Rassegna stampa

Tattoo sì, ma d’autore: gli artisti che colorano la pelle dei campioni

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 15-11-2016 - Ore 09:45

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Tattoo sì, ma d’autore: gli artisti che colorano la pelle dei campioni

REPUBBLICA - DI CORI - C’è qualcosa che accomuna i centrocampisti della Roma e della Lazio Radja Nainggolan e Lucas Biglia. E con loro 4 milioni e mezzo di italiani. Non è la passione per il calcio, ma per l’inchiostro. Sulla pelle. Con il tatuaggio che dal 2016 ha fatto la sua comparsa nel paniere Istat sono ormai lontani i tempi dello stigma da malavitoso. Vanto da spiaggia e da campo sportivo, è raro vedere una partita dove gli unici colori addosso ai calciatori siano quelli delle divise. E sebbene sopravvivano i tatuaggi di matrice politica (vedi l’affaire Di Canio e il suo Dux finito sotto le telecamere di Sky), nella maggioranza dei casi prevale il gusto per la bella immagine. Tatuaggio come opera d’arte: non a caso la categoria dei tatuatori – oggi artigiani – sta lottando per rientrare in quella degli artisti.«L’inflazionarsi del settore (circa 900 gli studi a Roma, il più alto rapporto tatuatore-popolazione al mondo, ndr) sta creando un pubblico sempre più colto», spiega Fabio Onorini, uno dei più noti tatuatori italiani. Se prima ci si affidava al negozio di quartiere oggi con i social network si cerca, ci si informa». Nel suo studio, il Fronte del Porto, zona Marconi, arriva gente da ogni dove. È lui il tatuatore di Nainggolan – sua l’appariscente rosa sul collo del belga – ma anche di Perotti, De Rossi, Verdi, Maicon. «Radja mi ha contattato su Instagram – spiega Onorini, il cui profilo conta quasi 25mila follower – quando può scappa qui da me per farsi fare un tattoo, è un vero dipendente. Anche se ormai è quasi pieno!», scherza il 33enne. Onorini è anche docente di un master in tatuaggio, partito a Roma quest’anno: tra i corsi anatomia, storia dell’arte, marketing.

«Questo è il mestiere del secolo», dice Massimo Di Clemente, in arte Disegnello. Il suo studio a Borgo Pio, Eternal City, è il punto di riferimento dei tifosi della Lazio, «anzi – sottolinea – di tutti gli ultras». Disegnello realizza le coreografie della curva nord dal 1992.«Qui l’iconografia passa dallo stadio alla pelle, in qualche modo siamo noi a lanciare le mode, in ambito di tatuaggi, ai tifosi». Con il suo stile realistico è lui ad avere realizzato i tatuaggi di Lucas Biglia, tutti di ispirazione religiosa. A Francesco Cinti Piredda dello studio Uno per Cento, invece è toccato un incarico quasi leggendario: della sua particolare tecnica del Brush painting (uno stile calligrafico che mima la pennellata) si sono innamorati Francesco Totti e Ilary Blasi. «Ormai è un caso di famiglia – dice il tatuatore – Francesco si presenta qui a sorpresa, con i figli». Tatuare un calciatore porta fama? «Sì, ma avvicina gente che vuole solo imitare, a me interessano gli appassionati veri», dice Onorini. Anche perché, né a lui ne ai colleghi manca il lavoro: liste d’attesa dai sei mesi all’anno, tariffari di circa 150 euro l’ora (la media per un tattoo di piccole dimensioni sono 2, 3 ore). E, per coloro che volessero ovviare a qualche errore di gioventù, tutti gli studi più importanti hanno un laseratore di fiducia. Della serie: uno spazio sulla pelle si trova, sempre.

Fonte: REPUBBLICA-DI CORI

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