Premiata ditta El Sha e Perotti il nuovo avanza e oscura Dzeko
GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Prima una piramide, poi quelle mani a battere forti sul petto e infine il simbolo dell’amore, quel cuore con cui Diego Perotti ha chiuso il cerchio. È la storia di ieri delle esultanze degli attaccanti della Roma (ieri cena celebrativa per festeggiare), quelle che hanno dipinto il derby di giallorosso. La gioia dei due uomini (El Shaarawy e Perotti) che hanno cambiato il volto alla squadra in corsa e quella di chi doveva farlo da luglio scorso e non ci è riuscito, Edin Dzeko. Alla fine Spalletti se li coccola tutte e tre: «Perotti ed El Shaarawy sono due giocatori eccezionali: Diego ha più carattere, Stephan deve metterci più rabbia. Dopo il gol ha pensato a gestire 3-4 palle anziché chiudere la gara. Per diventare un campione deve migliorare su questo». E Dzeko? «È entrato bene, ha fatto un gol che non era facile, ma è sempre la squadra che reagisce, non un giocatore solo. Ha caratteristiche diverse dagli altri, ci è stato utile quando la Lazio ha spinto».
VOGLIA DI DERBY Già, però poi vaglielo a dire a Dzeko che pensava di essere venuto a Roma per riprendersi quelle ali che gli avevano tarpato negli ultimi tempi di Manchester. «Le panchine sono difficili da gestire, non è facile per me senza la fiducia, senza essere titolare. E questo lo sa anche Spalletti — dice il bosniaco — È vero, ho fatto degli errori, ma ho bisogno di dimostrare il mio valore e posso farlo solo giocando. Cercherò di essere professionista fino in fondo». Proprio come ieri, quando ha chiuso virtualmente il match con il 2-0. «Il derby mi porta fortuna: due partite, due vittorie e due gol. Magari si potesse giocare sempre contro la Lazio...»
Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE