Udinese: dagli inferi alla rinascita in cinque mesi

condividi su facebook condividi su twitter 13-01-2017

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Udinese: dagli inferi alla rinascita in cinque mesi

Sembra lontano secoli quel 20 agosto 2016 per l'Udinese. In quel giorno l'esordio in campionato era assai amaro con la Roma di Spalletti, che dopo aver giocato al gatto e topo per un tempo, rompeva la resistenza dei friulani con le reti di Perotti (doppietta), Dzeko e Salah. L'inizio di campionato difficile dei friulani culminava con l'esonero di Iachini e l'arrivo di Gigi Delneri, anche ex tecnico della Roma. Da quel momento in poi la svolta: una risalita in campionato e prestazioni convincenti anche nelle sconfitte. Proprio dei bianconeri abbiamo parlato con Kevin Locatelli, voce e collaboratore dell'Udinese su Calciomercato.com.

Da Roma-Udinese a Udinese-Roma, quanto sono cambiati i friulani?
“Completamente. La squadra arrivata nella capitale a fine agosto aveva un altro tecnico, Iachini, che non era riuscito a trovare il giusto feeling con il gruppo e l'eliminazione in Coppa Italia pochi giorni prima contro lo Spezia aveva portato all'Olimpico una squadra alla deriva. Con Delneri c'è maggiore sicurezza in se stessi e senso d'appartenenza, dinamiche di gioco semplici e la consapevolezza di potersela giocare contro tutti”.

Chi sono i simboli di questo cambiamento?
“Il principale artefice è sicuramente Delneri, perché ha riportato il valore della friulanità all'interno dell'ambiente Udinese. Con lui Thereau è tornato al centro del progetto è ha ricominciato a segnare con continuità. Ha risvegliato Widmer che era in fase calante e sulla fascia sinistra ha adattato Samir che era un centrale, sopperendo alle scarse garanzie offerte da Armero e Adnan che erano costate la panchina a Iachini. Infine ha trovato in Fofana e Jankto in campioni che l'Udinese da sempre cerca in prospettiva mercato”. 

Le armi più pericolose dell'Udinese:
“Gli inserimenti dei centrocampisti. Sistemata la fase difensiva con i due terzini, la mediana si sente più libera di svariare sul fronte offensivo. Jankto è un giocatore giovanissimo che si esalta nelle grandi sfide, ha segnato il suo primo gol allo Juventus Stadium e il secondo all'Inter, la Roma è avvisata. E poi c'è Fofana che può inventarsi un gol spettacolare quando meno te lo aspetti”.

I punti deboli dei bianconeri:
“Calci piazzati, che siano punizioni o calci d'angolo, c'è un po' di superficialità nella gestione di queste fasi di gioco, in generale comunque sulle palle alte i friulani soffrono non poco”.

Capitolo Dacia Arena: dopo un periodo di depressione si è ritornati in massa allo stadio:
“Diciamo che proprio nel cambio di nome, da Stadio Friuli a Dacia Arena, c'è stato il momento più basso a livello di risultati e presenza allo stadio. I friulani se la sono lentamente messa da parte, anche se regolarmente viene cantato il coro “ora e sempre Stadio Friuli”. Detto questo un grosso aiuto per riempire il nuovo impianto è stato l'arrivo del nuovo tecnico prima ancora dei risultati, perchè come dicevo prima ha riportato quel senso di appartenenza e quella voglia di soffrire e gioire insieme. Poi la società nelle sfide meno di grido, applica delle particolari offerte per famiglie che portano sempre una grande affluenza”.

Cosa temete di più della Roma:
“Spalletti, è uno dei tecnici più preparati e intelligenti della serie A. Oltre a conoscere meglio di tutti l'ambiente Udinese, essendo il primo ad aver portato i friulani in Champions League, ha creato una squadra e questo a Roma non era facile. A dover guardare ai singoli a centrocampo Strootman e Nainggolan potrebbero limitare non poco la nostra mediana. Poi visto che ho parlato di problemi sulle palle alte, Dzeko non è proprio l'avversario sognato”.



 

Fonte: a cura di Ricardo Andres Pompili

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