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Una buona Roma pareggia 1-1 al Do Dragao. Si deciderà tutto all’Olimpico

condividi su facebook condividi su twitter 18-08-2016

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Una buona Roma pareggia 1-1 al Do Dragao. Si deciderà tutto all’Olimpico

La Roma pareggia per 1-1 in trasferta contro il Porto grazie all’autogol di Felipe ed alla rete di Andrè Silva su rigore. Questo il risultato finale della gara d’andata del preliminare di Champions League, che ha visto i giallorossi dominare la prima mezz’ora ed andare vicina al gol in almeno 4 occasioni. Salah è il pericolo principale per la difesa portoghese: Dzeko è caparbio quando riesce a superare di forza e con classe il suo avversario, mette in mezzo la palla che sbatte sui piedi di Nainggolan, che non riesce a stoppare ma fa arrivare la sfera sui piedi dell’egiziano, che tira a botta sicura ed il pallone esce di pochissimo. Sempre Salah crea scompiglio nella retroguardia del Porto, entra in area ma si fa respingere il tiro da Casillas, bravo pure a farsi trovar pronto su Nainggolan nella ribattuta. Poi Dzeko crede all’errore dell’ex portiere del Real Madrid, lo supera ma al momento del tiro a botta sicura, viene contrastato ed il suo tiro viene respinto sulla linea da Telles. La Roma trova la rete del vantaggio sugli sviluppi di un corner, quando il pallone sbatte sui piedi di Felipe, che svirgola e fa il più classico degli autogol. Gli uomini di Spalletti continuano ad esser in controllo del match per un’altra decina di minuti, finché un lancio trova Andrè Silva, che scavalca Vermaelen, che non può far altro che cercare di anticipare l’intervento, colpendo in pieno petto l’avversario: secondo giallo per il belga e cartellino rosso. A quel punto, il tecnico toscano decide di mandare in campo Emerson Palmieri e far uscire Perotti, con Juan Jesus spostato al centro della difesa in coppia con Manolas. La mossa non si rivelerà la migliore possibile e sul lato sinistro la Roma soffrirà moltissimo. Nella ripresa, infatti, i maggiori pericoli arrivano spesso e volentieri da quella parte e, nella prima circostanza, è Juan Jesus ad esser un po’ ingenuo ed a far passare Adrian Lopez, che segna ma è in fuorigioco. L’arbitro ci mette qualche istante di troppo a decidere ma viene aiutato da guardalinee ed assistente e prende la decisione giusta. Pochi minuti dopo, però, arriva il pari dei padroni di casa. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Emerson Palmieri respinge un colpo di testa con la mano in maniera piuttosto evidente ed anche in questo caso, sono gli assistenti a farlo notare al direttore di gara Kuipers. Dal dischetto va Andrè Silva e trasforma imparabilmente alla destra di Alisson. Il Porto prova a superare la doppia linea difensiva dei giallorossi con Spalletti che ha aiutato la retroguardia inserendo Fazio al posto di uno stanchissimo Salah e nei minuti finali, ha fatto entrare anche Paredes al posto di Florenzi. In quei 10 minuti finali, l’argentino ha mostrato grande personalità e si è preso la squadra sulle spalle. Ottima la prova di Dzeko, Manolas e dello stesso Paredes, nonostante il poco minutaggio datogli dal tecnico. A tratti, Strootman ha mostrato che sta tornando sui livelli che gli competono. Non sufficienti solo i 2 esterni difensivi della ripresa: Florenzi ed Emerson Palmieri. Il ragazzo di Vitinia può giocare in quella posizione solo in caso d’emergenza e quando è in piena forma, mentre il brasiliano difetta molto quando il pallone è tra i piedi degli avversari. I pericoli maggiori sono arrivati prevalentemente dalle fasce e certamente Bruno Peres potrà dare una mano sul lato destro ed in attesa del ritorno di Mario Rui, forse sarebbe il caso di prendere un jolly che possa giocare sia a destra che a sinistra stile Nagatomo, poiché Juan Jesus sulla fascia è adattato e non assicura la dinamicità di cui ha bisogno il tecnico. Un po’ in ombra Perotti, che ha provato a dare il solito estro alla squadra ma sembra ancora in ritardo di condizione. Molte le critiche arrivate alla squadra nel post-partita ma la Roma ha giocato in 10 per 50’ contro un Porto che ha un’esperienza europea nettamente superiore a quella giallorossa. La prima parte di match ha dimostrato che la formazione messa in campo da mister Spalletti ha imposto il suo gioco e ha imposto la sua forza. L’unica piccola critica è che la Roma segna troppo poco per le azioni costruite. Dopo l’espulsione di Vermaelen (all’esordio in maglia romanista e con i meccanismi ancora da rodare coi compagni di reparto), i giallorossi hanno dovuto più che altro difendere il risultato ed a parte qualche svarione dei singoli, i difensori hanno sofferto poco anche grazie al buon filtro di De Rossi, Nainggolan e Strootman ed all’ingresso di Fazio che ha dato ordine alla retroguardia ed allontanato Florenzi ed Emerson Palmieri dalla linea più vicina ad Alisson. Il portiere brasiliano era alla prima in una gara ufficiale con la maglia della Roma e mostrato pregi e difetti che lo caratterizzano: bravo e sicuro tra i pali, non altrettanto sulle palle alte e quando ha il pallone tra i piedi. Vedremo se l’allenatore giallorosso darà ancora fiducia a lui o se punterà su Szczesny. Una soluzione stile Barcellona potrebbe esser quella di far giocare ad uno le coppe ed all’altro il campionato oppure potrebbe far crescere il brasiliano, dando il posto da titolare al polacco permettendo ad Alisson di migliorare nei fondamentali sui quali non è ancora perfetto. La forma della squadra non può esser quella ideale, poiché siamo alla prima partita della stagione e pretendere di esser già al top è utopia ma se la Roma riuscirà ad esser più costante nel match di ritorno all’Olimpico, ha tutte le carte in regola per andare avanti nell'Europa che conta. I giallorossi sembrano esser stati costruiti in maniera intelligente e mancano un paio di acquisti per esser completi in ogni reparto. Ci vorrà un po’ di tempo per far girare nel giusto modo i meccanismi chiesti da Spalletti ma quando si sarà raggiunto questo risultato, si potrà fare molto bene in questa stagione. Il mister ha chiesto lo stadio pieno per il ritorno del preliminare e con la spinta della tifoseria, la Roma potrebbe passare il turno, importante sia per le casse societarie sia per arrivare alla ciliegina su una torta già molto buona e soprattutto per consegnare all’allenatore romanista una rosa di grande livello e che possa lottare su più fronti.

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