In punta di penna

Una Roma alle corde compromette anche l’Europa League

condividi su facebook condividi su twitter 10-03-2017

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Una Roma alle corde compromette anche l’Europa League

La Roma perde 4-2 la gara d’andata degli ottavi di finale di Europa League contro il Lione ed in una settimana compromette anche la terza competizione in cui è impegnata. La terza sconfitta consecutiva è molto pesante per gli uomini di Spalletti che adesso sono chiamati ad una doppia rimonta in Coppa Italia e nella manifestazione continentale rischiando l’eliminazione in entrambe. I giallorossi avevano cominciato bene il match, sbagliando un paio di occasioni ma sono stati puniti alla prima azione: al 7’, Fazio spinge leggermente Lacazette ma per l’arbitro inglese Taylor è punizione. Valbuena si incarica della battuta dal lato destro vicino alla linea del fallo laterale, il cross è sul primo palo ma i primi ad arrivare solo i francesi e di testa prolungano per il giovane Diakhaby, che in scivolata tira verso la porta difesa da Alisson e lo batte da pochi passi. La Roma, però, non ci sta e prova a far male ad una difesa non proprio impeccabile ed infatti trova il pari al 20’ con Salah, che approfitta di uno scivolone dello stesso Diakhaby per correre verso la porta difesa da Lopes e lo supera con un tiro di destra che passa sotto le gambe dell’estremo difensore dell’Olympique Lione. I francesi sono frastornati e la Roma tenta di passare in vantaggio ma Dzeko non è in giornata e si fa respingere da Morel una conclusione tutt’altro che imprendibile. Se il centravanti non segna, allora ci pensa un difensore. Nainggolan si procura un calcio d’angolo dopo un intervento piuttosto duro di Gonalons, che forse meritava il fischio arbitrale ed anche l’ammonizione, ma così non è stato. De Rossi si incarica del corner, il suo tiro viene respinto una prima volta e torna sui suoi piedi ma qualche metro più indietro, il numero 16 giallorosso non si perde d’animo ed anzi trova un cross perfetto che finisce sulla testa di Fazio, bravo ad andare in terzo tempo ed a schiacciare proprio di fronte a Lopes e lo trafigge. La Roma è avanti e sembra esser padrona del match, andando vicina all’1-3 molto più che i francesi vicini al pari. La ripresa, però, è tutta un’altra storia. Il tecnico d’Oltralpe toglie Rafael sia per infortunio e sia perché dalle sue parti Emerson Palmieri e Nainggolan lo stavano sovrastando ed inserisce l’esperto Jallet, bravo sia in copertura che nel far ripartire la manovra. Spalletti, invece, conferma gli 11 iniziali e la sua squadra comincia a soffrire sin da subito le azioni avversarie senza porvi rimedio. Al 47’, arriva il pari di Tolisso, dopo un 1-2 con Lacazette, con un tiro da fuori area su cui Alisson appare un po’ sorpreso ed il suo intervento è in ritardo ma il centrocampista francese ha lasciato partire una conclusione forte e precisa non semplice da parare. La difesa e la mediana non sono apparsi impeccabili nella circostanza ma è tutta la squadra a non esser rientrata con la freschezza fisica e mentale per la seconda parte di gara. La Roma prova a chiudersi e ripartire ma non fa benissimo la prima fase e la seconda è tutta nei piedi di Salah senza che nessun’altro compagno assecondi con continuità lui e Dzeko, lasciati troppo soli. La partita ha una nuova svolta quando l’allenatore francese, Bruno Genesio, decide di effettuare un secondo cambio, rischioso ma efficace. Al 71’, esce il difensore Mammana per un giocatore offensivo come Fekir e di lì a 3 minuti, è lo stesso neoentrato a siglare la rete del 3-2. Il francese di origini algerine si sbarazza della marcatura un po’ blanda di Fazio e Juan Jesus e lascia partire un sinistro sul secondo palo che si insacca alla destra di un incolpevole Alisson. Il portiere brasiliano ha tenuto a galla la Roma con diversi interventi prodigiosi altrimenti il passivo sarebbe stato ancora più pesante. Al 76’, Genesio inserisce anche Cornet al posto di Ghezzal per avere una maggiore ampiezza sulla fascia destra rispetto al compagno, bravo a rientrare verso il centro ma che non allargava sull’esterno la difesa romanista come voleva il suo tecnico. La Roma del secondo tempo ha provato più a rimanere in partita e giocarsi le sue chance al ritorno che a controllare in maniera convincente l’incontro e la solidità difensiva di qualche tempo è un pallido ricordo. Spalletti ha tardato troppo nell’effettuare i cambi e forse anche le scelte. Il primo è arrivato al minuto 82, con Paredes che ha preso il posto di uno stanco De Rossi ma senza la personalità giusta per giocare questo tipo di match, almeno per il momento, ed infatti ha sbagliato l’approccio mentale regalando subito due palloni importanti sulla propria trequarti e non contrastando mai in maniera decisiva l’avversario impedendone la conclusione. All’85’, arriva il secondo cambio: fuori Nainggolan e dentro Perotti. Sulla carta, questa soluzione poteva anche starci ma l’argentino non è entrato per giocare sulla fascia sinistra, chiudendo le iniziative di Jallet e cercando di superarlo in possesso palla ma è stato inserito per svolgere i compiti del belga a centrocampo andando a scontrarsi con la fisicità di Tolisso e Tousart con la quale ha avuto inevitabilmente la peggio e non rendendosi utile alla causa come poteva fare. Forse, più che Nainggolan sarebbe stato il caso di togliere Strootman, arrivato al quarto d’ora finale senza più benzina in corpo. Il risultato, però, era ancora rimediabile sino al 92’, quando il continuare ad arretrare della difesa giallorossa ha permesso a Lacazette di liberare una conclusione fortissima dal limite dell’area di rigore che si è andata ad infilare sotto l’incrocio dei pali per il 4-2 finale. A quel punto, il tecnico romanista inserisce El Shaarawy per Dzeko, mossa tardiva quanto poco produttiva, poiché la gara era virtualmente conclusa. La Roma dovrà fare un’impresa allo stadio Olimpico e come al solito si chiede la spinta emotiva del pubblico giallorosso ed un’altra “partita della vita” quando sarebbe bastato esser più lucidi sia i giocatori in campo che chi li ha diretti dalla panchina. Una settimana fa, dopo la trasferta di Milano con l’Inter, le prospettive erano ben diverse da quelle attuali. La Roma viaggiava sulle ali dell’entusiasmo ed invece a seguito della sconfitta per 2-0 nel derby d’andata di coppa Italia, la formazione di Spalletti ha avuto un’involuzione prima mentale e poi fisica. La rosa corta non può esser una scusa, quando a disposizione si hanno giocatori come Perotti, El Shaarawy, lo stesso Juan Jesus che ultimamente sta rispondendo sempre bene quando chiamato in causa, Paredes tanto apprezzato dal tecnico, Mario Rui che prima o poi dovrà tornar utile ed in campionato anche Grenier, che viene proprio da Lione ed in campionato o nella manifestazione nazionale dovrebbe avere spazio nelle rotazioni. La rosa non è certamente completa ma far giocare gli uomini scelti nell’11 iniziale costantemente i primi 80’ porta ad evidente logorio a maggior ragione se sono sempre gli stessi. Mister Spalletti ha grandi meriti nell’aver portato la Roma nuovamente ad alti livelli ma sta mancando qualcosa per quel definitivo salto di qualità e le sue ultime dichiarazioni mettono sempre più in allarme dirigenza e tifosi che ricompattare un ambiente che ne avrebbe bisogno, almeno come punto di partenza per un cammino importante. Se, invece, ha intenzione di lasciare il club, lo dicesse alla società in modo che possa trovare un sostituto quanto prima, per programmare in tempo la nuova stagione con un tecnico importante che regali le soddisfazioni che merita il popolo romanista ed un primo trofeo alla società americana. 

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