Long Covid, le conseguenze sulla salute mentale degli italiani

condividi su facebook condividi su twitter 29-07-2022

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Long Covid, le conseguenze sulla salute mentale degli italiani

Il Covid ci ha travolto trovandoci impreparati. Ha portato morte e angoscia e ha radicalmente modificato le nostre abitudini di vita. Dopo due anni, la campagna vaccinale e dopo aver affinato le terapie per combatterlo ci troviamo ad affrontare i suoi strascichi.

Gli studi che dimostrano le conseguenze del long covid si susseguono e ora l’Unicusano ha elaborato un’infografica per presentarli e rendere la popolazione più consapevole.

In modo che possa anche muoversi di conseguenza, cercare di risolvere le conseguenze della pandemia che ora si conoscono meglio.

I dati non sono rassicuranti, anzi. Oltre a una difficoltà di sopportare il caldo il long covid ha quasi raddoppiato in Italia i casi di depressione, di ansia e di stress. I più esposti sono gli operatori sanitari, le donne e gli adolescenti.

Si chiama “pandemia emozionale” e causa anche disturbi del sonno e dell’umore. Nella nostra penisola ne soffre un italiano su 5, ovvero il 40% in più rispetto al periodo prepandemico. Si tratta di un vero e proprio stato psichico invalidante, figlio di paure, preoccupazioni, angosce e incertezze.

Rispetto al periodo pre-Covid più del 31% di italiani soffre di depressione, il 32% di ansia e ben il 41% di distress, l’aspetto negativo dello stress. Più dura la condizione per chi ha vissuto il Covid in prima linea, come personale medico e paramedico, degenti e familiari: il 42% in più soffre di ansia, il 40% in più di insonnia e il 28% in più di disturbo post-traumatico da stress.

Le donne hanno pagato, come sempre, un prezzo molto alto.A livello psicologico, il coronavirus ha esacerbato la disuguaglianza tra uomo e donna. Molte di loro hanno dovuto abbandonare il lavoro. Le donne italiane del Sud o Centro Italia di età compresa tra i 35 e i 64 anni con difficoltà economiche, ma un alto livello di educazione, sono tra le prime vittime della pandemia mentale.

Il 14% degli italiani intervistati ha iniziato ad assumere, ex novo, ansiolitici e/o sonniferi e il 10% antidepressivi. Chi già faceva uso di questi farmaci si è trovato costretto ad aumentarne il dosaggio. Si stima che il 10% della popolazione abbia avuto almeno un attacco di panico per la prima volta nella vita.

Sempre più adulti soffrono di iperallerta, ipocondria, perdita del desiderio di contatto con il mondo esterno, disattivazione dello stimolo del “cervello sociale” (quello, cioè, che induce un individuo a socializzare) e attacchi di panico.

Gli adolescenti e i pre-adolescenti, invece, soffrono per il 48% di disturbi post-traumatici quali, tra i tanti, stanchezza (31%), irritabilità (16%), disorientamento (14%), apatia (13%) ed esaurimento (12%). Proprio loro sono i più colpiti e da loro arriva la richiesta d’aiuto che non può essere ignorata.

L’OnaOsservatorio nazionale amianto, e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, aveva consigliato subito ai pazienti che hanno patologie asbesto correlate di prestare ancora più attenzione con il distanziamento sociale.

Sono, infatti, soggetti a rischio. Bisogna però non tralasciare l’importanza di continuare a frequentare almeno gli amici più stretti, di uscire e comunque di coltivare hobby e continuare a fare ciò che rende felici e appagati. I rischi psicologici derivanti dall’isolamento sono molto alti e non vanno sottovalutati.

Chiunque abbia bisogno di una consulenza medica o legale può rivolgersi all’associazione, attraverso il numero verde 800 034 294 oppure direttamente a questo link

Fonte: Osservatorio Nazionale Amianto

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