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Falcao: «Spalletti e Totti devono rispettarsi di più»

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 22-02-2017 - Ore 10:11

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Falcao: «Spalletti e Totti devono rispettarsi di più»

IL TEMPO - MENGHI - In una Trigoria che «puzza» di vittoria, il divin Falcao ricorda gli anni d’oro e si fa spazio tra i meandri di un presente anche un po’ scomodo, perché l’attualità rimbalza da un campione all’altro e arriva a Totti, al rapporto di amore-odio conSpalletti, che nascosto in un angolino dell’affollatissima sala conferenze se la cava con un sorriso di facciata dopo aver rialzato il polverone. «Francesco – assicura il brasiliano idolo dei romanisti – è un giocatore straordinario e avrebbe meritato di vincere il Pallone d’Oro. Mi auguro possa giocare fino a 50 anni. L’allenatore sta dimostrando tutto il suo valore ed è sempre molto difficile giudicare da lontano, ma sono due persone intelligenti e la cosa importante è che si rispettino. Un anno fa, quando era scoppiato quel problema tra i due, avevo invitato Totti a giocare nella mia ex squadra, lo Sport Club do Recife. Avevo già pronta la numero 10, poi ha rinnovato…». Stima ricambiata, visto che ieri Totti ha twittato:«Mi sarebbe piaciuto giocare con Falcao». Se il capitano ha ancora modo di scrivere pagine di storia del calcio sui campi di gioco, Falcao ha smesso da un pezzo e nella capitale è tornato per girare un docufilm prodotto da Roma Studio con la regia di David Rossi.

«Chiedi chi era Falcao» è il titolo della pellicola che verrà trasmessa su Roma Tv domani sera alle 22, dopo la partita di Europa League con il Villarreal, è una domanda senza punto interrogativo perché non c’è bisogno di spiegare chi sia uno dei centrocampisti più forti degli anni ’80, ma c’è sempre bisogno di raccontare una bella storia. Da Porto Alegre al Colosseo, il Divino ripercorre i passi fatti da calciatore: «All’epoca era molto difficile essere l’unico straniero in squadra. Liedholm mi ha aiutato molto. Non era facile combattere con tante squadre potenti politicamente allora». Contrastare il Nord era una missione e anche per questo motivo la Roma di Viola aveva scelto di puntare su Falcao, che nel suo bagaglio portava la mentalità vincente: «La squadra ce l’aveva già, ma dava 6 o 7 e poteva dare 8 o 9. Io ero sicuro della capacità dei giocatori che avevo accanto, Bruno Conti (in prima fila ieri assieme a Ubaldo Righetti e Roberto Scarnecchia, ndc) era più brasiliano di me, Agostino tirava più forte di me, Vierchowod era più veloce di me, poi c’era CarlettoAncelotti… Il mio contributo è stato quello di far capire a tutti che si potevano vincere le partite e arrivare allo scudetto». Il duello del passato è lo stesso di oggi, Roma controJuventus è la storia che ritorna: «La Juve di allora era fortissima e lo è anche quella attuale. La vittoria di quegli anni è stata straordinaria: loro avevano metà Nazionale italiana, ma noi abbiamo fatto l’impresa».

La differenza tra il prima e il dopo sta nella struttura stessa di Trigoria: «Il risultato non si costruisce più solo sul campo, si può cominciare a preparare una vittoria anche fuori. C’è la possibilità di proiettarsi al futuro: questo devono fare le grandi squadre». Il mondo tecnologico non piace molto a Falcao, in contrasto con la nuova generazione di calciatori: «Ci sono oggi tanti interessi e preoccupazioni, stanno sempre col telefonino. La rete dei social network distrae, mentre noi avevamo la testa solo sull’allenamento e sulla partita. E il più pagato alla nostra epoca prende quanto uno di adesso in una settimana». I tempi cambiano, i ricordi restano e il club giallorosso non dimentica di celebrare i suoi pregiati pezzi di storia. Il trailer di «Chiedi chi era Falcao» trasuda verità ed è esattamente quello che dovete aspettarvi: nel docufilm il suo procuratore storico, Cristoforo Colombo, svelerà i retroscena del mancato approdo all’Inter, mentre il brasiliano tra le altre cose confiderà perché non ha potuto tirare il famoso rigore contro il Liverpool in finale di Champions. Per chi c’era e vuole riviverla, per chi invece non era ancora nato e vuole verificare i racconti del papà, domani va in onda per la prima volta la Roma di Falcao: in circa 90 minuti, come la sua partita della vita.

Fonte: Il Tempo - Menghi

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