Rassegna stampa

Un Derby con poco cuore

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 03-04-2016 - Ore 08:02

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Un Derby con poco cuore

CORRIERE DELLA SERA - VALDISERRI - Il record negativo di tifosi al derby - si spera di arrivare a 30mila, ma l’impresa sembra ardua - ha nascosto in questi giorni un problema strettamente calcistico: la Roma in parte e la Lazio in toto hanno giocato un campionato deludente. I giallorossi erano partiti per conquistare lo scudetto e alla seconda giornata, con la vittoria all’Olimpico contro la Juventus, sembrava un obiettivo assolutamente alla portata. I biancocelesti, nella stagione precedente, avevano conteso alla Roma il secondo posto fino alla penultima giornata e all’ultima erano addirittura riusciti a espugnare il San Paolo, strappando il terzo posto al Napoli.

Il derby di oggi vede la Roma terza e la Lazio ottava, con una differenza in classifica di 18 punti tra le due squadre. Questo, però, è l’unico dato veramente positivo della stagione costruita dal presidente James Pallotta e dalla sua squadra di dirigenti. La Roma è uscita presto dalla «vera» lotta per lo scudetto, ha cambiato allenatore a metà strada, ha raccolto 77 milioni di euro dalla Champions League ma l’ha chiusa con un bilancio sportivo deprimente (una sola vittoria, 3 pareggi e 4 sconfitte, 11 gol segnati e 20 subiti), è stata eliminata in Coppa Italia perdendo in casa contro una squadra di serie B (Spezia) e ha trasformato in un film dell’orrore la fine della più bella storia di fedeltà e amore calcistico, quella di Francesco Totti con la maglia giallorossa.

I problemi tra il presidente Claudio Lotito e la tifoseria della Lazio vengono da lontano. La stagione in corso li ha soltanto amplificati, a partire dall’eliminazione dai preliminari di Champions League, contro il Bayer Leverkusen. La squadra ha qualche giovane interessante, ma i giocatori più importanti (Biglia, Candreva...) sembrano impazienti di andare a giocare altrove. Non si vede un piano chiaro per il futuro e anche Stefano Pioli, che ieri ha ricevuto sinceri complimenti dal collega Luciano Spalletti, è tutt’altro che sicuro di rimanere.

È vero: andare allo stadio è diventato una faticaccia. Controlli, posti cari da cui la partita si vede male, parcheggi inesistenti, le barriere in curva. Però manca un tassello importante a questo puzzle: l’incapacità dei due club di programmare e la totale mancanza di empatia con i propri tifosi. Il derby ha soltanto amplificato un sentimento diffuso: queste due squadre non hanno acceso la scintilla. Erano entrati nel cuore di romanisti e laziali calciatori e dirigenti magari più scarsi di questi, ma sentiti come «propri». Un patrimonio disperso.

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