DO YOU REMEMBER?... "Fornaretto" Amedeo Amadei

condividi su facebook condividi su twitter 12-12-2013

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DO YOU REMEMBER?...

Ci ha lasciato da poco, Amedeo Amadei, e abbiamo deciso di dedicargli questo spazio nella nostra rubrica dei ricordi. Spazio meritato, per un calciatore che ha fatto la storia di questo club, vincendo il primo scudetto nel 1942 e segnando 116 reti in campionato con la maglia giallorossa. 

La storia d'amore tra lui e la Roma iniziò nella stagione 1936-1937, quando dopo un provino effettuato all'insaputa dei genitori, venne messo sotto contratto dalla società. Era il periodo in cui la sua famiglia viveva grazie al lavoro nel forno, e i genitori avrebbero voluto che anche lui avesse portato avanti la tradizione. Non era dello stesso avviso, Amedeo, che venne soprannominato "Fornaretto" proprio per le sue origini. 

Voleva giocare a calcio, e ci riuscì anche decisamente bene. Iniziò come ala destra, per poi essere spostato al centro dal tecnico Schaffer. Dopo aver esordito in serie A a soli 15 anni ed aver segnato il primo gol (giocatore più giovane della storia del massimo campionato italiano), venne ceduto in prestito all'Atalanta. 

Nella stagione '38-'39, grazie anche alle sue prestazioni, la squadra bergamasca sfiorò la promozione in serie A, ed Amadei si guadagnò il ritorno nella capitale. E fu un ritorno in grande stile, considerando che l'attaccante divenne un perno della squadra che da lì a poco avrebbe trionfato in campionato. Andò in doppia cifra per undici stagioni consecutive, e viene ricordato come uno degli attaccanti più forti della storia del calcio italiano, grazie anche alla media realizzativa di 0,41 gol a partita.

Curioso l'episodio avvenuto in Coppa Italia, quando venne ingiustamente accusato di aver dato un calcio ad un guardalinee e squalificato a vita. Per fortuna sua e della Roma, il vero colpevole, ovvero il suo compagno Dagianti, si fece avanti confessando di aver commesso il fatto. 

Amadei è morto lo scorso 24 novembre nella sua Frascati, dopo aver ripreso con successo a lavorare nell'attività di famiglia. E' proprio il caso di dire che fosse uno che "viveva di pane e calcio".

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