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Pallotta, la pajata a Miami non è come a Roma. Messi è boro, Zidane ciccione

condividi su facebook condividi su twitter 14-01-2016

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Pallotta, la pajata a Miami non è come a Roma. Messi è boro, Zidane ciccione

TESTE DI CALCIO - Avviso ai naviganti: tutto quello che è scritto qui è frutto dell'incoscienza di una rubrica priva di freni inibitori. Non prendere il tutto troppo seriamente (e, perchè no, distendi la bocca in un sorriso).

Oggi, 14 gennaio 2016. Roma. La squadra di Rudi Garcia scende in campo per la consueta seduta d'allenamento a Trigoria, in vista del delicato match di campionato contro il Verona domenica prossima. Ah no...credo di essere rimasto un po' indietro. Ecco il problema di quando scrivi un articolo con dei giorni d'anticipo. Che cosa è successo in questi giorni?

FROM MIAMI WITH LOVE - Sono state settimane calde a Roma. Sono state giornate calde anche a Miami. Nella ridente località della Florida infatti si è susseguito un via vai di personaggi, arrivi e partenze dall'aeroporto che in confronto il G20 è una riunione tra quindicenni per l'asta del fantacalcio. Baldissoni e Zanzi volano a Miami dove c'è già Pallotta. Poi si scopre che il tecnico del Cile Sampaoli ci stava qualche giorno prima. C'è pure l'agente di Mazzarri, ma lui c'è capitato per caso. Poi arriva Spalletti che taglia la testa al toro, saltellando dalla toscana a Parigi, fino ad arrivare negli USA. Miami è diventata per alcuni giorni l'internazionale dell'allenatore disoccupato.

CLICK SENZA PAJATA - "Per la svolta basta un click" aveva detto Garcia la settimana scorsa. La sua dichiarazione risulta abbastanza ilare letta oggi. Non si sa se è la svolta, ma il click l'ha fatto Pallotta: Garcia fuori, Spalletti dentro. La separazione delle strade era inevitabile. Dopo il pareggio con il Milan il rapporto, già incrinato da tempo, si è rotto, insieme ad un'altra cosa di ciascun tifoso della Roma che si glori di definirsi tale. Pallotta aveva iniziato a rendere noti, tramite i giornali, i suoi pensieri. La frase che mi ha colpito di più però è stata: "Se fossi a Roma, le cose andrebbero meglio". Perbacco! Non sapevo che il presidente giallorosso fosse stato rapito, legato e rinchiuso in una cella senza uscita. La sua frase mi sa tanto del vorrei ma non posso. Quel "Ah come vorrei essere lì!" molto ipocrita, scritto per messaggio agli amici di vecchia data che ti hanno invitato per una rimpatriata, ma a cui hai dato clamorosamente buca. Dear Mr President, ormai i voli transatlantici vanno di moda come i risvoltini ai pantaloni. Magari sono un po' cari, ma non credo sia un problema per lei questo. Quindi, fossi in lei, una capatina a Roma qualche week-end io ce la farei. Anche per una spaghettata random o un rigatone co' la pajata mordi e fuggi. A forza di uova, bacon e latte sennò si intoppa lo stomaco.

PALLONE BORO - Anche quest'anno, la premiazione del Pallone d'oro ci ha attratto un po' meno. Fifa e Uefa ormai hanno raggiunto e superato più scandali di quelli che ebbe il governo Berlusconi, sommato di tutte le sue legislature, così che ogni anno la premiazione si fa più scontata e banale. Dopo la premiazione dell'anno scorso (il vestito da boro di Messi), era prevedibile persino che qualcuno si vestisse in modo ridicolo (Neymar alla Charlie Chaplin) Talmente tanto che non vi dico neanche chi ha vinto il Pallone d'oro, perché tanto lo sapevate già una settimana prima della cerimonia-farsa di Zurigo. A dir la verità una sorpresa c'è stata. Un certo Wendell Lira ha vinto il Puskas Award per il miglior gol 2015, battendo sia Messi che Florenzi. Sì, il suo gol è bello, ma neanche così tanto.

CICCIO ZIDANE - Commento l'esonero di Ciccio Benitez con ritardo colpevole, lo ammetto. L'idea che non ci sia più l'ingordo tecnico spagnolo mi fa un certo effetto. Scimmiottato dalla squadra, fischiato dai tifosi, sfiduciato dalla società. Benitez in sei mesi è riuscito a farsi volere bene come un pentito di mafia da un clan di camorristi. Tutti ora acclamano Zinedine Zidane, un galactico dalla carriera da calciatore memorabile ma ancora spoglio di esperienza in panchina. Certo, il nome gradito dalla piazza crea sempre giubilo, bisogna vedere se ci saranno dei reali miglioramenti rispetto alla disastrata gestione Benitez. In ogni caso, Zidane spera almeno di non inquartarsi come l'ex allenatore del Napoli. Da Zizou a Ciccio Zidane il passo è breve...

 

Fonte: Eduardo Barone per Insideroma.com

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