Rassegna stampa

La Roma e Sabatini: cura del silenzio per ricucire lo strappo

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 27-03-2016 - Ore 08:28

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La Roma e Sabatini: cura del silenzio per ricucire lo strappo

LA GAZZETTA DELLO SPORT - STOPPINI - Enjoy the silence, nella vita e pure nei corridoi di Trigoria. Perché un po’ di buona musica e qualche nota dei Depeche Mode può essere la via per ricucire lo strappo. Enjoy the silence, tanto la strada opposta ha prodotto solo danni. Il silenzio per riallacciare il rapporto tra Walter Sabatini e James Pallotta, perché si verifichi quel «cataclisma» (copyright Sabatini) che sarebbe la permanenza del direttore sportivo alla Roma. Ma la partita non è ancora così compromessa. È vero, il risultato pare scontato, ma manca ancora tanto tempo alla fine, c’è spazio per cambiare il segno della storia. E per cambiarlo, più che telefonare dall’altra parte dell’Oceano, serve giusto aspettare ancora qualche settimana, il tempo necessario a far tornare a Sabatini la voglia di Roma.

Baldissoni resta Premessa: il piano non è semplice. Però qualche punto va messo in ordine. Il primo: Sabatini ha un contratto in scadenza nel 2017, al contrario di quello del d.g. Mauro Baldissoni, in scadenza a giugno ma la cui conferma non è in discussione (presto arriverà il rinnovo). In un colloquio con il presidente, Sabatini ha manifestato l’intenzione di voler andar via. È lui che vuole lasciare la Roma, non è dunque Pallotta a volerlo allontanare. E sarebbe strano il contrario a pensarci bene, se è vero che dal punto di vista prettamente economico-finanziario diventa difficile mettere in discussione il lavoro del ds. Uno che certamente ha dei limiti, da non ricercare però nella capacità di fare mercato di alto livello con budget limitati. Pallotta, in quel colloquio, non ha accettato le dimissioni. Semplicemente, ha glissato. Poi ha scelto di evitare un confronto nei giorni romani. Ma fosse per lui, il divorzio non sarebbe la soluzione. Anzi, non è la soluzione.

OLTRE GIUGNO «Sono convinto che Walter ci ripenserà», ha detto Spalletti lunedì scorso. Dopo aver sottolineato l’errore dell’annuncio delle dimissioni, di quel...mancato silenzio che tanto avrebbe fatto comodo. Perché le parole a margine della gara con l’Inter non hanno fatto altro che rafforzare l’orgoglio di un presidente, Pallotta, che non accetta di essere messo davanti a un aut-aut da un suo dipendente. Un dipendente che ha pure criticato duramente per qualche scelta di mercato, ma del quale riconosce le doti. E che lui vede al lavoro anche dopo il 30 giugno, come da contratto. Perché se è vero che non ha stoppato i nervosismi di Sabatini, è vero anche il contrario. Che non ha accettato le dimissioni, appunto, e che non ha iniziato i colloqui per la successione, nonostante i venti intorno a Trigoria provino a spingere un giorno quel dirigente e il giorno dopo l’altro: Carli, Gerolin, Pradè, pure Sogliano è entrato nella lista dei pretendenti.

quale libertà? Lista che è solo virtuale, oggi. Perché a Trigoria si lasciano aperta la possibilità che il tempo smorzi le voglie di fuga di Sabatini. E che i risultati della squadra facciano il resto. In fondo, nulla è scontato. Neppure che al Bologna o al Milan Sabatini abbia margini di manovra maggiore rispetto alla Roma. Forse potrebbe averlo all’Inter, altro club al quale è il dirigente è stato avvicinato. Ma la testa, oltre le parole, è ancora dentro la Roma. Enjoy the silence. Chissà, magari in un mese sarà cataclisma.

Fonte: LA GAZZETTA DELLO SPORT - STOPPINI

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