Rassegna stampa

I dissidenti scendono in piazza: "Basta scelte a porte chiuse"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 21-02-2017 - Ore 07:41

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I dissidenti scendono in piazza:

MESSAGGERO - PIRAS - Speravano di essere coinvolti nella processo di decisione partecipato sullo stadio. E invece oltre un centinaio di attivisti M5S oggi, a mezzogiorno, saranno costretti a scendere in piazza della Madonna di Loreto, a due passi dal Campidoglio, per manifestare in pubblico tutti i dubbi, messi in chiaro fin dal 2014, sull'operazione Tor di Valle. Gli attivisti si incammineranno verso Palazzo Senatorio per consegnare alla sindaca Raggi una bozza di delibera di annullamento dell'atto originario dell'iter di approvazione dello stadio.
Quelle degli attivisti sono perplessità in parte condivise da Raggi che però ha preferito convocare una cabina di regia politica ristrettissima sulla questione. Il tempo scorre e la sindaca ha voluto fare il punto con i vertici M5S, il suo vice Bergamo, la presidente della commissione urbanistica Iorio, i legali e lo staff parlamentare del M5S.
Chi è rimasto fuori non l'ha presa benissimo. Basta leggere le parole di Francesca De Vito, sorella di quel Marcello presidente dell'Assemblea capitolina che non ha partecipato alla riunione sullo stadio: «Da quando il M5S fa riunioni a porte chiuse? Ma non dovevamo portare lo streaming nella politica?». La De Vito, va detto, si esprime a titolo personale, come in autonomia oggi parteciperà alla manifestazione dal titolo Virginia parliamo insieme dello stadio.

LA POSIZIONE - Perché è giusto partecipare, scrive la De Vito, purché non diventi la solita contrapposizione Raggi-Lombardi, sottolinea. La deputata romana Roberta Lombardi qualche giorno fa aveva espresso una forte contrarietà all'operazione urbanistica ma è stata redarguita sul blog di Grillo. Per questo sarà importante oggi capire e contare quanti, con Grillo presente nella Capitale, manifesteranno il proprio dissenso ribadendo quei malumori già emersi durante l'ultima assemblea capitolina per il mancato collegamento tra eletti in Campidoglio e militanti pentastellati.
La protesta è in realtà una richiesta a palazzo Senatorio perché accolga il lavoro del tavolo Urbanistica, composto da professionisti del settore, tutti militanti volontari, che in questi anni hanno studiato a fondo il dossier stadio istruendo gli interventi degli allora consiglieri comunali che votarono no alla delibera proposta da Ignazio Marino nel 2014.

LA MISSIVA - «Cara Virginia, sulla vicenda stadio state prendendo una cantonata!» scrivono gli attivisti tra cui spicca l'architetto Francesco Sanvitto, coordinatore del tavolo Urbanistica che ha contato decine di illegittimità nell'iter dello stadio. Per gli attivisti si deve ricominciare tutto da capo per apportare modifiche sostanziali al progetto.
E quindi bisogna annullare la delibera di pubblico interesse votata nel 2014. «Speriamo che il sindaco prenda coscienza dei fatti - dice Sanvitto - Il problema non è lo stadio, ma è tutta l'espansione urbanistica che ruota attorno allo stadio. Ripeto: come sono state conteggiate quelle cubature? Da dove saltano fuori quei valori, chi ha fatto quelle stime? Parliamo di questo».

Fonte: MESSAGGERO - PIRAS

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