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Amianto, la bonifica più lenta della storia: gli interventi insufficienti dei Governi e i passi fondamentali secondo ONA

condividi su facebook condividi su twitter 13-03-2017

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Amianto, la bonifica più lenta della storia: gli interventi insufficienti dei Governi e i passi fondamentali secondo ONA

La bonifica dell’ amianto procede a rilento, per usare un eufemismo: per questo, da quando fu riconosciuto altamente tossico nel 1992, continua ancora a mietere vittime.

I dati, più delle parole, “parlano” chiaro e scattano l'allaramente fotografia della situazione: in più di 20 anni dall’entrata in vigore della legge 257/1992, che ha fatto divieto di estrazione, importazione, lavorazione e commercializzazione dell’amianto, è stato bonificato appena il 2% dell'amianto presente in Italia.

Diversi sono stati gli interventi (vani), in questi anni, da parte del governo uno fra i quali, il Piano Nazionale Amianto redatto nel 2012 dal Governo Monti, che però tendeva ad affrontare solo burocraticamente il problema amianto in Italia, e la sua mancata operatività è l’ulteriore conferma della totale impotenza ed incapacità delle leve azionate per arginare l’aumento delle patologie asbesto correlate.

Sono necessari interventi concreti e immediati. L’Italia ha le risorse morali e materiali per poter affrontare e risolvere questo problema, semplicemente con l’apporto dei singoli cittadini, delle associazioni, delle istituzioni, anche sovranazionali, rivitalizzando ed attualizzando i valori della Carta Costituzionale e secondo i principi della dottrina sociale della Chiesa, che costituiscono il nerbo e l’ossatura delle finalità dell’ONA Onlus.

E’ indispensabile prima di tutto la prevenzione primaria, e poi quella secondaria ed infine quella terziaria, che costituiscono le tre direttrici operative del Piano Nazionale Amianto dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus, che agiscono con una circolarità che ne potenzia gli effetti:

 

  • la prevenzione primaria, che si traduce nelle bonifiche e messa in sicurezza, per evitare ogni esposizione futura, ulteriormente e più gravemente pregiudizievole per la salute, sia per chi è stato esposto, sia per chi non lo è stato perché lo evita.

    Una bonifica che non è fine a se stessa, perché deve essere coniugata con il rinnovamento infrastrutturale e dell’impiantistica industriale, anche attraverso la leva fiscale (detrarre delle spese), con un sistema di finanziamento con la Cassa Depositi e Prestiti e i fondi strutturali europei, con le energie dell’imprenditoria privata e degli istituti di ricerca, di tutte le associazioni (compresi gli ordini professionali) e delle istituzioni locali, sì devono valorizzare tutte le realtà, con quel sistema di sussidiarietà e di capacità di tutte le istituzioni locali, per costituire al tempo stesso un volano per il rilancio della produzione nazionale, secondo i principi di economia sociale di mercato, e di un progresso che valorizzi la dimensione etica dell’economia.

    L’Associazione ha costituito il Dipartimento bonifica e decontaminazione dei siti ambientali e lavorativi, con il portale http://www.onaguardianazionaleamianto.it/ , che permette ad ogni cittadino di segnalare la presenza di amianto e contribuire così a portare a termine la mappatura e che si avvale della Guardia Nazionale Amianto per realizzare ulteriori strumenti di tutela della salute e dell’ambiente, attraverso non solo la segnalazione ma anche la richiesta di bonifica dei siti contaminati e la collaborazione con le istituzioni locali nello spirito di sussidiarietà proprio dell’Associazione. Il Dipartimento e l’Associazione si faranno promotori di progetti di bonifica e di riqualificazione, che nel contempo sono progetti di ammodernamento delle strutture e del sistema produttivo, capaci di valorizzare i fondi strutturali europei e altre forme di finanziamento anche a fondo perduto, che portino quindi alla rimozione dell’amianto in uno con il rilancio del sistema infrastrutturale e produttivo.

 

  • La prevenzione secondaria riguarda la ricerca scientifica, diagnosi precoce, terapie e cure delle patologie asbesto correlate. Il Piano Nazionale Amianto, predisposto ed approvato dal Governo Monti e che anche l'ex Governo Renzi voleva attuare nonostante fosse stato bocciato dalle Regioni, minimizza i termini del fenomeno epidemico che è in corso, poiché fa riferimento ad una stima di circa 1.000 decessi l’anno, considerando esclusivamente i decessi per mesotelioma pleurico rilevati attraverso il ReNaM (con dati che nel 2012, all’epoca della redazione del piano, erano fermi al 2008).

     

  • Quanto alla prevenzione terziaria e alla giustizia per le vittime dell’amianto, va ricordato che anche la semplice esposizione alle polveri e fibre di amianto è dannosa per l’organismo umano: le fibre invadono tutti gli organi, attraverso il torrente sanguigno e le ghiandole linfatiche, oltre che per contiguità intrapleurica, e perché persistendo nelle cellule determinano danni meccanici e lesioni precancerose, sino alla degenerazione tumorale. Occorrono quindi rilevazioni epidemiologiche e risarcimento dei danni e costituzioni delle prestazioni previdenziali per le vittime ed i familiari.

 

 

 

Fonte: ONA - Osservatorio Nazionale Amianto

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