Rassegna stampa

Europa League: per la Juve bufera arbitri anche in Turchia

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 26-02-2014 - Ore 15:30

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Europa League: per la Juve bufera arbitri anche in Turchia

Le polemiche inseguono la Juve perfino sulle coste del mar Nero: sono attutite, impastate più di rimpianto che di rabbia, comunque ruotano attorno a sviste arbitrali. Non c’entrano, a differenza del derby, espulsioni risparmiate o rigori non concessi: c’entra un gol cancellato che ha lasciato il segno sulla partita d’andata. 
Il Trabzonspor, a Torino, aveva agguantato il pareggio: tocco di Olcan Adin sottoporta, Buffon infilzato e gelo sullo Stadium. Un secondo, il tempo di capire: perché l’arbitro Bulbakov, bielorusso, imbeccato dal collaboratore, aveva battezzato fuori il pallone crossato da Yussut Erdogan e assegnato la rimessa dal fondo. La linea, in realtà, non era stata varcata e oggi, alla vigilia del ritorno, è inevitabile sentire la parte turca rispolverare

PIEGA - Forse la partita avrebbe preso un’altra piega, forse gli avversari dei bianconeri avrebbero strappato il punto, forse sarebbe arrivata comunque una sconfitta però più morbida nel risultato e dunque meno ardua da rimontare. «Abbiamo visto e rivisto la registrazione: era gol – l’analisi di Hami Mandirali – l’arbitro ha deciso di non darcelo, rispettiamo comunque le decisioni». 
Il tecnico osserva, non strepita, appare più dispiaciuto che seccato. Uno stato d’animo condiviso nello spogliatoio, dove però qualche umana vena d’incavolatura s’allunga. Di più, in verità, tra i tifosi, anche per l’eco del derby arrivato fin quaggiù, ma tutti si sforzano di metabolizzare l’ingiustizia e s’aggrappano alla speranza di ribaltare comunque la situazione.«La gara sarà in salita perché ci serviranno tre gol, ma ci proveremo» spiega il centrocampista Didier Zokora, e Mandirali, tra luogo comune e vita vissuta dall’alto di oltre 500 partite, ricorda: «Nel calcio può succedere di tutto». 

TEMPO - L’allenatore, adesso, non è più a tempo. Dopo la trasferta torinese di Europa League, comunque positiva (lo 0-2 è maturato solo in extremis), e la vittoria in campionato con il Kayserispor che ha permesso alla squadra di arrampicarsi a -3 dalla zona che vale la qualificazione alle Coppe, il presidente Ibrahim Haciosmanoglu ha deciso infatti di prolungare la fiducia, strappando l’iniziale etichetta di traghettatore.
Il gruppo è compatto, lo stadio sarà esaurito, la consapevolezza delle difficoltà legate al valore della Juve e al peso dello 0-2 sono compensate dalla determinazione, dalla serenità di chi ha poco da perdere, dalla forza trainante del pubblico. E se dovesse arrivare subito un gol, ripetono in allenamento i blu-bordeaux facendosi coraggio, farà ancora più caldo: non è un augurio vago, ma un’aspettativa fondata sui dati che vogliono il Trabzonspor sempre in vantaggio a metà delle partite di Europa League fin qui disputate.

VISITE - Per cercare il vantaggio fulmineo su cui costruire l’impresa, o comunque per ribellarsi a un destino che sembra scritto, Mandirali avrà un’arma in più, importantissima: Florent Malouda. Il centrocampista francese, assente all’andata per infortunio e non convocato nemmeno per l’ultima di campionato, ha svolto degli allenamenti mirati per essere pronto domani ed è appena tornato in gruppo, alimentando l’ottimismo. Metterà al servizio della squadra esperienza e qualità, oltre alla motivazione particolare che solo la Juve, sfiorata due volte, può trasmettergli. Nel 2007 aveva addirittura effettuato le visite mediche, poi Didier Deschamps non trovò l’accordo con la dirigenza per il rinnovo e il suo ingaggio finì in bolle di sapone. Nell’estate 2011, anche l’ad Beppe Marotta provò a informarsi, ma il salario pagato al tempo dal Chelsea sforava di gran lunga (e sforerebbe tutt’oggi) i tetti bianconeri. La decisione finale sul suo impiego sarà presa soltanto oggi, dopo la rifinitura all’Huseyin Avni Aker che precederà la conferenza stampa, ma il francese preme per esserci e il Trabzonspor ci conta. D’altra parte, come dice Mandirali? «Nel calcio può succedere di tutto».

Fonte: corrieredellosport.it

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