Rassegna stampa

Savorani:"Pescara sempre nel mio cuore"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 20-04-2017 - Ore 11:38

|
Savorani:

IL MESSAGGERO - D'ANGELO - Ha difeso i pali della porta biancazzurra per cinque stagioni, dal 1991 al 1996. Ha vissuto sulla propria pelle le gioie di una promozione e le amarezze di una serie A da ultimo della classe. Marco Savorani oggi è il preparatore dei portieri della Roma e si prepara al ritorno da avversario all’Adriatico. L’ultima volta nel 2013, quando lavorava per il Siena, la situazione era la stessa: Pescara ultimo è già condannato alla B. “Ho ricordi stupendi dei miei anni a Pescara, dello stadio, della gente che si ricorda sempre di noi. E’ un grande piacere tornare in una città bellissima che mi ha dato tanto, forse gli anni migliori della mia carriera. Quando mi trovo a chiacchierare con Ricky Massara qui a Trigoria, spesso saltano fuori aneddoti e risate legate a quei tempi, ma anche ricordi dei momenti difficili passati insieme”, dice oggi il 52enne allenatore giallorosso, entrato questa stagione nello staff della prima squadra dopo aver lavorato nella Primavera di De Rossi per due anni.

Indimenticabile la cavalcata del 1992 con Allegri, Pagano, Massara e compagni. “E’ il ricordo che mi è rimasto impresso nella memoria: una galoppata fantastica, una squadra perfetta. Eravamo partiti come incognita del campionato, strada facendo ci siamo resi conto che avremmo potuto vincerlo. Così è stato. Merito anche di un allenatore straordinario. Siamo cresciuti insieme alla gente, alla città, di settimana in settimana”. Poi in serie A il solito film pescarese: ultimo posto e retrocessione nel 1992/1993. “Ci furono polemiche dopo la promozione per la cessione di alcuni giocatori importanti (Pagano, Dicara e Camplone al Perugia) e il giocattolo iniziò a sgretolarsi. I partenti non furono rimpiazzati nel modo giusto. Le difficoltà del salto di categoria hanno fatto il resto”, racconta Savorani. Sembra di ascoltare il racconto della stagione attuale. “La A non ti perdona, io l’ho vissuta più volte da giocatore. A Pescara e poi a Como. C’è un abisso con la B. Bisogna allestire una squadra per la categoria, serve gente che abbia esperienza e qualità”.

All’andata, all’Olimpico, aveva già intravisto una squadra senza speranze di salvezza? “Sinceramente, il Pescara non è la squadra peggiore che abbia visto contro la Roma all’Olimpico – dice l’ex portiere – . Era un momento difficile, le sconfitte iniziavano a pesare, ma la squadra aveva una sua organizzazione, il buon lavoro di Oddo si vedeva, nonostante gli infortuni e le difficoltà. In quel momento aveva ancora delle possibilità per riprendersi. Ma avrebbe dovuto vincere gli scontri diretti per salvarsi. Quelli alla fine fanno la differenza”. Il Pescara non li ha vinti ed è lì in fondo. Ora c’è Zeman. “Credo sia stato chiamato per dare una scossa, ma anche per progettare la prossima stagione. In B il Pescara dev’essere protagonista. Per la serie A non è ancora pronta, bisogna strutturarsi e consolidarsi, come hanno fatto nel tempo il Chievo, l’Udinese e altre realtà”. Lunedì la Roma non può steccare contro il Delfino. “In queste partite hai più da perdere che da guadagnare. Ci sono tanti ex giallorossi che vorranno mettersi in mostra, gli stimoli del tecnico. Dovremo tenere gli occhi ben aperti”.

Fonte: IL MESSAGGERO

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom