In punta di penna

La Roma finisce terza tra rimpianti e speranze per il futuro

condividi su facebook condividi su twitter 15-05-2016

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La Roma finisce terza tra rimpianti e speranze per il futuro

La Roma vince a San Siro contro il Milan per 3-1 ma resta terza. Il Napoli ha superato il Frosinone agevolmente per 4-0 e con tripletta di Higuain, che si porta a 36 reti in 35 partite, nessuno in serie A aveva mai segnato così tanto. I giallorossi possono rimproverarsi ben poco da quando sulla panchina siede Luciano Spalletti: 46 punti fatti in un girone, 83 gol in stagione, una sola sconfitta nelle ultime 19 gare e 4 in tutta la stagione, 80 punti totali. Questi sono numeri eccezionali e va riconosciuto onore al merito al mister di Certaldo che lo aveva detto nella conferenza stampa di vigilia di questa sfida. Il match contro i rossoneri non ha mai avuto storia: la Roma è apparsa sin da subito di un altro pianeta rispetto agli uomini di Brocchi, che ha dato fiducia a Locatelli, esordiente nella massima serie e spostato Romagnoli a sinistra con Balotelli in appoggio a Bacca sul fronte d’attacco. Spalletti ha proposto Nainggolan da “falso nueve” al posto dell’infortunato Perotti ed i 2 centrali del Milan sono andati in totale confusione. Alex e Mexes sono tutt’altro che giovani e veloci e le rapide ripartenze di Salah e compagni hanno scavato un solco tra le 2 squadre. Proprio da un contropiede romanista è nata la rete del vantaggio degli ospiti: Strootman fa un bel pallonetto nello spazio per l’egiziano, che parte da posizione regolare, entra in area e spiazza un incolpevole Donnarumma. Tante palle-gol sprecate dalla Roma nella prima frazione di gioco che sarebbe potuta finire almeno con altre 2-3 reti al passivo per i padroni di casa. A fine match, il mister della Roma rimprovererà i suoi di non esser cinici sotto porta (ad una rosa che manda in gol 20 persone tra campionato e coppe è un atteggiamento tipico di un perfezionista come Spalletti) ed è difficile dargli torto. Se i giallorossi realizzassero anche solo la metà delle azioni che creano, la Roma finirebbe tutte le partite in goleada. Vedere in campo contemporaneamente De Rossi, Nainggolan, Strootman e Pjanic fa capire quale potenziale abbia questa squadra a centrocampo e quanto sarebbe bello vederli tutti il prossimo anno in forma lottare ancora per i colori giallorossi. L’olandese ha dato quella solidità che era mancata per l’intera stagione. Con Strootman in campo rendono tutti meglio, difensori e punte incluse. Il numero 6 giallorosso rifinisce, ruba palloni, lotta, ringhia e riparte con una determinazione ed una classe tipiche del grande campione. La ripresa del match serve a chiarire ancora di più quale delle due squadre sia nettamente più forte. Dopo meno di 10’, Pjanic serve un assist al bacio che El Shaarawy non può far altro che metter in rete dopo un elegante stop a tu per tu con il portiere rossonero. Il Faraone non esulta per rispetto dei suoi ex tifosi e perché anche lui da piccolo aveva quei colori nel cuore ma i romanisti celebrano il gol con gioia e lo abbracciano. Poi, entra capitan Totti e lo stadio milanese gli tributa un’emozionante standing ovation. D’altronde, se San Siro è la scala del calcio, un motivo ci sarà. Da quelle parti di campioni veri e bandiere ne hanno viste tante e sanno riconoscere il valore di un fuoriclasse, anche se indossa una maglia diversa. Poco dopo, il neo entrato Bonaventura fa un retropassaggio a Donnarumma, che credendo che un romanista avesse toccato il pallone, lo afferra con le mani, per Rizzoli è punizione a due in area e l’estremo difensore milanista prende un giallo per proteste. Sul pallone c’è Pjanic che passa a Totti: il capitano della Roma lascia partire un tiro molto pericoloso che Alex devia ed il diciassettenne portiere del Milan respinge con la mano di richiamo, dimostrando tutte le sue qualità. La Roma ha qualche momento di rilassatezza e Spalletti se ne accorge e richiama i suoi alla concentrazione. A quel punto, i romanisti riprendono ad attaccare ed arriva puntuale il terzo sigillo. Bella combinazione in area tra Salah e Totti, con quest’ultimo che serve un pallone di tacco delizioso all’egiziano, che tira sul secondo palo ma Donnarumma si allunga e respinge, il pallone finisce sui piedi Emerson Palmieri (entrato al posto di El Shaarawy ed altra standing ovation di San Siro per un romanista), che sigla la rete del 3-0 in trasferta. A pochi istanti dal 90’, arriva il gol dei padroni di casa che ne avevano già falliti un paio nel momento di calo della Roma. Calabria si libera bene della marcatura di Palmieri e di sinistro crossa un bel pallone per Bacca, che di petto cerca la porta, Szczesny respinge come può ed il colombiano accorcia le distanze sulla ribattuta segnando di piede. Tra 2 settimane si giocherà la Coppa Italia e se il Milan sarà quello visto con la Roma, le possibilità di battere la Juventus sono vicine allo zero. Raramente, i giallorossi hanno avuto vita così facile in trasferta, soprattutto a Milano, terra di conquista per Luciano Spalletti ma ostile prima e dopo la sua permanenza nella Capitale. Come detto, i giallorossi sono andati vicini a recuperare tutto il distacco dal Napoli ma alla fine hanno chiuso al terzo posto. Dopo 28 anni, la Roma chiude al terzo posto in classifica (all’epoca fu Niels Liedholm a raggiungere questo risultato) e per la prima volta nella sua storia, dovrà partecipare ai preliminari di Champions League per entrare nella massima competizione europea. Molti giocatori saranno impegnati in Europei, Coppa America e forse qualcuno anche nelle Olimpiadi ma una campagna acquisti mirata ed in tempi brevi e la preparazione fisica saranno determinanti per passare il turno e cominciare al meglio una stagione che potrebbe esser molto importante. Dopo 2 secondi posti ed un terzo ma con un distacco inferiore dalla prima rispetto agli ultimi anni, si deve costruire una rosa solida in ogni reparto facendo anche il sacrificio di non cedere nessun elemento-chiave, comprare giocatori in ruoli scoperti e provare a vincere finalmente il campionato dopo più di 15 anni dall’ultimo. Sarà utile fare chiarezza sul contratto di Totti, le permanenza di Sabatini, la strategia in merito al risanamento del bilancio ed in merito alle cessioni quanto prima per non passare l’ennesima estate all’insegna delle continue illazioni di mercato e continuando a smontare sul nascere qualunque invenzione giornalistica. Dulcis in fundo, il pubblico della Roma deve tornare allo stadio perché il calore dei romanisti in trasferta è stato un fattore ed infatti con Spalletti i giallorossi hanno perso più punti in casa che fuori e questo non è un caso. Riportare la gente all’Olimpico vorrebbe dire garantirsi diversi punti in più che avrebbero permesso alla società di arrivare ancora seconda e garantirsi gli introiti sufficienti per fare una campagna acquisti di gran spessore come quella dell’ultimo anno (sia estiva che invernale). Manca veramente poco per esser competitivi sino alla fine con la Juventus in campionato e nonostante la distanza sembri abissale guardando la classifica, se diamo uno sguardo alle rose delle 2 squadre, il distacco lo è molto meno.

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