Rassegna stampa

Falcao ritorna e lancia ancora la sfida alla Juve: «È grande Roma»

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 22-02-2017 - Ore 10:49

|
Falcao ritorna e lancia ancora la sfida alla Juve: «È grande Roma»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Tempo perduto e tempo ritrovato. Occorrerebbe un Marcel Proust (un po’ meno snob) per raccontare le emozioni descritte dalla ragnatela di rughe che graffiano il volto di tutti i presenti, senza per questo scalfire la gioventù di cui si riappropriano in modo quasi magico vedendo il Divino camminare di nuovo nei vialetti di Trigoria. Paulo Roberto Falcao riabbraccia la Roma col sorriso gentile e l’accento melodico di sempre. L’occasione il docufilm «Chiedi chi era Falcao» diretto da David Rossi, che andrà in onda domani sera su Roma Tv al termine della partita di Europa League contro il Villarreal. Alla presentazione, a cui hanno partecipato il d.g. MauroBaldissoni (che ha parlato di «recupero della storia») e il responsabile dei media Guido Fienga, c’erano anche Bruno Conti e Ubaldo Righetti, che insieme a Falcao hanno scritto tra le pagine più belle del calcio giallorosso, in cui spiccano le vittorie di uno scudetto e due Coppe Italia.

IO E LA JUVE - L’ex stella del calcio brasiliano ha parlato del suo amore per Roma e i suoi tifosi, «che non si è spento neppure a trent’anni di distanza». Un amore che si è incarnato anche nella sfida senza quartiere contro la Juve, materializzatasi nel trailer attraverso lo storico gol annullato a Turone a Torino nella stagione 1980­-81. «Io vorrei anche quello scudetto – dice Falcao –, però consola sapere che il calcio non è questione di giustizia, ma semplicemente un gioco». Insomma, la ferita con gli anni si è rimarginata solo in parte, e così non sorprende come spieghi così il periodo: «Non era facile combattere con squadre più forti non tecnicamente, ma politicamente. Il presidente Viola non aveva il potere economico delle altre società, però aveva grinta. Avremmo potuto vincere altri due scudetti». Falcao, però, esalta i bianconeri. «Intendiamoci, la Juve era una squadra fortissima e potente. Proprio per questo il nostro scudetto è stato straordinario, perché siamo riusciti a battere una squadra che aveva metà Nazionale italiana, anche se in generale abbiamo vinto meno di quanto dovevamo. Comunque è bello che anche oggi ci sia questa sfida. La Juve è ancora fortissima e la Roma è una squadra grande, e per esserlo ancor di più deve avere un proprio stadio. Adesso c’è una società vera, si può iniziare a costruire una vittoria anche fuori dal campo: con l’organizzazione, con la possibilità di conoscere un giocatore ed acquistarlo. È una Roma che pensa al presente ma anche al futuro. È una Trigoriadiversa, che sa di vittoria. Il club deve pensare in grande».

IO E VIOLA - Falcao racconta anche della grandezza di quella squadra. «In Brasile avevo vinto tutto e nella vita bisogna rischiare. Qui a Roma ho avuto la fortuna di trovare un allenatore come Liedholm e grandi compagni. Bruno (Conti) tecnicamente era più forte di me, Agostino (Di Bartolomei) calciava meglio, Pietro (Vierchowod) era più veloce, io magari ho portato quella mentalità che ha convinto tutti di poter vincere». E la storia avrebbe potuto avere anche un ulteriore epilogo. «Nel 1991 avevo già trovato l’accordo per un biennale come allenatore della Roma, ma con la morte di Viola si fermò tutto». Altri epoche. Anche come ingaggi. «I più forti dei nostri tempi guadagnavano come i top di ora guadagnano in una settimana».

TOTTI E SPALLETTI - Falcao però chiude parlando del rapporto non idilliaco fra Totti e Spalletti (presente in disparte, in fondo alla sala). «È difficile giudicare. Francesco è un giocatore straordinario che avrebbe meritato il Pallone d’oro, Spalletti sta mostrando tutto il suo valore. Sono due persone intelligenti, l’importante è che si rispettino. Io mi auguro che Totti possa giocare fino a 50 anni. L’ho visto prima e gli ho ricordato che un anno fa, quando aveva problemi, l’avevo invitato a giocare nella mia ex squadra, lo Sport Club do Recife. Ero con la numero dieci pronta per lui, ma poi ha rinnovato…». E quando Totti dai social replica: «Fra i grandi del passato mi sarebbe piaciuto giocare con lui», Falcaosorride con la grazia del calcio di una volta. Quella che ci fa soffrire un po’ di nostalgia.

Fonte: La Gazzetta dello Sport - Cecchini

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom