Rassegna stampa

Dzeko è l’immagine dello spreco

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 16-01-2017 - Ore 11:46

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Dzeko è l’immagine dello spreco

REPUBBLICA - MURA – Molti definiranno cinica la Roma, al secondo 1-0. Ma va bene anche sprecona. Il cinismo subentra, con l’agitazione, quando non si riesce a chiudere la partita pur dominando. L’immagine più vistosa dello spreco è nel rigore calciato altissimo da Dzeko. A un certo punto Spalletti ha dovuto fare ricorso a Totti nel tentativo di amministrare meglio il possesso di palla. Ha tolto El Shaarawy che non riusciva quasi mai a saltare l’avversario. E nel dopopartita il tecnico, in linea con il nuovo corso, ha detto chiaro che il tempo dei buffetti e delle coccole è finito: chi fa quello che gli è stato chiesto stia sereno, chi non lo fa si accomodi in panca. Nainggolan, sempre più prezioso come uomo-ovunque, ha portato i 3 punti. Molto sudati, come a Genova. La Roma sa lottare, l’assenza di Salah si farà sentire, ma deve essere più lucida sottoporta. Il Napoli stenta a ingranare, sembra addormentato nel primo tempo invece è solo povero di ritmo ed è un lusso che non può permettersi.

Quando gioca in velocità è impressionante, il pallone gira che è una bellezza, anche le difese più forti (e non è il caso del Pescara) vanno in crisi. Curiosa la decisione di Sarri di tenersi in panchina, all’inizio, sia Gabbiadini sia Pavoletti, le punte centrali. Tonelli, 2 partite 2 gol, apre la strada quando ci si chiedeva se l’arrivo di Maradona non meritasse un Napoli più bello. Che però, a tratti, s’è visto (gol di Hamsik). Bella partita tra Lazio e Atalanta. La Lazio vince in rimonta su rigore (giusto) di Immobile. Atalanta coraggiosa, senza Gagliardini il suo centrocampo è più debole, ma prova ugualmente a fare il suo gioco. Lazio più solida e forte, presto si capirà quanto. Nel prossimo turno, Juve-Lazio e Milan-Napoli. In questa zona la sorpresa è l’Inter, alla quinta vittoria consecutiva. Pioli sta lavorando bene, non solo sul piano del gioco. Partite come quella di Udine o l’ultima, col Chievo, due mesi fa l’Inter non le avrebbe vinte, per scarso temperamento che non significa scarso impegno. L’impegno c’è sempre stato, la continuità no. La squadra si muove più sicura e l’arrivo di Gagliardini, migliore in campo all’esordio, semplifica e rinforza sia la manovra in generale sia il rendimento di Kondogbia. Perisic (7 gol di cui 5 nell’ultimo quarto d’ora) e Icardi fanno il resto. Ora il calendario propone due partite in apparenza facili (Palermo e Pescara) e poi la Juve. Quale Juve?

Fonte: REPUBBLICA - MURA

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