Rassegna stampa

In difesa del marito l’aplomb perduto dalle dame del calcio

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 27-09-2016 - Ore 07:05

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In difesa del marito l’aplomb perduto dalle dame del calcio

REPUBBLICA - SORRENTINO - Laccate o meno, sempre unghie sono. E servono a quella cosa lì, proprio: a difendere il consorte offeso. Che poi, per difenderlo, partano altre offese, fa parte del gioco, o della natura umana, o dei tempi che corriamo. Giù le mani da mio marito, urlano le signore del calcio, e non da oggi. Il “piccolo uomo” di Ilary Blasi a Luciano Spalletti fa rumore, anche se di solito certe invettive partono dai social e non dalle pagine di un giornale. È il web ad aver amplificato il fenomeno, perché una volta le signore non partecipavano ufficialmente alla vita dei mariti, o al limite imponevano la loro feroce volontà al chiuso delle mura di casa: come accadde a Véronique, che portò via Zinedine Zidane da una Torino che non le piaceva (vivono ancora, felicissimi, a Madrid), o a Kristen, che convinse Andriy Shevchenko a lasciare Milano per Londra. Ma i social hanno cambiato le prospettive, ora le signore si esprimono eccome, e non solo come Wanda Nara, la moglie-manager di Maurito Icardi che usa i social con disinvoltura a fini di marketing, e anche per mandare messaggi come ha fatto in estate, quando voleva spostare il marito al Napoli (ma non è stata ascoltata). Carolina Marcialis, signora Cassano, scrisse un tweet al curaro contro Donadoni, che allenava il marito al Parma: «…abbi fede, Crisantemo », era l’orrenda chiusa, anche se pare che a vergare il tutto fu proprio Totò, approfittando dell’account della moglie, ma vai a sapere. Benedetta Balleggi, moglie di Luca Antonini ai tempi del Milan, salutò così l’esonero di Allegri, con cui il marito non aveva spazio: «Allegri? Finalmente godo anch’io». Fu di breve durata invece la soddisfazione di Federica Riccardi, moglie di Alessio Cerci: in un post criticò il calcio italiano che non aveva saputo valorizzare il marito, costretto ad andare all’Atletico Madrid, e chiudeva: «…saluti serie A, noi ce ne andiamo nel calcio che conta». Quattro mesi dopo, Cerci veniva risucchiato dal calcio che non conta, insomma tornava in Italia con le pive nel sacco. Cose che capitano.

Occhio anche alle mogli imbufalite per gli insulti dei tifosi: «Andate a fare in c…tifosi occasionali del c…» tuonò e cinguettò Jenny Darone, moglie di Lorenzo Insigne, dopo una contestazione nel ritiro precampionato di Dimaro, ma ancora prima era stata Yanina, moglie di Ezequiel Lavezzi, a scagliarsi contro Napoli: «Città di merda», fu il suo sobrio commento dopo che le avevano fatto sparire l’orologio di marca con una gentile rapina. Si è trasceso assai una volta, quando la moglie di Antonio Nocerino, Federica, non apprezzò un commento della blogger Selvaggia Lucarelli sul marito e andò giù piatto, dandole della «vecchia vacca» («Vecchia a chi?», fu la sublime risposta). Un filo più elegante Monteserrat Benitez, moglie di Rafa, quando il marito andò al Real, rilevando per la terza volta una squadra del suo nemico più grande: «Rafa viene chiamato ad aggiustare i casini che lascia Mourinho», il commento della signora, ma doveva saperlo che Mou avrebbe risposto da par suo: «Lei pensi piuttosto a curare meglio la dieta del marito». E insomma guai a farle arrabbiare, queste signore: reagiscono. A volte anche in direzione opposta, attenzione. Come potrebbe raccontarvi Pablo Armero, incappato nelle ire di sua moglie perché beccato in casa con due signorine che proprio non dovevano essere lì. La signora perse il suo aplomb, prese una mazza e giù bastonate al marito, aiutata dal di lei padre, e furono mazzate vere, mica virtuali. Non fatele arrabbiare, ecco. Mai.

Fonte: REPUBBLICA - SORRENTINO

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