Cool tura

Una vittoria mondiale

condividi su facebook condividi su twitter 21-07-2014

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Una vittoria mondiale

Cool-tura, rubrica a cura di Roberta Barone: veronese, classe 1964, Interior designer, ha lavorato per anni nel mondo della progettazione partendo dalla metà degli anni ’80 come assistente dell’architetto Rinaldo Olivieri, importante architetto scenografo di fama internazionale divenuto famoso in Italia per la sua archiscultura la “Stella” che, ogni anno nel periodo natalizio, incornicia in piazza Bra, l’Arena. A lui deve molto del suo percorso professionale nell’ambito dell’architettura non solo perché ne ha seguito tutti i processi artistici, tecnici, funzionali e visionari, ma anche per averlo affiancato nel difficile compito di scrittore e descrittore delle sue opere pubblicate in varie riviste internazionali di architettura, intuendo così fin da subito che fare architettura significa imparare un linguaggio che si esprima non solo nel costruito, ma anche e soprattutto nella capacità di scorgere i dettagli,  i segni del tempo, riuscendo ad interpretare e descrivere il futuro. Fotografa, grafologa, appassionata di musica e arte, vive a Roma da 25 anni in un ambiente ultra contemporaneista, esteta, amante dell’essenzialismo e contro ogni forma di inquinamento visivo, accanto ad un innato gusto per la ricerca e l’analisi, sfugge da etichette, titoli, clichè e ogni altra forma di provincialismo mentale.

Ogni settimana ci porterà alla scoperta delle tante bellezze, spesso nascoste, della nostra città e non solo...

 

Anno 2014. Anno dei mondiali. Del Brasile, delle polemiche, di un’Italia calcistica senza precedenti che, grazie alla sconfitta subita dall’Uruguay al primo turno, sprofonda al 14° posto nella classifica delle nazioni partecipanti, lasciando la vittoria mondiale ai nostri cugini d’oltralpe la Germania. No, il 2014 non è un anno da annoverare fra le glorie degli annuali calcistici, ma in quelli architettonici ed urbanistici, decisamente sì, visto che proprio l’Italia si è aggiudicata il primo premio, e a onor del vero altri nove, nella competizione per la realizzazione di abitazioni alimentate dall’energia solare che si è svolta a Parigi, nei giardini della reggia di Versailles, Solar Decathlon Europe 2014, battendo altre 19 Università concorrenti provenienti da tutto il mondo, con il progetto dell’Università di Roma Tre “Rhome for denCity”, proiettando la città eterna e non solo, verso una “smart cities” davvero degna di gloria. La cosa curiosa, a proposito delle Smart cities ossia le città intelligenti, è che il concetto urbanistico e architettonico nasce a livello mondiale proprio con la città dove si è disputata la finale germania–argentina 2014, Rio de Janeiro, la città che è diventata pioniere dei primi esempi di implementazione intelligente delle tecnologie al fine di migliorare la vita comune e ridurre gli sprechi negli ambiti più disparati, che vanno dal settore energetico, all’impiego di nuove  tecnologie per la comunicazione e fino ad arrivare a quello dello della gestione dei rifiuti. Sarà pure una coincidenza, ma non una magra consolazione, visto che il progetto ci ha decretati comunque “Campioni del Mondo” in Architettura Sostenibile. Ma che cos’è “Rhome”? Semplicemente la casa del futuro e il prototipo “Versailles” è solo una delle possibili configurazioni dello schema versatile del progetto. L’innovazione principe è quella di pensare alla futura trasformazione dell’edificio già in fase di progettazione, anticipando diverse possibilità di modificare e far crescere l’alloggio a seconda delle future esigenze familiari, così da evitare trasformazioni illogiche guidate da esigenze di utilizzo, mantenendo il design nel suo originario concetto architettonico in considerazione del fatto che oggi un numero sempre più crescente di persone non vogliono o non possono acquistare una casa a causa della situazione economica e quindi la scelta della propria abitazione spesso può rappresentare una soluzione temporanea, in questo i 60 metri quadri di “Versailles” diventano un’alternativa ed una risposta di soggiorno a medio termine, per i nuovi tipi di utenze: single, precari, giovani coppie, e anziani che necessitano di un appartamento per un lasso di tempo breve, da pochi mesi a qualche anno. Il progetto Rhome si concentra ovviamente anche su nuovi concetti di sostenibilità ambientale per ottimizzare le risorse climatiche e i materiali locali, senza utilizzare una quantità indiscriminata di energia, usufruendo di quella prodotta da fonti rinnovabili e da uno stile innovativo e metodi di costruzione avanzati, limitando la domanda di energia già dalla fase di progettazione di sistemi in grado di rispondere alla domanda minima di consumi, senza per questo rinunciare al confort termico e luminoso, così come da protocollo Active House. Si è ricorsi pertanto ad una serie di strategie passive come ad esempio la morfologia strategica della casa, la progettazione dell’involucro edilizio, l’ombreggiamento estivo attraverso le logge, la possibilità di dosare l’ingresso della luce naturale utilizzando schermi ombreggianti fotovoltaici, l’inerzia termica garantita da masse termiche naturali e la ventilazione naturale, ottenuta tramite apposite aperture, per ovviare al caldo estivo che è il principale problema tipico del clima di Roma, ma la stessa efficienza energetica deriva anche dal fatto che il prototipo “Versailles” fornisce informazioni sui consumi e su come consumare di meno. La casa temporanea è dotata inoltre di un sistema di costruzione a secco, efficiente dal punto di vista energetico, leggero e veloce da assemblare al punto che per la realizzazione sono stati necessari solo cinque giorni lavorativi e che il trasporto degli elementi costruttivi è avvenuto tramite un modello misto che utilizza camion e treno.

Ispirato alla filosofia della Smart Cities , Rhome è l’applicazione pratica di un modello di 5 punti: Riuso, Riduzione, Rigenerazione, Relazioni, Rapidità e oggi grazie alla vittoria, indiscutibile e tangibile testimonianza del principio base che peraffrontare le difficoltà, la degenerazione dei tessuti urbani e sociali delle metropoli a scala globale è necessario partire dalla soluzione del problema locale.

No, il 2014 non sarà l’anno dei ringraziamenti agli undici “azzurri”, ma alla squadra dei quaranta “verdi”, capitanati dai Prof. Chiara Tonelli Stefano Converso del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre e Michele Caltabiano student team leader, decisamente sì.

 

 

 

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