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Il ridicolo bavaglio ai social network per evitare un caso Balotelli tutti i giorni.

condividi su facebook condividi su twitter 15-10-2013

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Il ridicolo bavaglio ai social network per evitare un caso Balotelli tutti i giorni.

Vietare Twitter agli sportivi è come chiudere col dito la falla nella diga

Bene, la soluzione è vietare Twitter e Facebook agli azzurri. Per evitare evidentemente che i casi-Balotelli si moltiplichino a ripetizione e diventino la colonna sonora costante delle avventure della nazionale. A prescindere che magari nell’ultimo caso Balotelli non aveva colpe, e assai di più forse chi gli ha dato dell’ “imbecille” tout court (e tra l’altro non l’ha detto via Twitter), questo sta escogitando il ct Prandelli insieme alla Federcalcio. Come del resto fanno molte squadre in regime di nazionale. Succede anche alle Olimpiadi ad esempio, dove sia il Coni che il Cio impongono un regolamento ferreo. La triplista greca Papahristou ad esempio nel 2012 scrisse un tweet offensivo e razzista contro gli africani (”Almeno le zanzare avranno cosa mangiare”) e fu letteralmente cacciata dalle Olimpiadi di Londra. Mi sembrano casi ben diversi.

Ma il problema, come sempre, è quello che si dice e non “dove” o “come” si dice. La colpa non è di Twitter, ma di ciò che si afferma in internet comunque, su un giornale, alla tv, alla radio. Al limite anche per strada, o aprendo la finestra della camera da letto e urlandolo a chi passa. Il mondo oggi è interazione e comunicazione globale.

Il bavaglio ai social network mi fa la stessa impressione di quello che vuol turare col dito la falla in una gigantesca diga. Ridicolo.

Fonte: blogautore.repubblica.it - Fabrizio Bocca

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