Rassegna stampa

Rizzitelli: "Ora ridatemi il mio trofeo"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 14-09-2016 - Ore 09:26

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Rizzitelli:

IL MESSAGGERO - CAMILLETTI - L'ex attaccante della Roma, Ruggiero Rizzitelli è stato intervistato da Il Messaggero ed ha parlato della Coppa Uefa del 1991. Queste le sue parole:

Anno 1991, Roma-Inter 1-0 e Coppa Uefa sfumata. Che effetto le fa pensarci oggi che la Roma ha perso la Champions e affronta l’Europa League?
«Parlare adesso è difficile, dopo aver perso e dopo la rimonta dello scorso anno. Prima dell’arrivo diSpalletti la squadra era smarrita. Una cavalcata fantastica, un gioco spumeggiante, con prestazioni super. E poi invece per una partita essere cacciati fuori, è una mazzata difficile da digerire», dice Ruggiero Rizzitelli con la testa un po’ all’oggi e molto, ancora, ad allora.

A questo punto?
«Tutto sommato queste sconfitte vengono proprio per maturare. Fa parte del gioco, ma fa male. L’Europa League negli ultimi anni è migliorata molto. Prima era snobbata da tutti e invece ora tutti ci tengono. La Roma non può permettersi di trascurarla: deve puntare assolutamente alla Coppa».

Il suo fu l’ultimo gol della Roma in una finale europea. Quante volte è tornato a quella partita?
«A gennaio, a vedermi piangere in una foto di allora, mi sono tornate le lacrime. Ricordo spesso quella partita, anche perché in molti me la fanno ricordare. Fa male, perché l’avevamo cercata, voluta e meritata. Era un’Europa diversa: dentro o fuori ad ogni partita. L’unica doppia fu proprio quella con l’Inter. All’andata (Inter-Roma 2-0,ndr) venne concesso un rigore che per noi non c’era. Protestammo, ma dopo il primo gol arrivò anche il secondo. Fu dura rimontare, ma quella dell’Olimpico fu una grande prestazione. Se invece del palo avessi segnato, la partita sarebbe cambiata. Il mio gol arrivò alla fine e non ci fu tempo per recuperare».

La partita della Roma che vorrebbe commentare, quella da sogno giallorosso?
«Visto che si parla di finale, la finale dell’Europa League sarebbe il massimo, ma non con un pianto finale: almeno mi dà una mano a dimenticare».

Fonte: Il Messaggero - Camilletti

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