Rassegna stampa

Var, macchina in rodaggio, si cerca la perfezione, ma indietro non si torna

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 22-08-2017 - Ore 09:18

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Var, macchina in rodaggio, si cerca la perfezione, ma indietro non si torna

CORRIERE DELLA SERA - PASSERINI - Ha ragione Rosetti a parlare di «alba di un nuovo giorno»perché la sensazione d’esser di fronte a una svolta epocale l’abbiamo avuta tutti, netta, un po’ come avvenne 25 anni fa esatti quando fu modificata la regola del retropassaggio al portiere: comunque la si veda la Var porta il calcio nel futuro, nulla sarà più uguale, c’è piuttosto già la curiosità di capire se e come modificherà anche il modo stesso di stare in campo, di giocare, se cambieranno gli atteggiamenti dei protagonisti, se ci saranno meno sceneggiate. Ci aspettavamo caterve di ammonizioni per richieste illegittime di videoassistenza eppure su 10 partite si è registrato un solo giallo (Perica, Udinese) in mezzo a una certa generale serenità. È sensata insomma la diffusa soddisfazione dell’universo arbitrale.

Rosetti, che del progetto è il responsabile per l’Italia, a RadioUno ha parlato di «buon inizio» aggiungendo: «Bisogna continuare a lavorare ma è un processo irreversibile che va migliorato nei tempi e nelle procedure». Il concetto di fondo — strada lunga ma è andata meglio di quanto pensavamo — è stato ribadito anche dal presidente federale e primo sponsor della Var, Carlo Tavecchio, («servirà un po’ di lubrificazione, ma sono contento») oltre che da Marcello Nicchi, numero uno dell’Aia, intervenuto alla Ds: «È come avere un portiere di riserva che ti para i tiri più pericolosi». Immagine efficace, anche se due portieri non sempre bastano, che è poi l’altra cosa che abbiamo imparato dalla prima giornata: la Var è imperfetta, abbatte il numero di errori ma non li azzera. Idem le polemiche: Fiorentina e Torino si sono sentite danneggiate e non l’hanno mandato a dire.

Fra l’altro proprio a Bologna il sistema ha avuto guai tecnici. Certo, in Bundesliga — uno dei 15 tornei che a vario titolo aderiscono alla sperimentazione — è andata ben peggio: sabato ad Amburgo, Berlino e Hoffenheim non solo gli arbitri non erano collegati col centro di controllo di Colonia, ma addirittura su nessuno dei sei campi il sistema di controllo del fuorigioco funzionava. «Situazione inaccettabile» ha tuonato la Lega che ha chiesto conto del pasticcio all’azienda che gestisce il sistema.

Ma che la Figc sul progetto abbia investito moltissimo, col chiaro intento di provare a dare una lucidata alla propria nomea internazionale ora sbiadita, lo conferma anche un altro dettaglio: per la première il designatore Rosetti ha spedito ben sei internazionali davanti al monitor contro i due soli in campo. Intanto all’estero c’è chi osserva con attenzione come Spagna e Inghilterra che la Var non l’hanno ancora introdotta, al pari della Uefa che in contrasto con i progetti della Fifa di Infantino continua a essere scettica («servirà del tempo per convincermi», le parole del presidente Ceferin). A marzo l’Ifabchiuderà la fase sperimentale e trarrà le sue decisioni nella riunione annuale che rappresenterà uno snodo decisivo in chiave Mondiale 2018: la strada verso la perfezione insomma è ancora lunga, forse infinita, ma quella verso la tecnologia è già cominciata, e indietro non si tornerà.

Fonte: CORRIERE DELLA SERA

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