Rassegna stampa

Roma, è l’ora del Messi d’Egitto

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 15-09-2015 - Ore 06:39

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Roma, è l’ora del Messi d’Egitto

GAZZETTA DELLO SPORT - STOPPINI - Si racconta che quel soprannome lì, il Messi d’Egitto, glielo abbiano dato ai tempi del Basilea per la velocità palla al piede e il suo dribbling stretto. Ma sono solo due aspetti scomponibili delle mille qualità del Messi vero, Lionel, quello che domani Salah si troverà di fronte all’Olimpico, per l’esordio stagionale in Champions League. Le altre 998, probabilmente, hanno dato adito ad altrettanti paragoni, quelli che si sentono un po’ ad ogni latitudine: dal Messi dei Carpazi a quello indonesiano, greco o cileno. Una sfilza infinita di giocatori più o meno talentuosi, che magari ancora devono finire di pagare il conto con un parallelo insostenibile. C’è chi è rimasto a giocare dall’altra parte del mondo, chi il Vecchio continente non lo vedrà neppure in cartolina, chi si è arreso all’evidenza. E poi c’è Salah, l’egiziano, forse quello meno lontano dal Messi vero. Solo un po’, per carità: Leo resta inavvicinabile. Ma Mohamed fa calcio vero, disegna dribbling in velocità che a volte arrivi a chiederti come possa essere accaduto. 
«Come Bolt» E allora dubbi non esistono. Domani sera Garcia lo piazzerà di nuovo tra i titolari, dopo che a Frosinone era partito dalla panchina. Lo farà perché probabilmente la Roma stavolta subirà la partita più che farla e allora uno che va via in contropiede, magari a campo aperto, serve eccome. E lo farà anche perché Salah è dieci volte meglio di Gervinho (almeno di quello attuale) ed è pure uno dei pochi a cui la Roma può aggrapparsi per cercare di fare il miracolo. Del resto, proprio quando era al Basilea il suo allenatore Murat Yakin disse: «Mohamed può sfidare Bolt in una gara di velocità». Un’iperbole, ovviamente, che rende però l’idea. Un po’ come quando era bambino e il padre (ex calciatore) era intenzionato a fargli lasciare il calcio per proseguire al meglio gli studi. «Poi mi sono affidato a Dio». Che gli ha dato in dote, appunto, le qualità del Messi d’Egitto: il controllo di palla a velocità altissime e quel dribbling secco con cui anche domani vuole provare a scardinare la difesa blaugrana, andando magari a caccia del primo gol ufficiale in maglia giallorossa. 
Voglia d’Europa Ce n’è per sognarlo, ce n’è per inseguirlo. La Spagna è ricordo dolce: a Valencia, amichevole di inizio agosto, ha segnato la rete all’esordio con la Roma. Ma la Champions tutta è ricordo dolce: per tornare a giocarla Salah ha scelto la Roma, abbandonando la Fiorentina e mettendo in secondo piano l’interesse dell’Inter. La Champions è il giardino di una casa che l’attaccante ha frequentato da giovanissimo, quando era già Mohamed ma non ancora Salah, in ogni caso forte abbastanza da convincere Mourinho a chiamarlo a Londra: con il Basilea segnò 5 reti tra preliminari e gironi, lasciando di sé un’immagine da fantascienza. Ora c’è un altro gradino da salire. In estate un quotidiano arabo, Sport 360° , mise su una discussione nella quale si chiedeva: «Salah è abbastanza forte per giocare con Real o Barcellona?». Non c’è occasione migliore per dimostrarlo. Il suo agente, Ramy Abbas, nei giorni scorsi ha detto: «A Firenze smettano di parlare di Salah...non sarà squalificato, se accadrà farò kebab in pubblico per un giorno intero». Chissà, magari varrebbe la pena cucinarlo anche solo per un gol decisivo domani. 

Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT - STOPPINI

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