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Amianto a Taranto. Morte per i lavoratori e inerzia dello Stato.

condividi su facebook condividi su twitter 04-07-2017

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Amianto a Taranto. Morte per i lavoratori e inerzia dello Stato.

Amianto a Taranto.

Morte per i lavoratori e inerzia dello Stato.

 

Roma, 4 luglio 2017 - L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, durante la presentazione a Roma della conferenza stampa, dal titolo “Italia: la Repubblica dell’Amianto”, ha riservato uno spazio particolare alla realtà di Taranto. “Un’indagine epidemiologica effettuata dall’Osservatorio Nazionale Amianto ha fatto emergere che a Taranto c’è un 400% in più di casi di cancro tra i lavoratori impiegati nelle fonderie IlvaPer il personale impiegatizio, esposto solo in via indiretta, invece, è stata riscontrata un’incidenza di cancro superiore del 50%. Se si paragona chi lavora come impiegato nell’Ilva di Taranto alla popolazione di Taranto, l’indice di mortalità è comunque superiore al resto della popolazione della città e a sua volta l’indice sulla popolazione di Taranto è comunque superiore a quello di ogni altra città. Andrebbero fatte indagini epidemiologiche di coorte e un’indagine per valutare il tasso di mortalità”, dichiara il Presidente dell’ONA.

Per quanto riguarda la sola città di Taranto (dove anche le attività della Marina Militare hanno dato il loro funesto contributo) la spesa sanitaria per curare i cittadini e lavoratori dalle patologie provocate dalle esposizioni e dall’inquinamento dell’Ilva di Taranto è pari a circa 4.000.000.000 di euro, a cui si aggiungono le altre spese.

L’amianto non è stato quindi un business.

Più di 3milioni sono stati i lavoratori esposti all’amianto nel corso dei decenni ed ancora oggi ci sono centinaia di migliaia di cittadini esposti e quindi il rischio di contrarre patologie asbesto-correlate non può dirsi circoscritto.

Le quantità di amianto e di materiali contenenti amianto sono pari a circa 40milioni di tonnellate, di cui 34milioni a matrice compatta e circa 6milioni in matrice friabile, con circa 50mila siti e 1milione di micrositi, con continua riduzione allo stato pulverulento ed inalazione che si aggiunge all’ingestione provocata dalla presenza di amianto nell’acqua potabile per effetto dell’utilizzo di tubature con amianto, ovvero in cemento amianto.

I numeri relativi ai dati sull’amianto, questo big killer silenzioso e devastante che miete vittime in tutta Italia, sono devastanti; si stimano, infatti, circa 6.000 decessi l’anno solo nel nostro Paese.

L’emergenza, dunque, non è soltanto sanitaria e giudiziaria, ma è anche sociale ed economica, perché tali patologie sono molto invalidanti, e determinano una necessità di assistenza, terapie e cure, e perché morti cruente, come quelle che provoca l’amianto e che sconvolgono intere famiglie anche dopo il decesso, e spesso, intere comunità.

 

Fonte: Ufficio Stampa ONA

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