In punta di penna

La Roma pareggia a Bergamo in una partita pazza

condividi su facebook condividi su twitter 18-04-2016

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La Roma pareggia a Bergamo in una partita pazza

La Roma pareggia 3-3 a Bergamo contro l’Atalanta in un match che prima sembrava vinto e poi perso. Il pari finale è una magra consolazione per una squadra che voleva e doveva vincere per tenere l’Inter a distanza e mettere pressione sul Napoli. Così non è stato ed allora sono arrivati rimpianti e polemiche. La prima mezz’ora della formazione di Spalletti è di buona fattura ed il doppio vantaggio siglato da un’invenzione di Perotti e conclusa da Digne e da Nainggolan che sfruttato l’assist di Salah, avevano illuso il pubblico giallorosso che quella sarebbe stata una giornata in discesa con tante gioie. Invece, come nel derby, dopo il doppio vantaggio la Roma si è rilassata e l’Atalanta di Reja ne ha approfittato subito grazie anche a 2 errori grossolani della retroguardia ospite. Sul primo gol incassato, diverse sbavature sulla posizione della difesa concluse con l’ex D’Alessandro ad accorciare le distanze dopo aver anticipato Digne, giunto tardi alla chiusura della diagonale. La rete del 2-2 arriva da corner con Borriello che stacca di testa liberamente dopo aver lasciato Manolas sul posto e col pallone che aveva scavalcato un De Rossi non proprio reattivo. Forti responsabilità anche di Szczesny, nuovamente inchiodato tra i pali ed in ritardo sul colpo di testa dell’attaccante napoletano. Gli uomini di Spalletti, però, non ci stanno e chiudono il primo tempo in attacco e sarebbero potuti tornare nuovamente in vantaggio se Dzeko non avesse prima anticipato ottimamente Sportiello in uscita e poi non avesse mandato la sua conclusione mancina nella curva atalantina. Il centravanti bosniaco avrebbe avuto spazio e tempo per concludere in maniera diversa e meno precipitosa ma è evidente che soffre il clima ostile creatosi nei suoi confronti a Roma non è né lucido né sereno ma troppo voglioso di segnare e questo lo porta a commettere errori macroscopici anche in circostanze favorevolissime. Da quel momento in poi, ha avuto altre 3-4 occasioni ma una volta il portiere nerazzurro si è ben difeso mettendo il pallone in angolo ed in altre due occasioni il suo tentativo è finito alto. Nei minuti di recupero, un assist di Totti sarebbe potuto risultare decisivo per le sorti del match: Dzeko anticipa Masiello che lo atterra ma per l’arbitro Irrati (sì, proprio quello del rosso a Higuain) l’intervento dell’ex Bari non è punibile. La Roma del secondo tempo ha vissuto 2 fasi: prima completamente succube dell’avversario, che ha capito il momento di difficoltà dei giallorossi e ha colpito per la terza volta con l’altro ex di turno, Marco Borriello, che ha messo a segno la sua doppietta personale e le prime 2 reti in maglia atalantina. Nell'altra, alla ricerca del pari prima e della vittoria poi. Come nelle precedenti situazioni, anche stavolta il gol dei padroni di casa avviene grazie a diversi errori commessi dai difensori romanisti: classico contropiede che vede Florenzi fuori posizione, Rudiger che non riesce a chiudere e cade nelle finte del Papu Gomez e Zukanovic che si perde nettamente l’ex Milan, che realizza in scivolata tirando verso il palo alla sinistra di Szczesny e permette all’Atalanta di passare in vantaggio. La Roma non riesce a reagire ed anzi va vicina al doppio svantaggio altre 2 volte ma Borriello non è preciso nella prima circostanza ed è bravo l’estremo difensore giallorosso a chiudergli lo specchio della porta e deviare in angolo nella seconda. Dopo il cambio forzato di Emerson Palmieri al posto dell’infortunato Digne e quello tattico di El Shaarawy per Zukanovic arretrando Florenzi ed accentrando Rudiger, finalmente Spalletti decide di inserire Totti al posto di uno spento De Rossi dando così un minimo di geometrie in più ad una squadra molto muscolare ma poco tecnica nella zona centrale del campo. Proprio dalle giocate del capitano romanista e da Perotti nascono i pericoli maggiori per la difesa bergamasca. L’ex Genoa tenta la conclusione personale, supera gli avversari in serie e con varie serpentine e prova a trascinare la squadra almeno al pareggio. In una di queste iniziative, la Roma trova il pari. Perotti riceve un pallone di tacco da Dzeko, supera un paio di avversari con dribbling ubriacanti e mette in mezzo a quel punto arrivano 2 tiri degli attaccanti romanisti intercettati e deviati dai difensori atalantini finché la palla non arriva sui piedi di Florenzi che in scivolata serve un bel pallone a Totti, che tira con tutta la sua forza di esterno destro a giro sul palo alla sinistra di Sportiello, che non ci arriva e così la Roma trova il 3-3 insperato. A quel punto, Spalletti chiede ai suoi di non festeggiare ma tornare a centrocampo e provare a portare a casa i 3 punti. Come detto in precedenza, se il direttore di gara ed i suoi assistenti avessero visto la spinta su Dzeko, nonostante una partita simile alle montagne russe, i giallorossi avrebbero potuto fare bottino pieno ma forse il risultato più giusto è proprio quello che ha sancito il campo. Rabbia e delusione sono i sentimenti che hanno accompagnato la squadra alla fine dell’incontro e negli spogliatoi, lo stesso tecnico della Roma ha voluto fare una ramanzina ai suoi giocatori. Da lì sarebbe nata una discussione accesa con Totti, creando un caso (il secondo da quando è arrivato Spalletti in pochi mesi) che potrebbe portare a conseguenze devastanti in questo finale di stagione. Il direttore sportivo, Walter Sabatini, ha detto che la Roma ha “l’obbligo morale di arrivare al terzo posto” e certo questo clima non aiuta. In queste 5 gare finali di campionato bisognerà mettere da parte rancori e personalismi e pensare al bene primario: la Roma. Finita la stagione, si spera almeno con la qualificazione ai preliminari di Champions League, si potrà discutere della permanenza del capitano giallorosso e di come migliorare la rosa della squadra ma ora conta solo arrivare almeno sul gradino più basso del podio e respingere l’assalto dell’Inter, portatasi a -4 dando anche uno sguardo al Napoli secondo a +5. Dopo la sconfitta dei partenopei proprio contro i nerazzurri, gli uomini di Spalletti avevano il destino nelle loro mani e come spesso le è accaduto nella sua storia, hanno buttato alle ortiche questa possibilità. Questo è un altro punto su cui tecnico e società dovranno lavorare per portare la Roma a fare quel salto di qualità che le manca per competere soprattutto con la Juventus in Italia e non partire come vittima sacrificale ogni volta che si affrontano le big europee. Prendere sempre un giocatore, meglio se un attaccante, come capro espiatorio degli insuccessi giallorossi è uno storico vizio della tifoseria romanista che non ha mai dato grandi risultati. Da altre parti, calciatori con lo stesso rendimento vengono considerati ottimi ed utili alla causa, qui sono fatti passare per scarsi solo perché non si chiamano Ibrahimovic, Cavani o Higuain.

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