Rassegna stampa

Moviola in campo: perché sì e perché no

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 29-06-2014 - Ore 10:49

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Moviola in campo: perché sì e perché no

Blatter ha aperto al diavolo: la moviola entrerà nel calcio, con i dovuti accorgimenti. Per una volta ci troviamo d’accordo con il satrapo svizzero. L’uso della moviola non cancellerà gli errori perché dare agli allenatori due possibilità di chiederne l’intervento, l’esclude negli altri casi, e ci saranno situazioni in cui rimarrà inapplicabile: ad esempio se un’azione da gol viene fermata per un fuorigioco inesistente non si potrà correggere lo sbaglio a gioco fermo. Però qualche ingiustizia sarà sanata. Ne resteranno altre? Pazienza: come dice il Trap, tra il niente e il piuttosto è meglio il piuttosto. Esorcizzato il tabù, potranno venire altri sviluppi. Fino a pochi giorni fa c’era persino chi si opponeva all’occhio elettronico contro i gol fantasma. Non ci sembra che abbia fatto danni, nei Mondiali è entrato in funzione una sola volta ed è servito più della rivoluzione platiniana dimettere gli arbitri di porta che decidono pure loro con occhio umano e non con un computer. La bomboletta spray per segnare dove si piazza la barriera sembra una carnevalata tuttavia dov’è il pericolo, a parte il contributo al buco nell’ozono? Dopo anni di immobilismo il calcio comincia a muoversi. Lo fa solo perché ogni graffio alla sua credibilità è un danno economico,ma va bene. La tesi che gli errori arbitrali fanno parte del gioco ci ricorda il romanticismo su quando si giocava con le maglie di lana e si andava allo stadio col tram… Anche a noi questo calcio poco umano piace meno di una voltama non è per ragioni del tipo che allora i numeri andavano dall’1 all’11: è perché sono cambiati i rapporti, i calciatori erano presenze tra la gente e non gli autori di un tweet. E poi coraggio: Blatter ha deciso di adottare la moviola,ma non quella di Biscardi.

PERCHE’ NO.

C’era una volta un riformista che dopo il pessimo Mondiale di Italia ’90 si battè, con la consulenza preziosa di Paolo Casarin, per stroncare l’ostruzionismo imperante attraverso l’introduzione del fallo da ultimo uomo, la punibilità del fallo tattico e l’obbligo per il portiere di giocare il retropassaggio con i piedi.Oggi c’è un demagogo che pur di restare al potere, e controllare per altri quattro anni che restino secretate malefatte planetarie, atterra addirittura sul pianeta moviola. E bravo il colonnello Blatter. Per anni ha tenuto fermo sia il marchingegno elettronico per i gol-non-gol, che la bomboletta spray per le barriere. Adesso che hanno –inevitabilmente – avuto successo, sposta il confine più in là. E propone l’uso della moviola in campo a gentile richiesta degli allenatori (poi dei presidenti, poi dello sportivissimo pubblico, perché si sa da dove si comincia ma non dove si va a finire). Sensori e bombolette non sono invasivi. La palla è entrata o non è entrata: ilmuro sta fermo lì, a nove metri e quindici. Pazienza dunque se l’occhio elettronico entrasse in azione, a gentile richiesta, per stabilire che il fuorigioco c’era o non c’era. No, non è quella la casistica cui pensa il rottamando presidente della Fifa. Lui pensa a due episodi per tempo che ciascun allenatore può chiedere di rivedere e di inficiare. Per esempio ieri Scolari avrebbe potuto chiedere l’instant replay per un mezzo rigore su Hulk nel primo tempo, e per ilmani-nonmani sempre diHulk nel secondo. E di che aiuto sarebbe stato il replay? Di nessuno, perché dopo averli rivisti una dozzina di volte il dubbio per entrambi gli episodi rimane. Perché questo è il calcio, e la sua imperfezione non è un limite bensì un valore aggiunto, come quei cinque centimetri di differenza che avrebbero fatto di Pinilla un eroe nazionale anziché uno sfigato. Ci sarà tempo di riparlarne. Per ora accontentiamoci, perché se non altro Blatter ha raggiunto Biscardi.

Fonte: La Stampa

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