In punta di penna

Una bella Roma, tosta e paziente

condividi su facebook condividi su twitter 13-12-2016

| | Commenti →
Una bella Roma, tosta e paziente

La Roma batte il Milan per 1-0 e si candida come anti-Juve. I giallorossi partono meglio dei rossoneri e nei primi 25’ sono padroni del gioco con la squadra di Montella che si schiera 4-5-1 pronta a ripartire. Gli uomini di Spalletti tentano di passare in vantaggio con Dzeko ma è bravo Donnarumma a respingere il tiro. Molto accorta la formazione ospite che prova a giocare di rimessa con le iniziative di Niang e Suso. Se lo spagnolo sta vivendo un momento di forma eccezionale e le sue giocate creano sempre scompiglio nella retroguardia romanista, lo stesso non si può dire per l’altro ex Genoa. Niang viene sistematicamente anticipato e ben controllato da un perfetto Rudiger. La Roma scende in campo con lo stesso undici visto nel derby ma se la mossa contro la Lazio era sembrata opportuna per raddoppiare costantemente Felipe Anderson e Keita, altrettanto non si può dire per gli esterni rossoneri. Suso rientra sempre sul sinistro ed avendo di fronte un mancino naturale come Palmieri, lo supera spesso e volentieri. Il mister giallorosso propone nuovamente Bruno Peres dal primo minuto nonostante non stia al meglio e si vede. La sfortuna, poi, si accanisce con lui ed in uno scontro con De Sciglio ha la peggio ed esce per una distorsione alla caviglia che lo terrà fuori fino a gennaio. L’ingresso in campo di El Shaarawy dà maggiore equilibrio alla squadra, che alza un po’ il baricentro del gioco, avanza la posizione di Perotti e permette a Fazio e Manolas di giocare al centro della difesa e Lapadula viene chiuso nella morsa dei 2. Proprio l’ex Pescara poteva cambiare il corso della gara in favore dei rossoneri poiché si procura un calcio di rigore per atterramento di Szczesny, uscito tardi sul numero 9 del Milan. Dal dischetto, si presenta nuovamente Niang, che già nel turno precedente contro il Crotone se ne era incaricato e lo aveva sbagliato. Contro i calabresi vi era stato anche un momento di tensione tra Lapadula e Niang su chi lo dovesse calciare ma le disposizioni di Montella erano chiare: il rigorista è il francese di origini senegalesi. Se contro Cordaz aveva tirato alla destra del portiere, stavolta l’esecuzione è sul palo opposto ma il risultato è lo stesso: respinta del portiere. Il Milan vinse comunque quella partita grazie a Lapadula, in gol a 4’ dalla fine, stavolta però quel penalty sbagliato ha dato una spinta importante alla Roma. Gli ospiti sono arrivati all’Olimpico privi di alcuni elementi molto importanti come Bacca, Kucka ma soprattutto Bonaventura, tuttofare del centrocampo e vera spina nel fianco delle difese avversarie e così la manovra dei rossoneri è sembrata molto scolastica ed affidata solo alle iniziative personali di Suso ed alla corsa di Niang. Rispetto alla Roma spallettiana bella ma leggera della passata stagione, i giallorossi quest’anno sono molto più muscolari in tutte le zone del campo: Fazio in difesa, Strootman a centrocampo e Dzeko titolare e convinto dei propri mezzi, permettono alla squadra di lottare su ogni pallone ed anche nei momenti più complicati delle gare, di rimanere in partita. Quello contro il Milan era un match spartiacque: Nainggolan ha regalato i 3 punti con un tiro a giro di sinistro imprendibile sul quale Donnarumma non ha potuto far nulla ma a fine incontro ha detto una cosa ancora più importante e cioè che queste partite nelle passate stagioni la Roma non le avrebbe vinte. Dopo la vittoria nel derby, solitamente la squadra si rilassa un po’ ed invece è sembrata determinata a voler portare a casa i 3 punti e la possibilità di andare sabato allo Juventus Stadium con la convinzione di esser la squadra che può dar fastidio ai bianconeri sino alla fine del campionato. La dimostrazione ulteriore è arrivata dal risultato finale: 1-0. Questo punteggio è una rarità in casa romanista, come sottolineato anche dal portiere della Roma, Szczesny, facendo capire si può vincere essendo anche brutti, sporchi e cattivi quando serve. Gli ultimi 10’ hanno visto la Roma soffrire, alcuni giocatori erano stanchissimi e Spalletti ha fatto un solo cambio, per l’infortunio di Bruno Peres, ma nel primo tempo. Perotti, ad esempio, ha terminato l’incontro con il fiatone ma si è vista la coesione del gruppo e la determinazione che tutti hanno, sia chi gioca, sia i panchinari che sostengono i compagni e gioiscono con loro per tutto il corso del match. La Roma doveva dimostrare di esser una grande squadra anche nelle difficoltà ed era chiamata a 3 sfide consecutive molto complicate: Lazio, Milan e Juventus. In quel momento, le 3 avversarie erano terza, seconda e prima in classifica. Le prime 2 gare sono finite con il bottino pieno per gli uomini di Spalletti, grazie alle reti di 2 centrocampisti, che in questo momento incarnano proprio lo spirito di questo gruppo: Strootman e Nainggolan, con il belga a segno in entrambi i match. Ora ci sarà il gradino più alto da affrontare, quella Juventus che da 5 anni allo Stadium la fa da padrona con i giallorossi, sia per manifesta superiorità come accaduto nei primi anni dell’era americana e sia con qualche “aiutino” arbitrale quando le cose si stavano mettendo male, soprattutto nella prima stagione di Massimiliano Allegri, a rischio esonero, ma che da quella vittoria ha preso spunto per fare una marcia trionfale sia in campionato che in Champions, fermata solo in finale dal Barcellona di Luis Enrique e soprattutto di Messi. Stavolta, la Roma parte da un distacco di 4 punti, quelli che la Juventus non perde con le piccole (vedi Chievo, Palermo, Udinese, ad esempio) e che la Roma ogni tanto regala, soprattutto in trasferta (Empoli e Cagliari i 2 casi più evidenti). Questo è il vero tassello mancante alla squadra di Spalletti, che però sta imparando e da qualche partita a questa parte, è meno bella ma più concreta. Sabato sera, la Roma avrà un vero e proprio esame di laurea e per superarlo, bisognerà continuare a giocare tutti uniti per lo stesso obiettivo aiutando il compagno in difficoltà e ripartendo con la stessa determinazione vista con Lazio e Milan. Da più parti si sente dire: “Se la Roma gioca a Torino come contro il Milan, perde”. Nessuno però dice che, forse, se la Juventus gioca come nel derby, non porta a casa i 3 punti facilmente.

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

Archivio rubrica

-->
chiudi popup Damicom