Rassegna stampa

Il partito delle Olimpiadi arruola Totti contro la Raggi

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 08-06-2016 - Ore 08:37

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Il partito delle Olimpiadi arruola Totti contro la Raggi

IL FATTO QUOTIDIANO – DE CAROLIS/MANAGO' - È andata male, anzi peggio. E allora il Pd romano e i suoi sodali imitano Luciano Spalletti: nel secondo tempo gettano nella mischia Francesco Totti. È proprio lui, il numero dieci della Roma, che di buon mattino, con una nota all’Ansa, si espone per la candidatura della Capitale come sede dei Giochi Olimpici del 2024: “Avere una visione lungimirante per il futuro di Roma significa perseguire obiettivi importanti, e tra questi c’è sicuramente la candidatura alle Olimpiadi. Dare ai nostri figli la speranza di rinascita è un dovere di tutti quelli che ci governano e ci governeranno”.

NIENTE NOMI , ma è un chiaro assist al dem Roberto Giachetti, sostenitore della candidatura. E un pollice verso nei confronti della 5Stelle Virginia Raggi, contrarissima (con qualche titubanza giorni fa). “Solo lavorando tutti insieme per portare qui i Giochi del 2024 - conclude il capitano - si può garantire una prospettiva di sviluppo alla città. Da romano e romanista sarò sempre orgogliosamente a favore delle Olimpiadi”. Poi in serata, la precisazione: “La politica non c’entra: non voglio essere strumentalizzato”. Giachetti, romanista, esulta con un tweet: “Le Olimpiadi sono un’occasione storica per Roma, ha ragione #Totti. Dire di no per paura sarebbe un danno enorme”. Nel pomeriggio si aggiunge il laziale Antonio Candreva: “Dobbiamo spingere tutti per avere le Olimpiadi e le Paralimpiadi a Roma, la città diverrà a misura di disabile”. Scrivono i calciatori. Ma dietro c’è Giovanni Malagò: presidente del Coni, motore del comitato per Roma2024 (il presidente è Luca Cordero di Montezemolo), che sta tappezzando la città di manifesti 3x2 del Comitato con gli sponsor in bella evidenza (da Enel ad Alitalia). È l’imprenditore a convincere Candreva e il suo amico Totti: per inciso, in rapporti di affari con il Campidoglio, a cui affitta da anni un palazzo della sua società Number Ten a Tor Tre Teste, dove vengono ospitate 35 famiglie, in cambio di un canone da un milione di euro. Già nel 2008, comunque, Totti sostenne con un video il candidato premier democratico Walter Veltroni. Il succo però è che Giachetti e il Pd ripartono dalle Olimpiadi. La rincorsa alla Raggi con 120mila voti in più passerà soprattutto dalle opere da realizzare. Quindi i Giochi, con relative infrastrutture (un pensionato, un lago artificiale, stadi da rinnovare). Ma anche lo stadio della Roma e il completamento della Metro C. Opere che dovrebbero portare soldi e posti di lavoro. E attirare elettori, ma pure ciò che è rimasto del voto organizzato: il pensiero va innanzitutto ad Alfio Marchini, poi a spezzoni di centrodestra. E ovviamente ai costruttori, a cominciare da Francesco Gaetano Caltagirone. Il tutto cementato da Gianni Letta. “I Giochi porteranno il 4% in più sul Pil e 177mila posti di lavoro”, giura il comitato nel dossier presentato a febbraio.

GIACHETTI spingerà su questi numeri: “Da qui al 19 giugno spiegherà cosa può realizzare lui e cosa invece bloccherebbe la Raggi”, riassumono dal Pd. Insomma, politica contro antipolitica. Ma ci sono anche i dubbi dei candidati dem al Comune, che ieri hanno incontrato Giachetti. Il renziano ha ribadito: “Il 60 per cento dei romani vuole le Olimpiadi, porteranno lavoro”. Più d’uno ha risposto che sarebbe meglio concentrarsi su rifiuti, buche e periferie. Poi c’è il Partito radicale, in cui è nato politicamente Giachetti: i radicali lo sostengono, ma continuano a dire no ai Giochi e a invocare un referendum. Il segretario Riccardo Magi: “A breve inizieremo a raccogliere le firme, ne bastano 28mila in tre mesi. Per i nostri sondaggi, il 63% dei romani vuole essere consultato”. Replica Giachetti: “Il referendum sarà il ballottaggio”. Silente invece la Raggi. Prepara il finale di campagna con un occhio a destra, per prendere i voti di Giorgia Meloni (insisterà sulla sicurezza). È contraria ai Giochi, ma sfumerà i toni per non aiutare il Pd. Ieri sera Alessandro Di Battista, a Otto e Mezzo: “L’iter dei Giochi è iniziato (con il via libera del Comune, ndr) e non lo interromperemo. Ma le priorità sono altre”. Un no soft. Ma chiaro

Fonte: IL FATTO QUOTIDIANO – DE CAROLIS/MANAGO'

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