DO YOU REMEMBER?... Bomber Pruzzo: "Il mio destino legato alla Roma"

condividi su facebook condividi su twitter 09-10-2013

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DO YOU REMEMBER?... Bomber Pruzzo:

Il soprannome "bomber" toglie ogni dubbio, stiamo parlando di uno degli attaccanti più prolifici della storia della Roma. Il secondo marcatore in serie A della squadra giallorossa. Ai tifosi più esperti non può che venire da sorridere pensando a quell'attaccante baffuto che dopo ogni gol andava ad esultare sotto la sud con le braccia al cielo.

Uno che è vissuto per il gol, appunto, e che di reti in Italia ed in Europa ne ha gonfiate tante. Come quando segnò al Genoa nella partite che valse lo scudetto nel 1983, o quando illuse i tifosi giallorossi nella finale di coppa campioni del 1984.
106 gol in 240 partite di campionato con la maglia della Roma, che per sedici anni gli permisero di occupare il gradino più alto nella classifica all time di serie A della squadra capitolina. Superato solo dalla leggenda Francesco Totti nella stagione 2004-2005. Nella capitale stabilì vari record: vinse tre titoli come capocannoniere: nel 1981 (18 gol), 1982 (15 gol) e 1986 (19 gol), conquistò quattro Coppe Italia (1980, 1981, 1984 e 1986) e uno Scudetto (1982-1983). 
Dopo una lunga militanza e tanti successi, decise nel 1989 di lasciare la capitale per chiudere la carriera nella Fiorentina, con cui segnò l'ultimo gol in seria A, proprio contro la Roma. Il 20 settembre 2012 è stato inserito nella Hall of fame giallorossa, tra i primi 11 giocatori ad aver avuto questo riconoscimento.
 
Bomber,  partiamo dal presente. Cosa fai in questo momento?
 
Sono il direttore sportivo del Savona, ed ho anche il patentino da allenatore.
 
I ricordi più significativi della carriera da giocatore?
 
Ho avuto anni importanti a Genova che mi hanno lanciato. Poi con la Roma il gol alla Juve in rovesciata e quello in finale di Coppa Campioni. La particolarità della mia carriera è che ho segnato il primo gol contro la Roma e anche l'ultimo, con la maglia della Fiorentina.
 
Hai vissuto il passaggio dalla cosidetta "Rometta" alla Roma vincente. I segreti?
 
Grazie al lavoro di Viola in due-tre anni siamo diventati protagonisti. Era una squadra che piano piano grazie alle idee di Liedholm e all'inserimento di due tre giocatori importanti è arrivata al vertice.  
 
Cosa pensi della Roma di oggi?
 
Direi che dopo qualche difficoltà sta finalmente tornando ad alti livelli.

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