Rassegna stampa

Un inganno da mille gol: in Serie A segnano tutti lo spettacolo non c’è e le difese sono sparite

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 26-04-2017 - Ore 06:53

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Un inganno da mille gol: in Serie A segnano tutti lo spettacolo non c’è e le difese sono sparite

LA REPUBBLICA - CROSETTI - Difese più allegre e tifosi più felici? La somma algebrica dei gol segnati è il principale indicatore di qualità del calcio? Il campionato delle 261 vittorie, dei 946 gol e delle 48 reti in un solo turno, l’ultimo, rappresenta il migliore dei mondi possibili? Ma, soprattutto, uno scudetto (sesto consecutivo) assegnato di fatto ben prima di Natale, e retrocessioni definite sempre di fatto ben prima di Pasqua, ci dicono che l’Italia è il paese dello spettacolo? Per alcuni sì, o forse no.

Se tutto questo fosse vero, non dovremmo avere come modelli ideali il Real Madrid, il Barcellona o il Bayern ma The New Saints of Oswestry Town & Llansantffraid Football Club, più noto come TNS, cioè il dominatore del campionato gallese. I suoi baldi giovani sono gli eroi di Oswestry: guidano la classifica con 85 punti in 32 partite, hanno segnato 99 gol e hanno 27 punti di vantaggio sul Connah’s. Considerate questo esempio come un omaggio a Cardiff, sede della prossima finale di Champions, anche per non tirar fuori la solita Olanda dove ci sono da sempre Feyenoord, Ajax e Psv (attualmente in quest’ordine) e la quarta, l’Utrecht, viaggia a 15 punti dalla terza. Insomma, i campionati dove segnano molto e vincono quasi sempre i soliti non brillano per originalità, e forse neppure per divertimento.
Certo, come qualcuno ha scritto, se il gol è l’orgasmo del calcio nessuno vorrebbe assistere a incontri fatti solo di preliminari, dove alla fine non si conclude mai. Però attenzione a non confondere quantità e qualità. Teniamoci piuttosto l’apparente paradosso del campionato più pirotecnico e scontato degli ultimi decenni, e prendiamo il molto di buono che c’è. Tutti questi bomber (in 6 dai 20 ai 25 gol) e tutte queste novità, tipo la prima rete di un nordcoreano (Han Kwang Song del Cagliari) e le prime di un libico (Benali del Pescara). E se in A continua a giocare e brillare, a 39 anni poi, uno dei più grandi portieri della storia, la somma dei gol presi da Juventus, Roma e Napoli è 83, anche se d’altro canto ne hanno già fatti 219, uno sproposito. E mica si va allo stadio sperando nello 0-0, con buona pace di Annibale Frossi (cari lettori giovani, c’è Wikipedia) che lo teorizzava come il risultato perfetto, la somma delle forze che opponendosi si elidono.
Ormai in Italia si segna quasi quanto in Spagna e molto più che in Germania e Inghilterra, anche per la gioia di chi gioca al Fantacalcio (se non aveva messo Handanovic o Posavec) e di chi scommette soldi sugli “over”. Anche perché si è tornati alla tecnica (non dei difensori centrali, parrebbe) e ai campioni più che alle tattiche e alle lavagne. Ci sarebbe quasi da riscrivere il famoso detto: il calcio è quella cosa dove si segnano mille gol e vince sempre la Juve.

Fonte: LA REPUBBLICA-CROSETTI

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