Che cosa è la tiroidite di Hashimoto?

condividi su facebook condividi su twitter 13-12-2021

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Che cosa è la tiroidite di Hashimoto?

(Dottoressa Annamaria Ferrante) - Che cosa è la tiroidite di Hashimoto? Lo ha spiegato a Insideroma.com la dottoressa Annamaria Ferrante, biologa nutrizionista sottolineando come l'alimentazione e lo stile di vita condizionino fortemente il nostro vivere bene, a lungo e in salute. In altre parole, meglio. 


La Tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune che provoca una grave infiammazione cronica della tiroide. Per cause poco note, anche se molto spesso c’è una correlazione genetica, il sistema immunitario produce anticorpi contro le cellule della tiroide (anti TPO, anti TG), creando un processo infiammatorio con infiltrazione di linfociti che distruggono la tiroide. La tiroide si infiamma e non produce la giusta quantità di ormoni. Molto spesso noto che tale patologia si correla anche ad altre patologie autoimmuni come psoriasi, alopecia areata e sclerosi multipla.


Che cosa è la tiroide e a che cosa serve?


La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla posizionata nella parte anteriore del collo che secerne l’ormone triiodotironina (T3) e l’ormone tetraiodotironina (T4). La produzione di tali ormoni viene regolata dall’ormone tireotropo (TSH) che a sua volta viene prodotto dall’ipofisi, una ghiandola piccola allocata nella scatola cranica.
T3 e T4 hanno il compito di regolare il metabolismo basale, cioè regolare la quantità di energia necessaria al corpo, in condizioni di riposo, per espletare tutte le funzioni metaboliche vitali (come respirazione, battiti cardiaci, etc.).


La tiroide svolge numerose funzioni, ecco perché quando vi sono problemi legati alla tiroide, possono incidere sul nostro stato di salute e sulla nostra vita sociale.
Tra le funzioni della tiroide abbiamo:
la produzione del calore endogeno
la gluconeogenesi e glicogenolisi
la sintesi delle proteine
l’ossidazione dei grassi
la regolazione dei battiti cardiaci
processi di accrescimento cellulare nei primi anni di vita
Quale quadro clinico si manifesta in seguito all’infiammazione cronica della tiroide?
Generalmente il quadro clinico non è univoco, le più frequenti manifestazioni possono essere:
eccessiva secrezione di ormoni tiroidei (ipertiroidismo)
aumento del volume della tiroide causato dall’infiammazione e defic della secrezione degli ormoni tiroidei (ipotiroidismo)
aumento del volume della tiroide e secrezione degli ormoni nella norma (eutiroidismo), in questo caso c’è la sostituzione del fisiologico tessuto ghiandolare con tessuto cicatriziale e fibroso (gozzo)
deficit di secrezione degli ormoni tiroidei (ipotiroidismo) senza nessuna alterazione anatomica ed istologica della ghiandola
presenza di gozzo con secrezione di ormoni tiroidei ai livelli limiti di deficit (ipotiroidismo subclinico).


Quali sono i sintomi di chi ha la tiroidite di Hashimoto? Sintomi che spesso trovo sono:
stanchezza cronica
problemi gastrointestinali come diarrea, stitichezza o alternazione di entrambe
mal di testa frequenti (ma spesso collegati ad istaminosi, succede per la carenza di DAO, enzimi distruttori dell’istamina, i quali vengono prodotti in minor quantità dall’intestino a causa dei problemi gastro-intestinali sopra citati
accelerazione della frequenza cardiaca
tremori, dolori e debolezza generale
aumento o perdita di peso
disturbi del sonno
ansia, depressione, irrequietezza, cambi di umore
capelli opachi, sottili, grassosi e tendenti alla caduta
problemi di libido
calo della capacità di concentrazione


Cosa può aiutare chi soffre di tiroidite di Hashimoto?
Mediante una dieta anti-infiammatoria si ottiene l’abbassamento del numero di anticorpi che attaccano la tiroide (immaginiamo gli anticorpi come un esercito schierato attorno alla tiroide che spara contro di essa); grazie a tale dieta, l’esercito diminuisce, la tiroide ritrova i suoi spazi, diminuisce l’infiammazione e la tiroide può ricominciare a lavorare in maniera fisiologia, creando un beneficio generale soprattutto sui sintomi, i quali o possono sparire del tutto o possono migliorare notevolmente.


Cosa correla l’infiammazione alla tiroide con l’alimentazione?
A livello intestinale finché tutto è in equilibrio il nostro intestino propone una barriera selettiva, dinamica, decidendo insieme a tutte le cellule e al sistema immunitario quali sono le molecole che possono attraversare la barriera, nel momento in cui ci sono dei danni a questo meccanismo questa protezione viene meno, ciò che altera questo equilibrio molto spesso sono la disbiosi e il glutine stesso, questa situazione causa una maggiore produzione di zonulina, la zonulina determina l’apertura delle jap-junction e ciò che attraversa il lume innesca la risposta immunitaria con produzione di citochine da parte delle cellule del sistema immunitario che possono abbandonare l’intestino e diffondersi anche a livello sistemico determinando infiammazione sistemica. Questa infiammazione sistemica determina l’aumento del numero di anticorpi contro la tiroide.


Qual è lo scopo della dieta anti-infiammatoria? La dieta anti-infiammatoria ha l’obiettivo di:
Mantenere l’integrità della funzione barriera dell’intestino e del microbioma
Evitare l’esposizione a componenti alimentari che possono distruggere la funzione barriera dell’epitelio intestinale e che possono fungere da antigeni e scatenare una risposta infiammatoria avversa
Prevenire la conseguente disregolazione delle cellule del sistema immunitario e della loro produzione di citochine pro-infiammatorie che possono scatenare risposte secondarie avverse in sedi differenti dall’esposizione iniziale.
Cosa prevede una dieta anti-infiammatoria?
Prevede l’eliminazione di parecchie classi di alimenti:
Cereali e derivati (glutine, lectine, saponine, inibitori delle proteasi)
Legumi (lectine e saponine)
Latte e derivati (caseine)
Solanacee (solanina e lectine)
L’esclusione del glutine non indica la presenza di celiachia, ma in realtà si parla di Gluten Sensitivity e il motivo è differente. La celiachia è una risposta dell’immunità adattativa, quindi con una produzione anticorpale, quindi la risposta è più lenta e più mirata, la sensibilizzazione al glutine invece è una risposta dell’immunità innata. Ecco perché anche facendo il test al glutine, esso risulta negativo.


Quando si parla di Glutine ci riferiamo ad un gruppo di proteine definite “prolamine” per il loro più elevato contenuto di proline e glutammina. Tali proline sono contenute in tali classi di proteine:
GLIADINA presente nel Frumento
ORDEINA presente nell’Orzo
SECALINA presente nell’Avena
ZEINA presente nel Mais
Tutti questi gruppi, sono tutti in grado di scatenare la produzione di zonulina nelle persone geneticamente predisposte e di andare a peggiorare e determinare uno stato di permeabilità intestinale.
Quindi è importante sottolineare che mentre chi soffre di celiachia può eliminare solo il grano e la gliadina, nella sensibilità al glutine (intolleranza al glutine) dal momento che è coinvolta l’immunità innata ci possono essere fenomeni di cross-reattività, quindi anche forme di glutine ritenute più innocue possono comunque scatenare reazioni infiammatorie nelle persone geneticamente predisposte, quindi l’indicazione è di togliere tutti i cereali che hanno queste forme di glutine e non limitarsi alle indicazioni proposte per la celiachia. Altra considerazione importante e che ci aiuta a capire il perché di una dieta gluten free sta nell’uso dei prodotti per celiaci, nel caso di patologie autoimmuni è sconsigliato il loro utilizzo perché l’utilizzo di prodotti per celiaci non elimina le sostanze che possono essere fastidiose per il sistema immunitario, in quanto, non è il glutine l’unica molecola a essere in grado di scatenare infiammazione a livello intestinale.


Cosa fare per una maggiore azione anti-infiammatoria?
Bilancio del carico insulinico
Maggiore è il picco di insulina, maggiore è l’aumento dell’infiammazione
Bilancio degli omega 3 e degli omega 6
Buon apporto di vitamina D
Alimenti antiinfiammatori intestinali e sistemici
Curcuma, zenzero, tulsi, vitamina C

Fonte: Dott.ssa Annamaria Ferrante

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