Ivan Pelizzoli: "Giocare a Roma è sempre una grande emozione"
Ivan Pelizzoli portiere del Pescara, per quattro anni ha difeso la porta della squadra giallorossa, con oltre 70 presenze in Seria A - L'IFFHS l'ha classificato al quarantaquattresimo posto tra i migliori portieri della decade 2001-2010 (il terzo italiano dopo Buffon e Toldo e insieme a Cudicini).
Pubblichiamo un estratto di una lunga intervista che il portiere ha rilasciato, al Corriere dello sport:
Oggi torna all’Olimpico. Sensazioni?
«Ero venuto con la Reggina e anche con il Cagliari, ma ero in panchina. Questa è la prima da titolare contro la Roma all’Olimpico. Tutta un’altra cosa».
Quattro anni in giallorosso. Cosa le è rimasto dentro?
«Tanti ricordi, il calore della gente. Quattro anni bellissimi, sono stato veramante bene. Di quella squadra sono rimasti solo tre giocatori: Totti, De Rossi e Perrotta».
Che Roma trova rispetto a quella che ha lasciato?
«Questa è una Roma con più prospettive, quella era una Roma di grandi campioni affermati. Ora ci sono tanti giocatori giovani che stanno facendo benissimo e che hanno voglia di affermarsi».
In giallorosso l’ha voluta Capello. Che rapporti ha avuto con lui?
«Sempre ottimi, all’inizio mi ha fatto giocare, poi no. Ma il rapporto è sempre stato schietto e leale».
Per un portiere difficile imporsi a Roma?
«I portieri che sono passati a Roma durano due, tre anni poi vengono messi da parte. Lo stesso è accaduto con Doni. Spero che Stekelenburg duri a lungo, è un ottimo portiere. A Roma è difficile, c’è molta pressione, quando sbaglia qualcuno il primo che paga è il portiere».
Anche l’ultimo anno alla Roma è stato molto difficile.
«Ho contato cinque allenatori, è stata un’annata da dimenticare per tutti. Alla fine in molti se ne sono andati».
L’Olimpico e la Roma come avversario. Una domenica speciale…
«Sarà emozionante sicuramente, però parliamone dopo la partita».
Il momento più bello in giallorosso.
«Appena arrivai giocai e vincemmo la Supercoppa. Ma anche il terzo anno è stato fantastico, un testa a testa con il Milan per lo scudetto fino all’ultima giornata. Giocai grandi partite, fui protagonista del record di imbattibilità: portiere meno battuto d’Europa, presi il premio Saracinesca d’oro. Quella era una grande squadra. Con ottimi difensori come Chivu, Samuel, Zebina e Panucci, centrocampisti del calibro di Emerson e Dacourt, davanti un certo Totti…».
Che continua a conquistare record. Se lo aspettava?
«Francesco non mi sorprende, è sempre stato un grande professionista, ha sempre voglia di dare tutto per questa città e questa maglia. Spero che possa giocare fino a 40 anni e per come sta in questo periodo può superare anche il record di Piola. A Totti è legato un altro bel ricordo della mia carriera. Il 4-0 alla Juve. Parai anche un rigore. Atmosfera magica quella sera all’Olimpico».