Rassegna stampa

Legge stadi, ore decisive (e la brutta figura di Letta)

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 10-12-2013 - Ore 16:16

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Legge stadi, ore decisive (e la brutta figura di Letta)

(Repubblica.it - Bianchi) - Legge sugli stadi, giorni (ore) decisive. Ora se ne discute alla Camera, in occasione degli emendamenti sulla legge di stabilità. Ci sono problemi, non tutti sono d'accordo sulla nuova stesura preparata dal ministro Delrio, "renziano" di vecchia data. In caso di ulteriore bocciatura, dopo quella del Senato, oggi che tornerebbe a galla il disegno di legge dei deputati (Pd) Fossati e Nardella. Ma in questo caso i tempi si allungherebbero, e non di poco. Su questa vicenda la classe politica (e ci mettiamo anche Letta, con questo testo formulato male che aveva spaventato tutti) ha fatto sinora una pessima figura. "Il Coni non legifera ma ha molto interesse che si creino i presupposti perché un privato abbia tre condizioni necessarie per investire nella costruzione di uno stadio: procedure certe, tempistica e la soglia minima per avere una sostenibilità finanziaria del progetto" ha spiegato ancora una volta Giovanni Malagò, n.1 dello sport, intervistato dal Processo del Lunedì che va in onda su Rai Sport 1 (prima parte 0,40% di share, 115.000 spettatori; seconda parte 0,60%, 117.000) ."Sarei molto deluso se questa legge non fosse approvata, perché nella passata legislatura arrivò a pochi metri dal traguardo e poi tornò indietro come nel gioco dell'oca. Se adesso con questo governo di larghe intese, con un esecutivo che ha mostrato grande attenzione verso il mondo dello sport non ci si riesce, quando mai ci si riuscirà?".

Le partite serali e la scoperta che d'inverno fa freddo...
Tutti gli anni c'è qualcuno che scopre che d'inverno fa freddo (e, a volte, nevica pure): ecco quindi le solite lamentele, inutili, sulle partite serali a gennaio e febbraio. Di campionato e anche di Coppa Italia. D'altronde, così vogliono molti tifosi (forse la maggioranza) e soprattutto i presidenti che prendono i soldi dalle tv. Ridicolo prendersela con la Lega di Serie A che fa i calendari. La Rai, ad esempio, ha previsto nel suo contratto, per i diritti tv della Coppa Italia (22 milioni di euro) 14 prime serate su 17 partite dagli ottavi alla finale: per ogni gara in meno, la Lega deve pagare una penale di un milione di euro. Per questo gli ottavi sono stati spalmati su cinque date. Sì, comandano le tv. Bella scoperta: ma le tv tengono in piedi il Circo del pallone, e la cosa sta benissimo ai presidenti. E, credo, anche a molti tifosi: cosa direbbero se le squadre del cuore non avessero i soldi per fare il mercato? Nessuno ricorda comunque che una soluzione, almeno parziale, al problema ci sarebbe: ridurre la A da 20 a 18 squadre. Ma i presidenti non ne vogliono sapere.

"Diritto e procedura nel calcio", convegno a Roma
Un tema di stretta attualità, proprio nel momento che il Coni sta per varare la tanto auspica riforma della giustizia sportiva: lunedì 16 dicembre, dalle 9,30 alle 18,30, si terrà a Roma (Hotel Parco dei Principi) un interessante convegno dal tema "Il diritto e la procedura nel calcio". Particolarmente folta, e qualificata, la partecipazione: Malagò, Abete, Santacroce (primo presidente corte di Cassazione), Bresciano (presidente tribunale Roma), il superprocuratore Figc Stefano Palazzi, tantissimi avvocati esperti anche di diritto sportivo (Conte, Gallavotti, Tobia, Gentile, Medugno, Canovi, ecc.) e componenti delle commissioni Figc e Coni (Torri, Sanino, Mastrandrea, Coccia). Invitati anche Baldini, Fenucci e Tommasi.

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