Rassegna stampa

“Usa, la mia borsa di studio da 200mila dollari per studiare e giocare a calcio”

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 23-02-2015 - Ore 17:25

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“Usa, la mia borsa di studio da 200mila dollari per studiare e giocare a calcio”

“Ci sono le confraternite, i party, le cheerleader: il college americano non è poi così differente da quello mostrato nei film”. Dopo aver sistemato la mamma con gli studi in economia, ora a Andrea Previati toccherà rassicurare la fidanzata. Un po’ di gelosia è inevitabile quando lui sta dall’altra parte dell’oceano e gioca a pallone per una delle più prestigiose università americane, la St. John’s di New York. Fino a pochi mesi fa la sua vita si divideva tra i banchi del liceo scientifico e le zolle del campo delVerbano, ultima tappa di una carriera partita presto e rimasta in periferia. La porta girevole di questo ventenne milanese risponde a un codice html: la sua avventura ha avuto il via con un video su Yourfootball, portale che ha l’obiettivo di fare incontrare domanda e offerta di calciatori e società.

La tecnica dei suoi palleggi ha convinto tutti e Andrea Previati ha avuto una chance. “I pretendenti erano circa 4mila, non potevo credere di essere stato selezionato – racconta – A Firenze mi sono esibito davanti a un gruppo di coach americani: il provino è andato bene, altrettanto i due test in lingua inglese. Mi hanno dato una borsa da 50mila dollari all’anno, per quattro anni, per studiare e giocare a pallone negli Stati Uniti”. In omaggio anche un ticket per la Grande Mela, che Andrea ha già girato “dalla vetta dei grattacieli al Madison Square Garden”.

La St. John’s è tra i principali atenei cattolici d’America. Fondata nel 1870 dai padri vincenziani, conta oggi 14mila studenti e diversi indirizzi. Economia e legge, in linea con le esigenze della città ospitante, le lauree più gettonate. “Sono un freshman, frequento il primo anno di Economy and Business - spiega Andrea Previati – Il sistema di studio è completamente diverso da quello cui ero abituato: non c’è esame diretto, ma il voto finale è raggiunto attraverso l’applicazione giornaliera. Sono privilegiati gli aspetti pratici, mi piace molto”. Intanto continua a allenarsi e si prepara alla prossima stagione. Sportivamente parlando la St. John’s è un nome di tutto rispetto, nel football come nel basket: ex campioni Nba come Ron Artest, Mark Jackson e Chris Mullinsono usciti da qui, con loro la grande promessa mancata della palla a spicchi Felipe Lopez.

Il calcio sta ancora dietro, ma la sua crescita è evidente. “Da tempo gli Stati Uniti investono nel soccer: le strutture sono spaziali, io gioco su un campo da 4 mila posti con spogliatoi da Serie A e la banda che suona durante le partite. Ogni aspetto tattico e atletico è curato nei dettagli”. La St. John’s è una delle 220 squadre che prendono parte al campionato Ncaa, il torneo nazionale dei college. La stagione è compressa tra agosto e novembre, una ventina di partite stabiliscono il ranking del club e decretano le 50 università destinate alla fase finale. L’ateneo newyorkese, che ha in bacheca la vittoria del 1996, è storicamente tra i più competitivi, ma lo scorso anno ha fallito l’appuntamento con la corsa al titolo.

“Siamo stati tra le Top 50 fino a un paio di giornate dal termine, due sconfitte ci hanno condannato all’eliminazione – spiega Andrea Previati -. Quando sono partito dall’Italia pensavo di trovare un livello medio basso, ma non è così. Il campionato Ncaa vale la nostra Primavera, solo che i ragazzi hanno tra i 19 e i 22 anni e non 18. Venticinque componenti sui trenta della rosa della St. John’s sono stati selezionati, tra loro 14 internazionali. Gioco con un ex Lione e neozelandesi che hanno esordito con l’Under 21 del loro paese. Una volta ho marcato un ragazzo che aveva militato nelle giovanili del Borussia Dortmund, è andata bene”.

I migliori possono ambire alla Mls, la Major League del calcio a stelle e strisce che è di Giovinco e fu di Beckham e HenryTim Parker, ex capitano dei Red Storm della St. John’s, ora veste la maglia di Vancouver. Per raggiungere i grandi bisogna passare daldraft, la scelta dei prospetti universitari più interessanti da parte dei club professionistici. Si può tentare la fortuna al termine del quarto anno di studi oppure prima, ma in caso di mancata selezione non è più possibile tornare al torneo Ncaa. 
Andrea Previati, per la gioia di mamma, ha le idee chiare: “Prima mi laureo e poi vedrò se qualcuno mi chiama. L’America mi ha regalato alternative e uno sguardo più sereno verso il futuro”.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano/D.Falcini

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