Tutti in forma, l’Italia riscopre lo sport

MESSAGGERO - L’italiano medio cambia. Ha sempre meno le pantofole e sempre più un paio di sneaker psichedeliche ai piedi. Sogna, sì, imprese da gloria calcistica davanti alla tv, ma prova anche a riprodurle in piccolo sui campi di calcetto con gli amici. Gioca sempre di più a tennis indossando la maglietta del suo campione preferito o preferisce, magari, una corsa al parco in solitudine, con auricolari e musica adrenalinica per supportare lo sforzo. Comunque la si voglia mettere la sostanza è una sola: l’Italia ha riscoperto il piacere di fare sport. La certificazione è arrivata dalla fonte delle fonti quando si tratta di usi e costumi del Belpaese: l’annuario Istat. Secondo l’Istituto di statistica, nel nostro Paese, il 2015 è stato un anno da record: il 23,8% della popolazione dai 3 anni in su ha affermato di praticare uno sport in modo continuativo nell’arco dei 365 giorni (a loro va poi aggiunto un 9,5% di praticanti occasionali che porta il totale a 33,3%). È il riscontro più alto da quando esiste la rilevazione Istat: era il 1982, l’Italia di Paolo Rossi diventava campione del mondo in Spagna e fatalmente si cominciava a saperne di più sulle abitudini di chi Paolo Rossi lo imitava il lunedì sera dopo una giornata di lavoro. Peraltro, il dato del 2015 ritocca il primato stabilito nel 2014, quando si parlava del 23,1%. Un’impennata che arriva dopo la flessione decisa del 2011 e un triennio avaro di grandi rilanci. Al Coni incassano il risultato senza ancora commentare: ma il presidente Malagò gongolerà per quella crescita coincisa con l’inizio del suo mandato. «Siamo all’inizio di una nuova era, un nuovo Rinascimento del Paese che passa sotto l’emblema dello sport»: Malagò lo ha detto ieri nel corso di un evento a Genova di tutt’altro tipo. Ma calza: l’Italia pantofolaia ha riscoperto quella vecchia storia della mente sana nel corpo sano.