Rassegna stampa

Cruijff, il campione totale improvvisamente fragile Ha un tumore ai polmoni

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 23-10-2015 - Ore 07:52

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Cruijff, il campione totale improvvisamente fragile Ha un tumore ai polmoni

CORRIERE DELLA SERA - GATTI - Chiedi chi erano i Beatles, ma chiedi anche chi era Johan Cruijff. Dobbiamo dirlo ai nostri ragazzini, cresciuti al mito di Messi. Chi l’ha visto sa di cosa parlo, chi non l’ha visto non sa cosa s’è perso. Nel gioco del più grande di sempre, io ci metto proprio Cruijff, signore degli anni Settanta, gli anni dopo Pelè e gli anni prima di Maradona. In questo gioco ciascuno ha torto e tutti hanno ragione, perché parlando dei sommi si finisce sempre per fare una scelta faziosa, piena zeppa di ma, di se e di però. Eppure non bisogna esitare, impossibile salvarsi con dieci nomi: e allora io dico solo Johan Cruijff, il campione totale. Totale come il calcio del suo Ajax e della sua Olanda, un calcio allora rivoluzionario e sconvolgente, che soltanto all’epoca nostra sarebbe normale, rivisto e corretto con una verniciata di slang. L’aggressività, la squadra corta, l’occupazione degli spazi, il pressing, la difesa alta, l’ossessiva ricerca del gol: questo era già 50 anni fa lo spartito di quell’orchestra e di quell’impareggiabile direttore d’orchestra. 
Cruijff era tutto: grande solista e grande uomo squadra, capitano e gregario, giocoliere e fachiro. Era il colpo di testa, il tiro da lontano, il doppio passo leggero, l’appoggio illuminante dell’ultimo metro e il lancio millimetrico dei 40 metri. Aveva il tocco di Maradona, aveva la velocità di Pelè, ma rispetto a quei due artisti era anche un atleta. Instancabile, dinamico, senza mai correre a vuoto. Era un’icona del suo tempo, come piaceva a Minà. 
Se i toni superlativi trascendono, la colpa è sempre della memoria, che deforma la realtà sulle dolci ali della nostalgia. Ma nessun superlativo sarà mai del tutto infondato, per Johan l’immarcabile: caso mai, solo un po’ amplificato. Purtroppo, il superlativo di adesso ha tutto un altro sapore: è mesto e pietoso. Il mito di allora oggi è malatissimo. Gli accertamenti a Barcellona, sua seconda casa, parlano di cancro ai polmoni. A 68 anni, il mito diventa improvvisamente fragile e smarrito. Già nel ’91, Cruijff si era portato avanti con un intervento al cuore. Incallito fumatore, si era subito iscritto all’albo degli ex e si era prestato a una campagna contro i danni del tabacco. Stavolta però è un’altra cosa. Il campione deve lottare di nuovo, ma su un campo che non gli è familiare, dove pressing e aggressività dovrà subirli da un avversario carogna. 
E allora augurissimi Johan. Anche da questi colpi bassi, anche dai percorsi più tortuosi e dalle fessure più strette, torna l’onda lunga delle nostre emozioni lontane. In un’altra stagione della vita c’erano i classici del liceo, c’era la colonna sonora di Lucio Battisti, c’erano i sogni cullati controvento dalla sella di una Vespa, e c’erano i dribbling alla Cruijff sui rugosi campetti di periferia. Tutto è cambiato, il mondo e i nostri destini. Ma non c’è niente, neppure la più bieca delle malattie, che riuscirà mai a cambiare il tuo poster seppiato da numero uno. 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA - GATTI

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