Pillole di saggezza

L'addio di Sabatini per tornare ad essere un club "normale"

condividi su facebook condividi su twitter 07-10-2016

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L'addio di Sabatini per tornare ad essere un club

GABRIELE NOBILE - Solo a Roma può capitare che l’addio di un Direttore Sportivo, per altro già annunciata "Urbis et Orbis" da almeno 12/14 mesi, possa essere enfatizzata mediaticamente come se fosse una situazione surreale e non sistematica, visto che è rimasto sul trono per 5 anni, in una città dove la tifoseria si è spaccata tra coloro che già rimpiangono le sue gesta, contro quelli che l’hanno sempre mal digerito. La stranezza è anche dentro il club di piazzale Dino Viola che concederà (ore 13 nella sala stampa di Trigoria) una passerella d’onore al Ds umbro, realmente pericolosa se lo stesso non si tratterrà con le parole (difficile), visto che da ieri sera non sarà più un manager della Roma e quindi un tesserato, concedendo probabilmente ai più (media in generale) i titoli di apertura per i loro giornali, per almeno una settimana; anche se lui ha dichiarato a Il Tempo:  “Non voglio esagerare, perché voglio troppo bene alla Roma”. 

Il calcio è fatto di piccole ma immense sfumature ed alla Roma in questo momento tutti hanno bisogno di serenità e di tranquillità, ovvero quella ricercata tante volte dal trainer Luciano Spalletti che spesso ha parlato di “normalità”. Fatti e circostanze ci raccontano di come sia impossibile, almeno allo stato attuale, andare alla ricerca di questa ovvia normalità tanto evocata dal tecnico Toscano. Alla Roma in questo momento manca enormemente questo fattore, ovvero di mirare ad atteggiamenti più cinici e meno spettacolari. Voltare pagina con un nuovo management (Sabatini era l’ultimo dei reduci del 2011) per puntare decisamente e concretamente alla costruzione di un “Top Club” come per altro già annunciato da anni. Il fatturato, anche grazie alle plusvalenze ed a una gestione del parco calciatori positiva per 64.2 milioni nell’ultimo esercizio, ha sfiorato i 220 milioni e l’approccio drastico con l’Uefa per il FFP ha generato una condotta sobria che pone il club di Trigoria nella condizione di avere le mani libere nelle prossime gestioni finanziarie, ma sono ancora troppe le situazioni che andrebbero sistemate per poter ripartire in maniera indolore, ricominciando a programmare, visto che dal prossimo anno, mancheranno gli introiti della Champions League, dove la Roma ha incassato la bellezza di 77 milioni di euro, oltre alle plusvalenze generate dall’istrionico ma finanziariamente indispensabile, Walter Sabatini.

La linea è stata tracciata, bisognerà capire se Massara sarà in grado di svolgere il suo lavoro in autonomia, visto che lo stesso Sabatini ha sempre raccontato delle troppe interferenze avute, almeno negli ultimi mesi, da parte della proprietà, difficile pensare che l’ex giocatore del Pescara, possa riuscire (alla sua prima esperienza in prima linea da DS) in quello dove anche il suo maestro ha “fallito”; delineare in maniera netta e decisa il ruolo di Franco Baldini da Londra, che ufficiosamente viene descritto come un consulente pronto ad aiutare la Roma solo su operazioni finanziarie e di sponsoring, ma che di fatto è il primo consigliere del patron Pallotta, l’uomo di Boston che, a dispetto dei santi e dei tanti critici, ha finanziato la società con un bonifico da 57,2 milioni per far fronte alle esigenze economiche di gestione, tanto per dimostrare che il suo atteggiamento nei confronti del club non è legato solo alle dinamiche dello stadio, ma anche a quelle della gestione ordinaria e straordinaria del club.

L’ingresso in società di Umberto Gandini e la conferma di Mauro Baldissoni sono le basi sulle quali ripartire per andare alla ricerca dell’unica cosa che Walter Sabatini non è riuscito a garantire alla Roma in questi 5 anni, VINCERE, e non è poco!.

 

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