Teste di calcio

In fondo anche Skomina tiene famiglia. Chissà se anche Rudi ci dedicherà la vittoria

condividi su facebook condividi su twitter 05-05-2018

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In fondo anche Skomina tiene famiglia. Chissà se anche Rudi ci dedicherà la vittoria

TESTE DI CALCIO – Avviso ai naviganti: tutto quello che è scritto qui è frutto dell'incoscienza di una rubrica priva di freni inibitori. Non prendere il tutto troppo seriamente (e, perchè no, distendi la bocca in un sorriso).

Il sogno di Kiev è stato infranto. La Roma era come quel bambino, che siamo stati almeno una volta nella vita, che sta facendo un sogno magnifico, grandioso e viene risvegliato bruscamente dalla sua mamma che lo avverte che se non si alza farà tardi a scuola. Oppure, in maniera meno elegiaca, la Roma è stata quella sbronza epica che ti ha portato ad uno stato di inebriamento tale da farti dimenticare tutti i problemi della giornata. Peccato che il giorno dopo ti risvegli a pezzi e con il mal di testa.

Ma posando il fiasco di vino sul comodino e parlando di calcio, la Roma esce davvero a testa alta dalla Champions League. Questa è stata la Champions di Edin Dzeko, trattato a intermittenza come un bidone dell’immondizia da molti tifosi e ora uno dei bomber più prolifici d'Europa. E' stata la Champions di Di Francesco, che da allenatore all'inizio era considerato al pari di un calzolaio moldavo, deriso per le sue idee e scimmiottato per il suo fare semplice non da palcoscenico.

E' stata anche la Champions dei tifosi della Lazio, che finalmente tirano un sospiro di sollievo per non dovere vedere gli odiati cugini, dopo aver travolto il Barcellona ed essersela giocato fino all'ultimo minuto anche con il Liverpool, persino in una finale che gli uomini di Inzaghi, con tutto il rispetto, al momento possono giocare solo alla playstation. Fuochi d'artificio e giubilo collettivo in quel di Formello. Eppure uno di quei tifosi laziali, con tanto di trombetta in bocca e stelle filanti in mano, ad un certo punto si sarà fermato anche solo per un secondo. Si sarà improvvisamente guardato intorno e messo a pensare questa frase, attribuita ad un certo Jerome K. Jerome:

"Ogni persona ha ciò che non vuole, e ciò che vorrebbe l’hanno gli altri"

Poi, avrà sicuramente continuato a starnazzare il suo gaudio come un ossesso. Ad ognuno il suo. C'est la vie.

Se la Roma esce a testa alta, l’arbitro invece esce a capo chinato e con le ceneri tra i capelli. Il signor Skomina ha avuto qualche svista di troppo nel match di mercoledì, tale da far diventare rosso di rabbia persino Monsieur Pallottà, iracondo così come il barbone di Siviglia, Luis Monchi. La questione è VAR o NO VAR? la risposta può essere data con un’altra domanda: è veramente importante scegliere se avere la Var oppure no?

In fondo, in Italia l’abbiamo da quest’anno e non mi pare che le polemiche arbitrali si siano spente. Anzi. Il popolo inveisce ancora di più contro i Signori juventini che governano ormai da oltre sei anni. Ora la nuova via del dossieraggio anti-arbitrale è interpretare il labiale del quarto uomo, per cercare di scoprire cose eclatanti come l’esistenza degli alieni, il mistero dei Templari o l’assenza del congiuntivo in Lapo Elkann. Non fraintendete: il problema degli arbitri esiste veramente. E tale rimarrà fin quando gli arbitri saranno in carne e ossa e non saranno sostituiti da robot di latta. E per chi ci vuole vedere un disegno divino dietro ricordate quanto disse Gianni Brera un tempo: in fondo in fondo, anche l’arbitro tiene famiglia.

Se chi è romanista non è arrivato in finale, almeno un ex romanista ci è riuscito. E non stiamo parlando di Mohamed Salah, pronto a sfidare quel pallone gellato di Cristiano Ronaldo. Rudi Garcia, cuore giallo e rosso, è in finale di Europa League con il suo Marsiglia e se la vedrà con quel coatto di Simeone e i criminali dell’Atletico Madrid. Chissà se riuscirà ad alzare l’ambita coppa europea. E chissà anche se ci dedicherà la vittoria, come fece Luis Enrique quando vinse la Champions League. E anche questa volta forse dovremmo applaudire un tecnico trattato maluccio a Roma diventato campione altrove.

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