Rassegna stampa

La tribù di Zaniolo: Roma & Famiglia al tempo dei social. Il magico mondo di Nicolò

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 06-12-2018 - Ore 08:26

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La tribù di Zaniolo: Roma & Famiglia al tempo dei social. Il magico mondo di Nicolò

GAZZETTA DELLO SPORT - M. CECCHINI - Avviso ai naviganti della letteratura: anche Lev Tolstoj può sbagliare. Ricordate il celebre incipit di «Anna Karenina»? «Tutte le famiglie felici si assomigliano, ogni famiglia infelice lo è a suo modo». Ebbene, quella di Nicolò Zaniolo invece sembra davvero avere i tratti della serenità, pur avendo caratteristiche assai peculiari. L’universo del 19enne centrocampista della Roma, infatti, ha rubato la scena del calcio non solo per le giocate da campioncino di Nicolò, ma anche per la vetrina che – tra storia e social – si sono meritati papà Igor, mamma Francesca (Costa, Romana e Romanista in tempi non sospetti) e sorella Benedetta si sono ritagliati da tempo il loro spazio.

LA GRINTA DEL PADRE D’altronde Igor Zaniolo, 45 anni, è stato attaccante vero. Uno da 120 presenze e 26 reti in Serie B e che avrebbe senz’altro potuto calpestare le zolle della A se avesse accettato, per esempio, le proposte di Chievo, Perugia o Reggina per essere punta di rincalzo. Zaniolo senior era (ed è) un lottatore da 90 minuti (proprio come il figlio), forte fisicamente (ma non come Nicolò) e abile di testa (per ora superiore al baby. Per ora). Ma se il Romanista ha la parola «Family» tatuata sul braccio, il motivo c’è. L’unione infatti è totale, nonostante Igor porti avanti il bar a La Spezia e Francesca abiti coi figli a Roma. Anzi, la mamma è anche l’autista ufficiale di Nicolò direzione Trigoria, visto che la patente deve ancora arrivare. Tra l’altro, scuola a parte (si è fermato per ora al 3° anno di Scientifico), uno dei pochi motivi di discussione col papà che, vista l’età, di sicuro penserà anche a quando il ragazzo avrà dei flirt veri. Immaginiamo presto.

COMPLESSO DI EDIPO E qui apriamo un altro fronte, quello (tipicamente italico) del rapporto fra mamma e figlio, in cui la lezione di Sigmund Freud sul complesso di Edipo – per chi ci crede – la fa da padrone. Se Francesca pare faccia selezione (abbastanza) critica sulle tante ammiratrici che contattano Nicolò, anche il ragazzo è geloso (si fa per dire) della popolarità che ha conquistato la bella madre sui social. Le sue «storie» quotidiane impastate di passeggiate e corse intorno al laghetto dell’Eur (abitano non lontano), le borse di gran classe messe in mostra, i video dei tifosi e della Curva Sud, ormai fanno tendenza, tant’è che anche i compagni di squadra di Nicolò nello spogliatoio qualche battutina scherzosa non se la fanno mancare.

GERRAR E LAMPARD Ma Zaniolo Jr. è in piena luna di miele con Roma. Si trova così bene che non cambierebbe squadra per nessun motivo, anche perché si trova bene con Di Francesco, che lo stimola a usare meglio il destro (è mancino, ma solo di piede). Insomma, sembrano passati secoli da quando, negli ultimi giorni di mercato, la Roma sembrava sul punto di cederlo in prestito al Sassuolo o al Chievo prima che arrivasse lo stop dell’allenatore: «Questo resta qui». Poi il decollo verticale, gli 87 giorni che hanno trasformato un finalista del campionato Primavera (con l’Inter) al titolare della Roma al Bernabeu contro il Real Madrid. Con in mezzo, tanto per gradire, la prima convocazione con la Nazionale maggiore di Mancini. Nessuna sorpresa, perciò, che il c.t. dica di lui: «Ha tutte le qualità che occorrono per fare una carriera da protagonista». Vero, tant’è che per ritrovare dei complimenti così grandi ad un baby azzurro bisognerebbe ritornare al settembre 2004, quando Lippi incoronò l’esordiente De Rossi con queste parole: «Ha le doti per diventare il Lampard o lo Gerrard italiano». Guarda caso, proprio gli stessi esempi fatti per Zaniolo.

CARNE NEL MENU Insomma, l’ex ragazzino che la Fiorentina non comprese fino in fondo perché era alto meno di 160 centimetri, ora è diventato un gigante in altezza (quasi 1.90 in un paio d’anni) e nelle aspettative. Morale: giusto che adesso l’Inter dica: «Zero rimpianti» per averlo inserito nell’affare Nainggolan per 4,5 milioni, ma radio mercato sussurra che avrebbe inserito più volentieri Pinamonti o Emmers prima di arrendersi all’ineluttabile. Ricordando forse con un brivido i sani rimproveri di Vecchi, allenatore della Primavera nerazzurra: «A volte dà solo il 60% perché gli basta per essere sempre tra i migliori». Conclusione: non sappiamo se Zaniolo raggiungerà il suo mito Kakà o «solo» Gerrard e Lampard, ma ormai questi sono i modelli che addenta quotidianamente, così come fa con la carne (che adora). Gusti e «garra»argentina, verrebbe da dire. In attesa di un futuro da stella planetaria.

Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT

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