Rassegna stampa

L’Italia del dietrofront le pressioni dei club più forti dell’azzurro

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 08-10-2015 - Ore 07:54

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L’Italia del dietrofront le pressioni dei club più forti dell’azzurro
LA REPUBBLICA - CURRO' - Lorenzo Insigne è il calciatore più in forma del campionato e il ventiquattresimo convocato in Nazionale, durante la gestione Conte, che torna a casa per un infortunio prima di una partita: dato statistico inquietante, anche se nella lista (Chiellini, Balotelli, Verratti, Marchisio, De Rossi i nomi più importanti) gli infortuni non sono sempre lievi. Se l’ala del Napoli sarà in campo dopo la sosta contro la Fiorentina non potrà certo dirsi azzardata l’ovvia conclusione: o l’aria di Coverciano fa male agli azzurri oppure i club contano ormai molto più della squadra massima espressione del calcio italiano, in realtà considerata un intralcio. Si sfiora l’incidente diplomatico praticamente a ogni raduno.
Torna d’attualità il famoso sfogo del ct a Genova quasi un anno fa: «Dobbiamo fare da soli, non ci aiuta nessuno: veniamo sempre dopo tutto il resto». Conte ha combattuto ancora per qualche tempo, chiedendo collaborazione ai suoi colleghi e aiuto a Figc e Lega di A. Poi si è arreso e ripete lo stesso ritornello: «Non posso sprecare energie: mi servono per un grande Europeo». Sembra la conferma di un mandato a termine: in 3 giorni ha incassato un doppio, garbato ma clamoroso no (prima di Insigne era stato l’attaccante del Sassuolo Berardi, alla prima convocazione, a chiedere di restare a casa). Sembra sempre più impossibile che accetti la proposta del presidente Tavecchio di restare oltre giugno 2016. Il caso Insigne è emblematico. Determinante nel trionfo del Napoli a San Siro col Milan, è arrivato a Coverciano con un forte dolore (contusione) al ginocchio destro, operato un anno fa per la lesione del legamento crociato. Ancora euforico, si è allenato lunedì, per guadagnarsi il posto dopodomani in Azerbaigian. Martedì il dolore è rispuntato e lui si è dovuto fermare, però il professor Castellacci ha escluso gravi problemi. «Nulla di drammatico». Pareva scontato che saltasse al massimo Baku e che tornasse a disposizione martedì 13 a Roma con la Norvegia, sfida fondamentale se l’Italia non dovesse vincere in Azerbaigian: due pareggi bastano per la qualificazione e perfino la caduta al terzo posto non impedirebbe l’ingresso dalla porta di servizio, ma il duello con la Norvegia può comunque diventare delicato. Insigne ha ricevuto la telefonata preoccupata di De Laurentiis e, ieri, quella di Sarri. Il succo era lo stesso: «Non rischiare». Il presidente del Napoli però nega: «Non c’è nessuna volontà del Napoli. Gli è stato asportato del liquido dal ginocchio che si era gonfiato in quanto aveva forzato nell’allenamento con l’Italia, i medici della Nazionale hanno chiesto l’autorizzazione al nostro staff». Insigne ha chiesto di tornare a Napoli, dove verrà visitato oggi. Conte non ha fatto una piega,proseguendo con le prove di 4-4-2 cangiante in 4-3-3, dove le ali sono essenziali: linea di centrocampo a 4 Florenzi- Verratti o Pirlo-Parolo- El Shaarawy, Pellé di punta e ballottaggio Eder-Candreva. La chiosa è l’autobiografia di Pirlo: «Non mi hanno mai fatto pressione per rinunciare a una convocazione, sapevano che avrebbero incassato un sonoro no. L’Italia vale più di qualunque società. Provo fastidio, quando mi accorgo che i club pensano ai fatti loro». Sembra di un secolo fa.

Fonte: LA REPUBBLICA - CURRO'

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