacca Tavecchio:

LA REPUBBLICA - CURRO' - Come l'ultima partita della Nazionale nel 2015 a Bologna con la Romania, anche la prima del 2016 simboleggia lo sforzo di conservare la leggerezza del calcio contro il terrorismo. «Non abituiamoci alla disumanità », è l’appello di Buffon. Il gioco della Spagna rappresenta la gioia di stare sul palcoscenico. E il teatro è il più nuovo d’Italia, il Friuli-Dacia sprovvisto di barriere, nelle ore in cui le barriere sono diventate la forma più istintiva di difesa. Ma stasera la risposta più forte sarà che davanti a 23 mila persone — minuto di silenzio per le vittime di Bruxelles e dell’incidente delle ragazze dell’Erasmus a Tarragona, duemila agenti di rinforzo — l’Italia di Conte e la Spagna di Del Bosque prepareranno l’Europeo. «Che è una festa: fermarsi sarebbe la fine vera », dice Conte. Sportivamente è la serata degli esami, con un supplemento del tutto personale per il futuro allenatore del Chelsea. Il quale non accetta di passare per traditore, dopo l’annuncio dell’addio, e non è tenero verso Tavecchio. «Mi avevate chiesto di fare chiarezza e sono stato trasparente. Mi rimarrà per sempre l’orgoglio smisurato di avere guidato la Nazionale. Ma sono stato sottoutilizzato, a dispetto di quanto mi era stato promesso. Per la squadra non è cambiato niente: i ragazzi sono spugne, assorbono i miei insegnamenti in poco tempo. Arriveremo all’Europeo con una squadra, non con una selezione». Sa di avere tutti gli occhi addosso, inclusi quelli del successore, che potrebbe osservarlo dalla tribuna. Donadoni resterà al Bologna e Capello sarebbe davanti a Cannavaro corteggiato dai cinesi, a Mancini, Tardelli e Mazzarri. Lippi osserva attento. Di sicuro l’incontro di Capello col presidente della Figc Tavecchio sarà inevitabile: l’ex ct di Inghilterra e Russia figura tra gli ex sportivi friulani invitati alla prima azzurra del rinnovato Friuli. Le vedette sono in azione da ieri per avvistarlo. Il ct in carica non se ne cura troppo, né lo angustiano i tabloid britannici, che per ora si limitano alle curiosità sulla dieta (colomba e uovo di Pasqua saranno consentite?, questo è il dilemma). A lui preme constatare se il divario tecnico dai campioni d’Europa sia inferiore a quello del famigerato ranking Fifa, i cui criteri verranno ridiscussi a maggio: oggi le due nazionali sono separate da 11 posizioni e la numero 14 dell’Italia, dietro l’Ecuador, è addirittura in pericolo, dato l’incombere dell’altrettanto difficile amichevole di martedì a Monaco in casa della Germania campione del mondo. Eppure le assenze di Chiellini, Marchisio, Verratti e Barzagli, punti fermi della squadra, si trasformano in un’occasione, per chi teorizza il primato degli schemi memorizzati sulle giocate dei singoli. «Bisogna sfruttare l’emergenza, per capire chi è pronto. Cerco responsi». Il vero oggetto dell’esame è dunque il concetto più caro a Conte: il camaleontismo nel cambiare modulo, partendo dalla difesa a 3 (quella a 4 ha barcollato troppo col Belgio). Il 3-4-3 di base, potrà mutarsi in 3-5-2 e in 4-3-3, grazie ai movimenti dei numerosi eclettici: in particolare Darmian, Candreva, Giaccherini, Eder e del ripescato Thiago Motta. Conte scruterà con ansia l’attacco, dove la coppia Pellè-Eder alimenta dubbi tecnici: El Shaarawy è pronto. Nella ripresa verrà deciso l’eventuale debutto di Bernardeschi e Jorginho. Pirlo e De Rossi hanno due mesi per ribaltare il verdetto. «Guarderò il campionato italiano e quello americano, c’è anche Giovinco. Però ho già le mie idee». Da martedì non ci saranno altre partite: per rientrare tra i 23, agli esclusi serve un’impresa.

Fonte: LA REPUBBLICA - CURRO'

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